venerdì 28 dicembre 2007

Ponzio Pilato da Cismon......





Non siamo in periodo pasquale, tutt'altro, ma nel giornale di Vicenza del 27/12 compare un articolo del solito Presidente della Comunità Montana del Brenta che parla ancora della cava miniera Costa Alta di Carpanè.


Peruzzo non si smentisce di certo: la cava-miniera sembra non essere di loro competenza; possono solo dare un parere consultivo e non vincolante ...!!!??
.. come dire:

"noi non possiamo fare granchè (come dice la giunta di San Nazario), ad altri l'onere (o la rogna) di esprimere pareri vincolanti o decisioni definitive!
Vigiliamo solo nelle iniziative non “compensative” (compensare la temporanea riduzione del grado di qualità) ma a “valenza compensativa"

"per assicurare il controllo pubblico circa la realizzazione di tali iniziative, è stato individuato quale Ente pubblico che deve assumere il ruolo di garante dell’intera operazione, la Comunità Montana del Brenta. p.529 capitolo 6_12

Per garantire la massima trasparenza alle azioni progettuale, l’iter amministrativo che la Comunità Montana attiverà all’uopo risulterà il seguente:
· definizione degli interventi e costi di progetto;
· convenzione con la Ditta Peroglio sugli impegni economici e sulle modalità di versamento della cifra necessaria per la realizzazione degli stessi;
· inserimento dei progetti nel Programma annuale e nel Bilancio di previsione annuale di competenza;
· redazione dei progetti esecutivi;
· attribuzione dei fondi alla C.M. del Brenta da parte della ditta Peroglio;
· realizzazione dei lavori (appalto, esecuzione, controllo finale) della C.M. del Brenta,
· rendicontazione finale alla Ditta Peroglio da parte della C.M. del Brenta.

Noi (C. M. Brenta) poveri sfigati cercheremo comunque di fare il massimo per tutelare il bene pubblico (... e mantenere quella distaccata posizione che ci consente di non perdere ne munifiche donazioni (compensative) ne i luculliani pranzi ...a cui purtroppo, poverini, siamo soggetti)

Rinunciamo definitivamente al nostro ruolo politico, ci limitiamo alla evasione delle nostre strettissime incombenze, senza prendere posizione, senza clamore .... altrimenti ci aboliscono, ci mandano a casa ... e nemmeno il nostro povero "direttore" Dr. Bordignon riesce più a rosicchiare qualche finanziamento extra (come quello recentemente ricevuto dal FSE attraverso il Gal Montagna Vicentina quale estensore di una pseudo-guida turistica della Valbrenta . Che
sia per questo motivo che il nostro caro "direttore" non vuole sentir parlare dell'agenzia Terre del Brenta ??? !!)".

Noi invece, residenti doppiamente sfigati, per abitare un territorio "marginale", politicamente poco redditizio, ed essere amministrati da questi illegittimi figli di Pilato, non possiamo che ...
diteci voi ... noi non troviamo le parole!!, o meglio, rischieremmo di essere troppo pesanti e blasfemi!!!

Buone feste

domenica 23 dicembre 2007

Moratoria sulle concessioni , sui rinnovi, ampliamenti di concessione in attesa nuova legge in materia di miniere

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
OTTAVA LEGISLATURA
RISOLUZIONE N. 42
LA REGIONE VENETO STABILISCA UNA MORATORIA SULLE CONCESSIONI, SUI RINNOVI, AMPLIAMENTI DI CONCESSIONE, AUTORIZZAZIONE PER NUOVI CANTIERI MINERARI E/O AMPLIAMENTO DEI CANTIERI ESISTENTI IN ATTESA DELLA NUOVA LEGGE REGIONALE IN MATERIA DI MINIERE

presentata il 5 dicembre 2007 dai Consiglieri Atalmi, Gianpaolo Bottacin, Trento, Bettin e Pettenò
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- presso gli uffici e le commissioni preposte della Regione Veneto sono in corso di istruttoria varie richieste di concessioni, rinnovi ed ampliamenti per la coltivazione di miniere;
- esistono concessioni minerarie rilasciate anche decenni fa rispetto alle quali non è mai stato avviato alcun cantiere in passato, ma in virtù delle quali gli aventi diritto tornano oggi a chiedere la possibilità di iniziare le attività;
- l’escavazione e l’attività di miniera vanno spesso ad interessare porzioni di territorio di pregio dal punto di vista paesaggistico, ambientale e faunistico;
- tali attività spesso interferiscono con i circuiti idrici di alimentazione di falde acquifere, di sorgenti e/o bacini idrici che esprimono valenze fondamentali per l’approvvigionamento d’acqua potabile;
CONSIDERATO CHE:
- il Consiglio regionale dovrà discutere e approvare la nuova legge regionale in materia di miniere come stabilito dall’articolo 1 della legge regionale 7/2005;
- la nuova legge regionale dovrà individuare i fondamentali criteri per l’esercizio dell’attività mineraria nel rispetto dei valori paesaggistici, ambientali e faunistici precedentemente richiamati;

impegna la Giunta regionale

- a coinvolgere quanto prima le Commissioni competenti e il Consiglio regionale nella definizione della nuova normativa regionale in materia di miniere;
- in assenza dell’indispensabile presupposto rappresentato dalla nuova legge regionale in materia mineraria, a non concedere alcuna concessione, rinnovo, ampliamento di concessione, autorizzazione per nuovi cantieri minerari e/o ampliamento dei cantieri esistenti, ritirando dalle commissioni tecniche competenti i progetti eventualmente già in fase di esame.

giovedì 13 dicembre 2007

A fine gennaio, se ne vanno tutti a casa?

……qualunque sia l’intervento finanziario (Regione o Stato) è da scordare la realizzazione in un’unica soluzione della lunga galleria che risolverebbe definitivamente il problema del traffico in sinistra Brenta. Cinquecento milioni, se non più, di euro in Vallata non arriveranno mai tutti assieme. Ben che vada potrebbero arrivare soltanto quei 150 milioni prospettati i quali servirebbero però ad annullare il traffico da una parte (nel territorio di San Nazario), aggravando ancor più la situazione in un’altra (a Solagna).
E intanto il passaggio dei mezzi pesanti aumenta di anno in anno, come pure il traffico leggero………affermava l'on. D'Agrò pochi giorni fa......

Perché continuare ad illudere per niente la gente ormai sfiduciata da 40 anni?
Perché?
Cui prodest?

Segnatevi sul calendario la fine di gennaio 2008. Questa volta coi Se e con i MA, con qualche solito VERREBBE e POTREBBE, POTREMMO dopo 40 anni di chiacchiere sulla ben nota questione della irrisolta statale 47………… veramente restare senza amministratori………….sempre se non siamo su Scherzi a parte…..


Giornale di Vicenza mercoledì 12 dicembre 2007 bassano pag. 43
VALBRENTA. La Regione punta sul completamento della “47” per il collegamento verso nordSvolta sulla Valsugana preferita alla Valdastico
La Regione Veneto cancella la Valdastico Nord e punta sul completamento della Valsugana, indicando i fondi per il finanziamento nella “legge obiettivo”.«I passi mossi dalla Regione per il completamento della Valsugana sono concreti – dice il sindaco di San Nazario, Ottorino Bombieri – Si tratta di un passo importante che potrà avvenire già nella prossima estate con la stesura del nuovo programma finanziario del Governo».La superstrada della Valsugana potrebbe trovarsi tra le opere la cui procedura verrebbe accelerata e potrebbe trovarsi assegnati quei 400 milioni di euro per realizzare il progetto di dodici chilometri di strada, quasi tutti in galleria e a doppia corsia, che eliminerebbero l’imbuto semaforico di Carpané e il tratto ormai impercorribile fino a Pove del Grappa. Anche nei giorni scorsi c’erano colonne di vari chilometri che preannunciavano i soliti disagi anche per i prossimi ponti delle vacanze invernali.La nuova prospettiva per il completamento della Valsugana è emersa dalla conferenza Stato-Regioni, che ha dato parere favorevole alla proposta di inserire l’arteria nella “legge-obiettivo” statale, visto il blocco del Trentino sulla Valdastico. Che qualcosa di nuovo fosse in pentola si sapeva da tempo, tanto che di Valsugana si è parlato anche in un incontro a palazzo Guarnieri di Carpané, nel quale è intervenuto l’on. Luigi D’Agrò.«Sta venendo fuori qualcosa di importante – commenta il sindaco di San Nazario, Ottorino Bombieri – perché la Regione Veneto è d’accordo sul completamento della Valsugana e ci sono anche i soldi: 160 milioni di euro della legge-obiettivo».Una novità di rilievo può essere rappresentata dalla visita del ministro delle Infrastrutture Di Pietro, fissata entro gennaio 2008
.«A fine gennaio – conclude Bombieri – o risolviamo definitivamente il problema della Valsugana o andiamo tutti a casa». R.P.

Che sia la volta buona?
Che se ne vanno tutti a casa, s’intende!

martedì 11 dicembre 2007

Fatti e non solo parole per tutelare il territorio

di Renato Pontarollo
A palazzo Guarnieri di Carpané si è svolta l’assemblea generale pubblica del “Gruppo Salvaguardia Valbrenta”. Tra gli amministratori locali sono intervenuti il presidente della Comunità montana del Brenta, Pierluigi Peruzzo, l’assessore Benito Sasso, il capogruppo della minoranza e consigliere provinciale Mauro Beraldin, il direttore minerario della Granulati Dolomitici, una rappresentanza delle maestranze.Numeroso il pubblico in sala proveniente anche dai comuni vicini. A discutere intorno a problemi rilevanti per la Valbrenta, quali fiume, viabilità ed attività estrattive, si è vista dopo tanti anni la partecipazione di tutte le parti interessate. Il Gsv ha manifestato il proprio atteggiamento critico nei confronti di cave, messe in sicurezza e miniera e ha sollecitato una concertazione su queste problematiche.L’incontro, introdotto da Roberto Sessi che ha illustrato le finalità del gruppo e l’attività svolta, è proseguito con le relazioni sui vari temi. Sulla viabilità, sono intervenuti Tullio Todesco e Fabrizio Bassani; Roberto Sessi ha parlato del fiume Brenta, mentre l’argomento più atteso, riguardante sicurezza, cave e miniera, è stato svolto da Carlo Perli. Valerio Costa ha quindi riferito i dati informatici del sito web del gruppo, prima del dibattito finale. Nel corso della serata, a tratti molto accesa, si è percepita l’esistenza di contrasti e posizioni contrapposte, radicali e senza via d’uscita. Alla fine dei lavori, però, il dibattito è rientrato nella normale dialettica di confronto, sotto alcuni aspetti propositiva e costruttiva, con aperture e possibili soluzioni circa le varie problematiche.Su tutte è emersa una domanda: perché su problemi così rilevanti per tutta la Valbrenta non si è mai cercata o trovata una soluzione comune? Sono emersi contrasti tra un Comune e l’altro per posizioni di parte, interessi politici contrapposti, carenza di lungimiranza nelle pubbliche amministrazioni. I temi trattati hanno posto problemi rilevanti e urgenti, da affrontare senza esitazioni, come ad esempio l’aumento esponenziale del traffico pesante.La svolta, è stato osservato dalla platea, può venire solo dal superamento dei campanilismi, concordando uno sviluppo sostenibile, coinvolgendo le attività e le pubbliche amministrazioni per individuare un comune interesse tra azione politico-sociale e attività economiche.«Quanto alla miniera - hanno sottolineato i responsabili del Gsv - non condividiamo il progetto d’ampliamento così come non condividiamo l’attività della cava Valgrande in comune di Valstagna».Perplessità sono state espresse nei confronti di quelle amministrazioni o enti che hanno condiviso in qualche modo progetto e studio di impatto ambientale.«Questa è l’anticamera all’autorizzazione - è stato detto - Significa che per lungo tempo non avremo la possibilità di dire niente. La non condivisione non significa chiusura dell’attività, quanto piuttosto la possibilità di riflettere, per riesaminare il progetto anche da parte dell’azienda».Il presidente della Comunità montana del Brenta, Pierluigi Peruzzo, mediando le posizioni contrapposte, non si è espresso in forma negativa sul nuovo progetto e ha elencato le opere intraprese.«Gli amministratori - gli è stato però ribattuto da più parti - devono trovare una strada comune per affrontare questioni complesse e risolvere i problemi della salute, della sicurezza, della tutela ambientale e della vivibilità».Il Gruppo salvaguardia Valbrenta ha voluto insomma evidenziare l’obiettivo fondamentale dell’incontro, quello di portare allo scoperto il bisogno di regole e di controlli quando si opera in Valbrenta e si va ad intaccare un patrimonio che appartiene indistintamente a tutti. Controlli e regole permettono il rispetto di quella vivibilità che spesso politici e amministratori promettono ma che non sempre sanno difendere.L’incontro ha inteso essere un confronto aperto per aprire un tavolo di dibattito sulle scottanti questioni che riguardano il patrimonio naturale della Valbrenta da un lato e l’idea di uno sviluppo sostenibile dall’altro, che impegni chi trae profitto dalle attività nella valle a tutelare la salute di tutti quale bene primario. Stride in questo contesto la logica di chi vuole esaltare e preservare il patrimonio storico e naturale locale ma non fa per impedire la spoliazione del territorio in termini di acqua, energia, inerti e altre risorse.

mercoledì 5 dicembre 2007

Perchè non si discute in consiglio comunale di San Nazario il progetto SIA?

Non si tratta di discutere sulla chiusura o sull'apertura di cave, miniere o chissà che cosa.Si tratta di discutere un nuovo progetto già presentato, e che già per bocca del direttore della miniera presenta numerose e vistose discrepanze dalla realtà.
Ogni progetto viene scritto, corretto e discusso.Se non và bene può essere cancellato, respinto, corretto e rifatto.Qual'è il vero problema?


Il Consiglio di San Nazario, convocato con all’ordine del giorno alcune variazioni al bilancio e l’acquisto di aree private per lavori di ampliamento nel cimitero di San Marino e costruzione di un parcheggio, non aveva in programma l’esame del progetto di ampliamento e dello studio di impatto ambientale della miniera “Costa Alta” di Carpané. Tale circostanza ha vivacemente acceso il dibattito, tant’è che, in avvio di seduta, il consigliere di minoranza Franco Lazzarotto (che è anche assessore in Comunità montana), dopo aver manifestato il proprio disappunto per il mancato esame dell’argomento, ha abbandonato la seduta. Il sindaco Ottorino Bombieri non ne ha apprezzato il comportamento, giustificando il documento sulla miniera trasmesso alla Comunità montana del Brenta come una “bozza” che sembra però esprimere il parere dell’Amministrazione. Rammarico è stato espresso anche dai consiglieri di minoranza Francesco Fontana ed Ermando Bombieri, perché un argomento così importante avrebbe dovuto interessare direttamente il Consiglio. «Ci sembra impensabile che tale argomento non sia stato posto all’analisi del Consiglio - ha sottolineato Fontana - anche perché siamo sostanzialmente d’accordo con le posizioni della maggioranza, mentre per raccomandata ci viene richiesto di indicare il componente del comitato della biblioteca Medio Canal di Brenta». «Le problematiche relative alla miniera - ha precisato il sindaco Bombieri - sono state dettagliate e documentate verificando lo studio di impatto ambientale e il progetto di ampliamento in tutti gli allegati». Ha convenuto sulla necessità che si riunisca la Commissione di assetto del territorio per valutare i documenti, spiegando che la posizione di San Nazario si diversifica da quella di Valstagna per i vantaggi economici che ne derivano, e quindi sarà interessata anche la Commissione affari generali.
Il Consiglio si è concluso con alcune comunicazioni del sindaco che hanno ricondotto la discussione sulla miniera di Carpané e l’accordo alla fine è stato raggiunto. Il documento, definito come bozza, verrà riesaminato dalla Giunta, quindi portato in commissione e riesaminato dalla giunta, per essere infine discusso nella seduta consiliare di domani. R.P.

venerdì 30 novembre 2007

Qualità della vita in Valbrenta

clicca qui per firmare la petizione


La nostra Vallata vive un momento critico. Il suo futuro dipende da scelte decisive che dovranno essere affrontate a brevissimo termine. La situazione è sotto gli occhi di tutti.

- Il continuo aumento del traffico ha strangolato, ormai, interi centri abitati e pone serie ipoteche alla qualità della vita in tutti i nostri comuni.
- Stanno proliferando, specialmente nella parte più settentrionale, dissennate attività di cava. Alcune in atto, altre in progetto.
- E’ in progetto l’ampliamento della miniera di Carpanè. Un’attività mineraria direttamente a ridosso dei centri abitati!
- Il Brenta, vera matrice paesaggistica della Valle, in certi punti è ridotto a un rigagnolo dall’eccessivo carico delle derivazioni a servizio delle centrali idroelettriche e dell’agricoltura.
E queste sono solo le situazioni più eclatanti.

Eppure la Valbrenta contribuisce in maniera insostituibile nel fornire risorse rinnovabili all’area veneta. Un esempio per tutti: la sorgente carsica dei “Fontanazzi” di Cismon garantisce acqua potabile – di ottima qualità – a tutto il comprensorio bassanese!
E cosa riceve in cambio? Il traffico, il furto dell’acqua del Brenta…………e ora depredano anche i fianchi delle montagne!
E’ il destino di tanti territori marginali che non riescono ad esprimere potere politico ed economico.

Ma noi non ci arrendiamo. Siamo un’associazione nata da poco e vogliamo tentare un cambiamento di rotta.

Se, tu che leggi, pensi che ne valga la pena…… puoi dare un tuo contributo:

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FIRMANDO LA PETIZIONE

venerdì 23 novembre 2007

Senso critico

Ancora una volta, con senso critico e deciso, il sindaco e tutto il consiglio comunale di Valstagna, han saputo anticipare e distinguersi dal resto dei comuni della Valbrenta, stavolta su questioni di primaria importanza e sensibilità.
Finora tutti gli enti locali si sono nascosti, non hanno preso posizione e fatto finta che il fatto non li riguardasse. Ma si ricorda che, anche solo la viabilità, che l’indotto di simili progetti provoca, interessa tutta la Valbrenta e la Valsugana stessa. Non lo si può ne negare, ne tantomeno ignorare. E quale occasione migliore per far presente ancora una volta alla Regione che ciò sarebbe incompatibile con i già enormi flussi che congestionano la ss47, per spingere verso la sua realizzazione?Ma è possibile che nessuno veda oltre il proprio orto? Un camion in più, all’attuale traffico, ogni minuto. Ma da aggiungere ad almeno altre 3-4 nuove cave che saranno presentate a breve, ma che tanti ignorano, sempre sullo stesso territorio. Tutti possono presentare osservazioni su questi progetti.
Le amministrazioni hanno avuto occasioni per esprimersi. Ora pioveranno le critiche, perché è un comune che vive anch’esso dagli introiti delle sue cave. Ma dalle cave ha subito anche cocenti delusioni e vogliamo credere che stia realmente rivalutando le superficialità precedenti nell’affrontare temi così importanti per la qualità della vita e la salvaguardia dei propri territori.
I bilanci sono un’altra storia, che non devono passare sopra la salute e la vivibilità dei propri cittadini.
Un grande passo ottenuto anche con la concertazione. Quello di lunedì e l’incontro a Carpanè di giovedì sera, anche con le maestranze e gli operai, sono piccoli ma positivi passi verso un nuovo modo per intendere la casa comune. Ci si augura che sia solo l’inizio. Lo deve essere.
Ci si augura ancora, visto il clima natalizio, che questi risultati non vengano stravolti per indignare e gridare che Valstagna o il suo sindaco o magari il Gruppo Salvaguardia della Valbrenta sono contrari indiscriminatamente alle cave e insensibili alle decine di posti di lavoro. Sarebbe un’enorme falsità. Non esiste testo, voce, traccia o slogan. Ne contro la proprietà ne contro i posti di lavoro. La miniera interessata è già autorizzata a lavorare fino al 2015.
Punto e basta. Deve rispettare le prescrizioni della Regione Veneto. E la Comunità Montana “dovrebbe” controllare.Ci si è espresso contro un progetto di oltre 40 anni, che alla luce anche di chi magari non l’ha realmente ed interamente letto (sicuramente pochi), o ha subito l’impossibilità a farlo, perché è successo anche questo, ha presentato numerose ed evidenti lacune. Ora sarà la Regione a decidere.
Il progetto Costa Alta è uno dei tanti problemi della Valbrenta.Non l’unico, ne il principale. Ora andiamo oltre, ma controlliamo.

Valstagna boccia il progetto di ridelimitazione

VALSTAGNA. Dal consiglio comunale è arrivato un no unanime alla richiesta di ridelimitazione della concessione Miniera “Costa Alta” Bocciato l’ampliamentoNegrello: «La Regione ci ha sorpreso negativamente. Puntiamo a modelli diversi di sviluppo del territorio»

Renato Pontarollo dal Giornale di Vicenza
Il consiglio comunale di Valstagna, convocato in seduta straordinaria, ha espresso all’unanimità parere negativo sullo studio di impatto ambientale del progetto di ridelimitazione della concessione mineraria “Costa Alta” in comune di San Nazario. Le ragioni del no della giunta comunale valstagnese sono state illustrate dal sindaco Aldo Negrello che, dopo un breve excursus storico sull’attività estrattiva, cominciata nel 1912, ha spiegato come la Giunta abbia ritenuto di avvalersi della consulenza di esperti, un geografo ed un geologo. Analoghe motivazioni negative sono state manifestate anche dai capigruppo consiliari. «Non si comprendono le ragioni per presentare un nuovo progetto di coltivazione – ha detto il sindaco Negrello – quando i lavori di coltivazione concessi nel 2004 sono allo stato iniziale e non ancora realizzati, come dimostrano le fotografie allegate alla presente relazione. L’apertura di un nuovo fronte a nord, in direzione della Valle Sambuco, verrebbe ad incidere profondamente sul territorio con tre distinte aree operative, aumentando i disagi conseguenti ai rumori, alle polveri, alle vibrazioni e non ci convincono le mitigazioni prospettate, come il trasporto del materiale su rotaia piuttosto che su gomma, poiché è stato dismesso il piano caricatore delle Ferrovie dello Stato. Questa amministrazione intende puntare su un diverso sviluppo del proprio territorio attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali, realizzando piste ciclabili e promuovendo attività sportive e ricreative; con la valorizzazione di siti quali le aree terrazzate (progetto Alpter) e un nuovo piano di sviluppo rurale di grandissimo interesse». «Proprio di fronte alla miniera “Costa Alta” - ha proseguito - è in atto un intervento che interessa le località Mattietti e Col Ventidueore- L’eventuale ampliamento della miniera sarebbe in contrasto con questo progetto. Inoltre, l’area di coltivazione è situata nel margine del massiccio del Grappa, che è inserito nel Piano di area dell’Altopiano dei Sette Comuni. L’indagine di Mauro Varotto evidenzia come il nuovo fronte di coltivazione vada ad incidere pesantemente sotto il profilo dell’impatto ambientale sull’area terrazzata di località Mattietti e di San Gaetano, oltre che sulla linea di sbarramento Carpané - Col Moschin ricca di manufatti della grande guerra». «Lo studio di impatto ambientale – ha proseguito il sindaco Negrello – non ha tenuto nel debito conto l’aspetto geologico e idrogeologico di un’area ad alto rischio, come sostiene l’Autorità di bacino, per la presenza di sorgenti copiose aperte in diversi fronti dello scavo». Negrello ha quindi lamentato “diverse carenze progettuali a livello urbanistico” in relazione al Pati in corso di attuazione. Da qui la necessità di limitare l’ampliamento della coltivazione della miniera. «È strano – ha detto – che la Regione Veneto, dopo aver individuato quali aree di tutela le grotte di Oliero, il Ponte Subiolo e la Val Gàdena, pregiudichi poi il successo di tale operazione con una nuova concessione di ampliamento della miniera. Non ci sentiamo di condividere questa decisione, anzi ci meraviglia che in occasione della presentazione del progetto i tecnici abbiano spiegato che non ci sarà alcuna incidenza sul paesaggio. Riteniamo al contrario che con la concomitanza di due fronti aperti in quota oltre al piano di lavorazione, l’aumento delle operazioni di trasporto e di frantumazione portino come conseguenza un forte pregiudizio sulla qualità della vita nella valle. Noi, al contrario, proponiamo un diverso modello di sviluppo». Il sindaco ha quindi proposto al consiglio di esprimere parere negativo sullo studio di impatto ambientale del progetto.

“ La vivibilità a Carpanè”

Giovedì 22 novembre alle ore 20,30 presso la sede della Comunità Montana del Brenta a Carpanè di San Nazario, il GSV ha organizzato un incontro con la popolazione sul Tema: “ La vivibilità a Carpanè”.
La sala era gremita, forse più di quella di San Nazario, dove l’8 ottobre era stato presentato il SIA Costa Alta.

Il dibattito era incentrato sul problema della ss47 e di conseguenza anche sul problema della richiesta di ridelimitazione della cava-miniera Costa Alta. Tema molto sentito proprio dagli abitanti di Carpanè, che con la miniera sopra la testa, ci convivono ormai dal 1912.
Erano presenti in sala un nutrito gruppo di rappresentanti della ditta Peroglio, dal direttore della miniera, alla proprietà, agli operai.
E’ stato un incontro impostato sulla chiarezza degli obiettivi, dove tra scambi di propositi, si è pacatamente discusso sui temi che incombono sulla salvaguardia del territorio locale, ma soprattutto, sottolineiamo sulla qualità della vita e della salute dei cittadini.
Importanti e dovute sono state le preoccupazioni espresse da alcuni operai che cercano chiarezza sul loro futuro.E’ stato più volte ripetuto che, in questa fase, il Gruppo Salvaguardia Valbrenta, almeno, non ha MAI messo in discussione l’operatività della cava stessa, anche perché regolarmente autorizzata fino al 2015. Ha espresso invece parecchie perplessità, documentate e presentate con varie e diverse osservazioni alla Regione, come illustrate ai presenti in questa serata, circa lo studio della ditta che chiede una ridelimitazione per altri 40 anni di coltivazione.
Questo viene subito in contrasto col fatto che la ditta, per stessa ammissione, non è stata in grado neppure di eseguire le prescrizioni minime della regione Veneto del 2004, che chiedevano di essere rispettate e ultimate entro il 2006.
Il direttore della miniera ha ammesso che in effetti sono oltre i termini prescritti, ma per problemi tecnici. Per fare un singolo minimo esempio, non è stata fatta la vasca di decantazione richiesta. Si sono accorti ora, solo dopo 3 anni, che dovevano scavarla nella roccia.
Sono state ulteriormente espresse varie perplessità sul tipo di piano e sulle contraddizioni che le linee guida impongono.
Spesso, durante il dibattito, si è concordato tra le parti, che quello che appare nel SIA non corrisponde a realtà, oltre che scontrarsi con altri interventi di recupero finanziati da Regione Veneto e Comunità Europea.
La popolazione presente si è comunque dimostrata alquanto indignata dalla mancata presenza di qualsiasi rappresentante politico alla serata, anche se non espressamente invitati, che rimangono gli avvallatori di questi progetti. E questi, che non sono singoli episodi, non lasciano solo molto perplessi.
Tutto questo durante un incontro corretto e pacato. Forse come mai nessuno avrebbe immaginato.
Ora si spera si apra la possibilità di una vera concertazione, magari con la ditta stessa, con cui non abbiamo nessun pregiudizio, tra il Gruppo Salvaguardia Valbrenta sicuramente e forse con gli amministratori, che finora, tranne qualche rarissimo caso, vedi Valstagna e forse Solagna, hanno evitato ogni invito alla minima concertazione, anche a livello sovraccomunale.
Di questo, in futuro, dovranno renderne conto. Siamo appena all’inizio.

sabato 17 novembre 2007

Che bel scenario....



Ultimamente, soprattutto con il SIA Costa Alta di Carpanè-San Nazario, visto che ai normali cittadini è piovuto addosso inaspettato, sorgono spontanee tante domande sul comportamento dei nostri amministratori locali, sul palleggiamento delle responsabilità, sulla latitanza della comunità Montana del Brenta, sulle mancate prese di posizione dei comuni e degli amministratori, soprattutto Valstagna, San Nazario o Cismon, sul tipo di osservazioni e sui caratteri lievi e pacati, degli interventi da presentare in Regione o Provincia.Qualcuno ci sta perdendo il sonno e qualcun altro forse anche la salute.Altri subiscono velate minacce, addirittura.Per cosa poi?


Approfondendo i temi si può venire a conoscenza che esistono 5 interventi per un importo di 95.000€ finanziati dalla ditta MOSOLE (sarebbe corretto dire dal Gruppo Mosole) alla nostra beneamata Comunità Montana del Brenta secondo il PIANO DI SVILUPPO 2006-2010 (che potete trovate anche nel sito GSV) del Consiglio della Comunità Montana del Brenta (le osservazioni della popolazione, dovevano presentarsi entro il 27 febbraio 2006) per:



  • Recupero e valorizzazione turistica delle trincee di Carpanè e della mulattiera militare del Merlo 20.000€


  • Recupero e valorizzazione turistica del parco delle grotte di Oliero 20.000€


  • Recupero del Bosco ripariale di Carpanè, attrezzatura della zona con sentieri per passeggiate e allestimento di un’area per assistere alle manifestazioni organizzate sul fiume (gare di canoa, Palio delle zattere) 30.000€


  • Completamento sistemazione Alta via del tabacco a Valstagna 15.000€


  • Recupero e valorizzazione del Bosco delle Fontane, a Cismon nella zona a sud della ex SS47, per una fruizione di tipo didattico-ricreativo 10.000€

Per carità, tutti interventi a valenza compensativa, come documentato.Ndr
Per farla breve, anche le ultime osservazioni presentate contro il SIA Costa Alta, con tanto di richiesta preventiva per tavolo concertazione, richiesta di sollecito, incontro con il presidente della comunità Montana……..sono state presentate tra l’altro, come si leggono, per far illustrare che le ruspe della ditta concessionaria della Miniera Peroglio, probabilmente hanno irreparabilmente danneggiato le trincee e le mulattiere risalenti alla guerra; mentre scopriamo che la stessa ditta ne finanzia la valorizzazione!?!???????;
la stessa ditta privata, elargisce, finanzia e valorizza una zona turistica comunale, gestita da un’altra ditta privata (ndr la IVAN VALBRENTA TEAM), le grotte di Oliero in quel del comune di Valstagna, che già aveva presentato osservazioni contro il SIA;
il comune di San Nazario si vanta di programmare la realizzazione della nuova piazzola camper in zona fiume e aver completato la piazza del paese stesso, coi soldi ottenuti col finanziamento privato della stessa ditta (Costa Alta al comune di San Nazario garantisce 130.000€ annui più altri 45.000€ in conto lavori per questi scopi, ….mentre ci accorgiamo solo ora che il CCK Valstagna desidera, giustamente, far presente che il fiume Brenta c’è…non come NON appare nel SIA;
viene interpellato ancora il comune di Valstagna per delle osservazioni al SIA Costa Alta o magari per il VIA alla Val Grande, e troviamo che il completamento del sentiero Alta via del Tabacco è finanziato non dalla Comunità Montana o dalla Regione o dalla Comunità Europea, ma sempre dalla solita benefattrice ditta privata;
si chiede lumi sulle cave al comune di Cismon, e la solita ditta privata finanzia il recupero del Bosco delle Fontane……ed intanto lavora nella messa in sicurezza di via Vanini.
I normali cittadini sono oramai convinti che quella scatola vuota della Comunità Montana non avesse volontà per intervenire sui temi pesanti della salvaguardia del nostro territorio.
Osservano convinti dell’esistenza o possibilità di interventi locali finanziati dalla Comunità Montana per sistemare sentieri e creare zone ricreative.
Eravamo convinti che…..
Ci accorgiamo che quel poco che progetta la Comunità Montana in Valbrenta, non è sempre finanziato con soldi della Comunità, dei comuni, della provincia, della Regione o della Comunità Europea, ma da una società privata: la Comunità Montana di ........Mosole, si potrebbe dire.
Ma contro la società privata nulla si può eccepire.Per carità.Ottimo e florido gruppo.Fà il proprio lavoro imprenditoriale, si muove molto bene, rispetta le regole imposte dalle autorizzazioni ottenute, occupa posti di lavoro, crea un enorme indotto, dovrebbe rispettare i termini e finanzia a pioggia i comuni e la comunità della valle.Benefattori.ndr
Ma quale sviluppo garantisce una ditta privata che spoglia inesorabilmente le verdi pendici della nostra Valbrenta votata al turismo itinerante e al territorio? Una trentina di dipendenti saldamente occupati, un grande indotto, un prodotto richiestissimo ed una pioggia di finanziamenti ai locali.Con l'occhio al mercato, senza ombra di dubbio.Decidessero, casomai, di partire con la Valdastico o con la Pedemontana, dove pensate arrivino a prelevarne il materiale necessario?
Bisognerebbe capire invece cosa intendono gli amministratori quando dicono di puntare sulla Valbrenta sotto il profilo della salvaguardia del paesaggio e dello sviluppo attrattivo e turistico, visto che le storiche attività produttive sono letteralmente scomparse, lasciando solo residui di archeologia industriale, piena d'amianto, oltrettutto.Ma di questo si parla molto poco o ci si interessa.La salute in questi casi viene sempre dopo.Alcuni propongono che bisognerebbe almeno che lavorassero in galleria, per ridurre i palesi disagi, visto che la loro è un'attività autorizzata come miniera.Questo però non stà al cittadino deciderlo o concordarlo.Alcuni continuano a correggere più volte bozze di testi per lettere, articoli, comunicazioni, osservazioni a tutti gli enti preposti e alla cittadinanza, che non conosce ne gli atti ne i fatti.
A tutti questi controsensi NOI, comuni mortali, non possiamo niente?Alcuni fanno presente che i toni di quel che si scrive o si cerca di denunciare siano meno catastrofistici, sobri, meno retorici, evitando polemiche frontali. Scoprendo ancora una volta, questo degrado politico, alla luce del sole comunque, mentre tanti continuano a porsi domande sulle virgole.


Bello tutto questo scenario..........

sabato 10 novembre 2007

Osservazioni GGG - sentiero CAI

Nella relazione paesaggistica integrante lo Studio Impatto Ambientale si sottolinea che “nell’area del nuovo progetto non sono segnalati sentieri e mulattiere”. Cogliamo l’occasione per segnalare, al contrario, l’esistenza di un importante sentiero. Si tratta del sentiero “CAI Castelfranco” che percorre tutta la mezzacosta di sinistra Brenta da San Giorgio di Solagna a San Marino. Non è riportato nelle carte topografiche escursionistiche comportando, in certi tratti, difficoltà di tipo quasi – alpinistico. Il suo percorso è, comunque, ben indicato con segnavia bianco e giallo. E’ descritto minuziosamente nel numero di primavera – estate di “Le Alpi Venete” del 1990, rivista del CAI regionale, a pagina 104. Il suo tratto compreso fra Prà Ventor e Costa Alta, direttamente a sud della Val Sambuco, è stato oggetto nel 2006 di un intervento di manutenzione da parte di squadre di volontari.
Si teme che il tratto di Val Sambuco venga compromesso dal nuovo progetto di coltivazione mineraria e venga, così, interrotta la continuità del magnifico percorso di mezzacosta. Si chiede, in tal caso, che si provveda a ricostruire e segnare il percorso a una quota di sicurezza più elevata.

Osservazioni al SIA - Costa Alta

osservazioni in merito allo “ studio per le valutazioni di impatto ambientale, di incidenza e sul paesaggio riguardante la ri-delimitazione della concessione mineraria di sali magnesiaci denominata Costa Alta, ed il progetto definitivo del nuovo cantiere” sito in Comune di San Nazario – VI, conformemente al comma2, Art.16 della L.R. 26 marzo 1999 n. 10

Con la presente osservazione si intende richiamare l’attenzione di codesta Commissione sul parere espresso in data 31/05/2004 n. 79 riguardante il progetto di ampliamento della miniera di cui all’oggetto e sul quale poggia la delibera n 2010 del 2 lug 2004 della Regione Veneto.
La delibera richiama il punto 8-Valutazioni Conclusive pag. 11, del suddetto parere, laddove subordina l’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento al rispetto delle prescrizioni e raccomandazioni nello stesso dettagliate.
Trattasi di ben 11 diverse prescrizioni e di 5 raccomandazioni da attuarsi entro l’anno 2006 e delle quali non si ha evidenza dell’avvenuta attuazione.
Le stesse prescrizioni e raccomandazioni vengono altresì citate (punto 6.1-2°capoverso del parere: osservazioni pervenute dal Sindaco e dal Consiglio Comunale di Valstagna) per giustificare una valutazione favorevole di compatibilità ambientale e tacitare così le osservazioni nettamente critiche nei confronti del progetto di ampliamento.
La non ottemperanza, od anche solo la mancata verifica, delle prescrizioni al cui rispetto veniva subordinata l’approvazione del precedente progetto (parte integrante dell’attuale richiesta di ri-delimitazione per esplicita affermazione degli stessi progettisti), impongono un necessario ripensamento dell’intero progetto
Riteniamo non vi siano le condizioni per procedere oltre con l’attività di cava miniera in quanto proprio le prescrizioni sopra richiamate giustificavano la valutazione di “favorevole accoglimento del progetto in rapporto all’impatto ambientale”. Tale favorevole accoglimento, non potendo essere confermato dalle prescrizioni a cui era subordinato, risulta oggi ancor meno possibile e giustificabile.
Chiediamo pertanto venga riesaminata l’intera questione alla luce non solo dell’attuale richiesta di ridemilitazione, ma anche della mancata ottemperanza alle indicazioni prescrittive da questa stessa Commissione formulate.
Nel frattempo chiediamo non venga concessa qualsiasi ulteriore autorizzazione e venga data adeguata informazione sullo stato attuale della coltivazione e delle opere di ripristino e ricomposizione.

Osservazioni storiche dal GGG


Il crinale che scende dal Col Moschin a Carpanè, a partire dal 1916, è interessato da importanti interventi di infrastrutturazione militare. Quando il Canale di Brenta, dal novembre del 1917, diventa direttamente teatro di operazioni, è già una linea poderosamente fortificata. La “linea Mameli”, così è denominata in codice, si raccorda a fondovalle con la linea che risale in destra orografica il costone del Col d’Astiago, configurando la terza cortina di sbarramento del Canale.
Le quote di Costa Alta costituiscono il nucleo operativo del sistema, dominando sia lo sbocco della Val Frenzela che tutta la parte settentrionale del Canale. Vi trovano collocazione, fra l’altro, varie sedi di comando, l’osservatorio reggimentale, le stazioni di collegamento ottico. Una linea avanzata si stacca in direzione nord fin oltre le Case Niccolini (più note come Case Rossetti).
Gli archivi dell’AUSSME di Roma conservano documenti significativi, ne alleghiamo qualcuno a titolo esemplificativo.
I progressivi ampliamenti dell’area di coltivazione mineraria, negli ultimi anni, hanno cancellato una buona parte di questi Beni Culturali tutelati, ora, dalla legge 78 del 2001. La linea avanzata di Case Niccolini è stata interamente cancellata già da tempo. Nella primavera scorsa la stessa sorte è toccata alle strutture di collegamento ottico e al pregevole e ben conservato osservatorio.
Questi ultimi interventi distruttivi sono legati allo stralcio di coltivazione approvato nel 2004. Ci sembra strano che, allora, il progetto non abbia tenuto in debito conto le esigenze di tutela, come ci sembra strana la tempestività degli interventi distruttivi, in un momento di crescita dell’interesse delle comunità locali per le vestigia della Grande Guerra, concretizzatosi in numerosi interventi di recupero. Tempestività che, fra l’altro, ha anticipato il censimento delle strutture distrutte, la cui esecuzione era stata preannunciata all’amministrazione comunale competente Di fronte a tutto ciò manifestiamo preoccupazione per i nuovi interventi di coltivazione nell’area ridelimitata. Anche se non investiranno direttamente strutture ancora leggibili, interferiranno gravemente con ciò che rimane. La mulattiera di arroccamento che sale al Col Moschin e i resti delle postazioni a monte di Costa Alta si apriranno direttamente sul versante della Val Sambuco interessato dalle escavazioni, con grave compromissione sia dal punto di vista del valore storico - paesaggistico che della possibilità di una lettura integrata delle funzionalità del sistema fortificato in questione.
In conclusione riteniamo che, viste le gravi e irrimediabili distruzioni che l’attività mineraria ha comportato relativamente al patrimonio dei Beni Culturali della Grande Guerra e vista la necessità di una massima salvaguardia di quanto rimane, esista incompatibilità fra l’attività mineraria e i valori storico – ambientali espressi dal territorio.

Osservazioni impatto viario



Prot.n. 102A
Oggetto: osservazioni in merito allo “ studio per le valutazioni di impatto ambientale, di incidenza e sul paesaggio riguardante la ri-delimitazione della concessione mineraria di sali magnesiaci denominata Costa Alta, ed il progetto definitivo del nuovo cantiere” sito in Comune di San Nazario – VI, conformemente al comma2, Art.16 della L.R. 26 marzo 1999 n. 10

All’elaborato 2 del SIA, riassunto non tecnico, al capitolo “ stima degli impatti”, pag 103, si prefigurano 3 possibili scenari di mutazione deI volumi di traffico in relazione al quantitativo di materiale da trasportare.
Sia in premessa che in sintesi finale si ipotizza un trascurabile incremento del trasporto su gomma ed un marcato aumento del trasporto ferroviario, che passerebbe dall’attuale e non verificato 2% al 12% del totale; con ciò si argomenta che l’impatto del trasporto di materiale della miniera può essere considerato negativo basso/trascurabile, in relazione alla variazione del flusso veicolare sulla SS47.
Chiunque percorra la Valbrenta conosce bene quanto questo ipotetico trascurabile impatto sia invece pesante e non più tollerabile; la ferrovia inoltre non garantisce nemmeno il trasporto di quel 2% già considerato assodato, e non risultano esserci impegni formalizzati per il prossimo futuro, vedi recente trasloco della ditta Nord-Legno dal sito di Carpanè proprio per difficoltà di accesso e fruizione del trasporto su rotaia.

Al di là quindi delle buone intenzioni o delle promesse che da 40 anni si susseguono sul futuro della SS47, restiamo ai dati oggettivi citati nello stesso SIA:
ü per trasportare i 400.000 mc annui di materiale, pari a 1.120.000 ton, con gli attuali mezzi a disposizione e nell’ipotesi che il 2% viaggi su rotaia, occorrono circa 275 passaggi al giorno (per 10 ore al giorno, per 250 gg lavorativi all’anno, per 40 anni). In definitiva trattasi di 1 automezzo ogni 2 minuti che esce dal cantiere (ogni 4 passaggi uno prende la strada per Trento);
ü già il volume attuale di 350.000 mc comporta un traffico insostenibile, come più volte dichiarato dagli amministratori locali, sia attraverso organi di stampa, sia nella bozza preliminare del PATI;
ü le stime citate nel SIA della cava/miniera Peroglio non considerano che la SS47 è già soggetta al traffico pesante relativo alle varie cave/messe in sicurezza su conoide presenti a monte (comuni di Cismon e Valstagna), per le quali si ipotizza a regime un ulteriore volume superiore ai 400.000 mc/anno: un totale complessivo di oltre 500 passaggi giorno, o per meglio dire 1 automezzo al minuto sulla strettoia di Carpanè.



Tali sintetiche considerazioni evidenziano l’assoluta incompatibilità di un ulteriore aumento di traffico con la permanenza di un minimo di qualità di vita per i residenti, e per coloro che visitano la Valbrenta: tempi di percorrenza aumentati, frequenti intasamenti ed incidenti stradali, polveri ed inquinanti aereodispersi dannosi per la salute, rumore persistente, polveri sottili da combustione di idrocarburi e conseguente aumento di patologie bronco-tumorali.
Risulta difficile comprendere come l’intervento richiesto dalla ditta Peroglio possa essere definito di “pubblica utilità” dagli estensori del SIA.

Facciamo appello a codesta spettabile Commissione perché non conceda qualsiasi ulteriore autorizzazione, nell’effettivo interesse collettivo; perché pensi alla Valbrenta non come un territorio marginale ed in abbandono, ma come una valle dinamica e vitale, tesa al recupero e rilancio della propria specificità e delle proprie indubbie risorse, innanzitutto attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del proprio inalienabile bene comune: il territorio, il paesaggio e la qualità di vita.

Osservazioni paesaggistiche

Si riportano alcuni punti della relazione paesaggistica, contenuta nel SIA presentato dalla ditta Peroglio, che a nostro avviso risultano incompleti e sottostimati:

· Fiume brenta: “ .. il letto del corso principale spesso riempito dalle acque solo in minima parte”
· Montagna: “ .. i fianchi completamente disabitati ed incolti”
· Economia: “ .. sopravvive per il polo artigianale di Bassano e la miniera di Costa Alta”
· Paesaggio: “.. caratterizzato dal complesso Guarnieri”

Quanto sopra per esemplificare il modo strumentale, usato nella relazione SIA, di far apparire la Valbrenta come una terra desolata, spoglia, abbandonata ed incolta.

Tutto ciò non illustra la vera realtà del Canal di Brenta nel suo complesso, in quanto:
Ø Il fiume Brenta ha costantemente per tutto l’anno una portata ideale per attività quali il rafting e la canoa.(recente svolgimento dei campionati italiani)
Ø La montagna è abitata fino a mezza costa ed è in atto una forte azione di recupero dei terrazzamenti e degli edifici rurali con aiuti delle amministrazioni locali e della Comunità Europea attraverso il progetto Alpter, cofinanziato dalla Regione Veneto
Ø L’economia è caratterizzata da eccellenti attività artigianali ed industriali in settori di nicchia ad alto margine, e sta conoscendo un crescente incremento dell’attività turistica (trekking, rafting, canoa, cicloturismo, pesca sportiva ..) fortemente legata alla qualità ed integrità dell’ambiente
Ø Il paesaggio, di cui il complesso Guarnieri non è che un pessimo esempio (ex centrale all’esterno con tetto in amianto, stato di abbandono, serramenti e tetto fatiscenti ..), è caratterizzato da un ambiente fluviale unico, dal susseguirsi di terrazzamenti di bassa e mezza costa, alternati a zone boscate, ripidi costoni, vallecole e storici borghi di indiscusso valore storico e culturale.

Speriamo di aver fornito elementi utili e non “distorti” per una valutazione ponderata del nuovo progetto di ridelimitazione e della relativa compatibilità ambientale.

Osservazioni Canoa Club Kayak Valstagna

Con la presente si intende integrare la descrizione del fiume Brenta riportata nel SIA presentato a codesta Commissione per la ridelimitazione della cava-miniera Peroglio.
Nella “relazione paesaggistica” non è stata descritta la parte di fiume che scorre da S.Gaetano a Campolongo, più precisamente la parte sottostante l’attività mineraria di Costa Alta.
Questo tratto di fiume è caratterizzato da una buona portata d’acqua per la pratica della canoa sportiva e del rafting per tutti i giorni dell’anno (uno dei pochi fiumi in Italia). Esiste infatti un campo attrezzato per disciplina olimpica della canoa slalom, nel quale si effettuano giornalieri allenamenti e ricorrenti manifestazioni agonistiche a livello nazionale ed internazionale.
Siamo seriamente preoccupati che l’intensa attività mineraria, oltre che offrire un paesaggio degradato a chi frequenta il fiume, possa influire negativamente sulle attività che nel fiume hanno la loro principale risorsa; intendendo con questo non solo le scuole di canoa ma anche l’indotto che tutto ciò genera a beneficio dell’intera comunità.
Quanto sopra per una migliore valutazione ambientale di compatibilità del nuovo progetto con l’ambiente fiume.

domenica 14 ottobre 2007



Ringraziamo il sindaco O. Bombieri, del comune di San Nazario, per la corretta comunicazione per non aver potuto partecipare al convegno di oggi 13 ottobre 2007.
Ci duole non poco la Sua mancata presenza o quella di qualsiasi rappresentante del suo consiglio comunale, a differenza del comune di Valstagna, Solagna e Pove, non solo presenti con i rispettivi sindaci, a cui va un plauso, nonostante i molteplici impegni, incontri, dibattiti e presentazioni che si sono susseguiti in questi giorni in tutta la Valbrenta e non solo. E' un segno di sensibilità che fa sempre piacere.Ma fa riflettere.
La Valle non è ancora morta!
Un'occasione mancata comunque, per gli spunti che si possono trarre da simili convegni.
Nessun accusato e nessun accusatore.
2007, odissea in Valbrenta.Quale futuro.Era il titolo

Ci duole ancor più segnalarLe, vista la Sua richiesta, che le motivazioni del sindaco di San Nazario sono state tempestivamente pubblicate nel sito il giorno 11/10/2007 alle ore 12,32 come appare nei nostri server.
Cogliamo l'occasione per segnalarLe che tutti le possono trovare nella home page del sito, a destra, in verde, sotto la scritta gialla con indicato
Solo 38 anni + 2 di "salutari" rimodellamenti è inserito il sindaco risponde alla ns. mail del giorno dopo, ma ci parla dei suoi impegni e non delle nostre ragioni a cui basta cliccarci sopra, oppure a questo indirizzo http://gsv.altervista.org/Lettere/SanNazario10-2007.pdf
Ci permettiamo, qualora non l'abbia letto, di segnalarle inoltre:
"Vergognosa gaffe....del magnifico Team di tecnici, che dopo averci propinato lunedì 8 ottobre a San Nazario, per ore, dati, statistiche e previsioni confortevoli per il nostro benessere, la salute e l'ambiente della Valbrenta (TUTTA si intende, da Cismon a Pove compreso), per i prossimi 40 anni di attività estrattiva in Valle, hanno presentato mercoledì 10 ottobre a Quero (BL), analogo Studio di Impatto Ambientale per la Miniera di Schievenin.

Hanno presentato con un copia-incolla, lo stesso piano della miniera Costa Alta di Carpanè - San Nazario?

Sorge spontanea la domanda o sono le solite illazioni dei soliti millantatori?.
A noi ci era parso lunedì di qualcosa di preconfezionato, ma ignoranti come siamo......se lo sono chiesti anche le oltre 200 persone che hanno assistito mercoledì alla analoga presentazione pubblica di studio e progetti relativi al rinnovo della concessione mineraria Schievenin (Quero - BL) e ne hanno avuto probabile conferma, di cui riportiamo in allegato ciò che è apparso sul Gazzettino di Belluno (non lo diciamo noi, dunque)
http://comitatocolderoro.blogspot.com/
Si sà, gli errori tecnici fanno sempre paura.Ma qui non siamo in Vajont! Suvvia.
Ai posteri l'ardua sentenza.

E Voi vorreste prendervi la responsabilità di essere complici ed avvallatori, con tutte le responsabilità che ne procederanno, di questi personaggi? chiediamo noi.

Le ricordo il nostro documento di intenti (
http://gsv.altervista.org/statuto/doc%20intenti%20Gruppo%20Salvaguardia%20Valbrenta.pdf), la continua ricerca del dialogo con tutti i soggetti pubblici e privati, con le amministrazioni che ci rappresentano, senza remore, rancore e pregiudizi.
Aperti ad ogni confronto.
Non possiamo subire ad occhi chiusi, interventi simili al SIA di Costa Alta presentato lunedì, perchè Vi sentite "pressati" dalle società di escavazione e dare per scontato il risultato autorizzativo positivo della Regione, come qualcuno della Sua giunta, ridendo, proclama.
VOI state amministrando un bene comune.
NOI lo stiamo perdendo: il territorio ed il paesaggio.
VOI lo state svendendo, NOI lo stiamo subendo.

Fermatevi e discutiamone.Tutta la Valle.Assieme.

mercoledì 10 ottobre 2007

Cava Peroglio: ridelimitazione?

Lunedì sera 8 ottobre 2007 a San Nazario, presso la sala parrocchiale, è stato presentato al pubblico lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) per la “ridelimitazione” della concessione mineraria Costa Alta ed il nuovo Progetto di coltivazione in località Carpanè di San Nazario (VI).
In poche parole si tratta della richiesta di ampliamento della ben nota cava-miniera Peroglio per ulteriori 38 + 2 anni di coltivazione.
Erano presenti i rappresentanti delle giunte comunali di S.Nazario, Valstagna e della Comunità Montana, oltre al numeroso pubblico.
I tecnici incaricati dalla Granulati Dolomitici Peroglio srl per ben 2 ore hanno illustrato tabelle e grafici, foto e simulazioni nel tentativo di far comprendere
il relativamente basso impatto ambientale di un simile intervento;
il quasi gradevole aspetto del sito una volta eseguiti gli interventi programmati di “ricomposizione ambientale penecontemporanea all’estrazione propri dell’ingegneria naturalistica” come sono stati definiti;
l’irrilevante effetto su flora e fauna;
il limitato aumento del carico veicolare sulla SS47;
la benefica ricaduta sull’economia locale per la creazione di nuovi posti di lavoro;
il doveroso contributo allo sviluppo delle attività dove il “prezioso materiale estratto” viene utilizzato ….!

Mentre tra il pubblico ascoltavamo tutto questo, dentro noi abbiamo sentito un profondo disagio; ci siamo sentiti presi in giro per l’ennesima volta, eravamo arrabbiati ed allo stesso tempo avviliti. Ci tornavano alla mente le parole di Rigoni Stern “ .. stiamo attenti a non stravolgere o svendere la casa comune per un piatto di lenticchie ..”: quello che la natura ha prodotto in millenni noi dilapidiamo in pochi anni; cosa lasceremo alle generazioni future? Solo ferite e cicatrici profonde nel territorio, una qualità di vita compromessa per sempre a fronte di un beneficio immediato per pochi a danno di molti per un tempo indefinito.
Allo stesso modo si rivivono le sensazioni provate leggendo, per chi può, “Sulla pelle viva” scritto da Tina Merlin sulla tragedia del Vajont.
Noi non avremo un catastrofe mortale, ma sulla nostra pelle e su quella dei nostri figli, lentamente nel tempo, si consumerà una tragedia: verremo progressivamente espropriati del nostro territorio, come lo furono gli abitanti di Erto; saremo costretti ad emigrare o diversamente ad accettare di abitare un paesaggio lunare, povero di suoni della natura e coperto dai rumori del cosiddetto sviluppo.
L’unica risorsa della valle, il nostro bene comune, il territorio ed il suo paesaggio, già pesantemente compromessi, saranno irrimediabilmente perduti.

I nostri amministratori, i nostri rappresentanti democraticamente eletti devono farsi carico di tutto questo, non possono abbandonare la piazza e non assumersi le responsabilità che il loro mandato impone.
Purtroppo abbiamo assistito con stupore al comportamento della Giunta del comune di S.Nazario: finite le relazioni, quando finalmente si dava voce ed ascolto ai cittadini, assessori e sindaco se ne sono andati per “precedenti impegni” lasciandoci soli ad affrontare complesse questioni tecniche e procedurali, non sempre richiamate per fare chiarezza.Personalmente lo consideriamo un comportamento offensivo ed un pesante svilimento della delega che i cittadini hanno a suo tempo espresso con il voto.

sabato 22 settembre 2007

Osservazioni nelle messe in sicurezza

Leggendo alcuni “pronunciamenti” attorno all’apertura di nuove escavazione e in particolare in merito alla prospettata cava Valgrande nel Comune di Valstagna, appare molto scorretto che ciò non avvenga nell’ambito istituzionale di appropriate discussioni pubbliche previste dalle procedure europee, quali la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), la Valutazione d’Incidenza (V.Inc.A.) obbligatoria data la presenza nel contesto di Siti d’Interesse Comunitario (SIC/ZPS) e non da ultima la Relazione Paesaggistica prevista dalle più recenti normative nazionali.
Tali incontri dovrebbero essere adeguatamente organizzati in primo luogo dal Comune, ma anche dalla Comunità Montana, dalla Provincia e dalla Regione, fornendo alla cittadinanza in maniera comprensibile a tutti, gli elementi conoscitivi contenuti nei progetti proposti, come pure i materiali sviluppati dai gruppi di lavoro interdisciplinareicostituito dai tecnici a cui è stato affidato il compito di redigere le Relazioni e le cartografie attraverso le quali si esprimono le valutazioni stesse.
Le osservazioni dei cittadini o delle varie associazioni che li rappresentano, dovrebbero essere raccolte prima di esprimere le valutazioni conclusive. Non sono cose nuove. Purtroppo sembra che, affrontare i problemi e prendere le decisioni sulla base di elementi conoscitivi di carattere scientifico, il più possibile approfonditi e quindi oggettivi, sia un processo alquanto utopico nella nostra imperfetta democrazia.
Ciò lascia aperta la porta a tutto un “chiacchierare”, che qualcuno ha anche il coraggio di chiamare “far politica”, alquanto superficiale e spesso interessato, attorno a fatti molto importanti e cruciali per il futuro di aree sensibili e a rischio, com’è in particolare questa valle.
Peraltro è incredibile constatare che, della situazione di diffuso rischio ambientale che caratterizza la Valle del Brenta, ben pochi sembrano voler accorgersene. Se esaminiamo le diverse cartografie ufficiali che dovrebbero mettere in evidenza le aree soggette a frane o caduta massi, quelle a rischio geo-idrologico di vario grado, le aree a degrado forestale e paesaggistico e più in generale in totale abbandono con tutte le conseguenze che questo crea, vediamo che su queste stesse carte non è riportata che in minima parte la realtà presente. E’ come se le istituzioni, o meglio chi le rappresenta in quest’area geografica, avessero chiuso gli occhi attorno a certi gravi fenomeni che da tempo stanno accadendo sul territorio. Meno presa di coscienza eguale a meno allarmismi, sembra essere il criterio con cui si governa in molti di questi Comuni.
Uno dei casi più eclatanti è l’area delle Grotte di Oliero, tanto decantata sotto il profilo turistico, quanto dimenticato Sito naturalistico d’interesse comunitario. Le cartografie ufficiali indicano in questa zona una molto limitata area a rischio di frane e caduta massi. Eppure basta una visita lungo il sentiero della Via Piana (l’ “Alta via del Tabacco”) per accorgersi della sua potenziale pericolosità, con crolli e caduta massi, in particolare lungo tutto il ripido pendio che va dalla Valle del Peraro a Val del Spin. Qui si organizzano ogni anno, su un percorso privo di qualsiasi protezione o indicazioni di pericolo, marce non competitive con centinaia di persone coinvolte. Frequenti sono pure le escursioni di scolaresche con bambini, anche in tenera età, attratti da un “percorso natura” che di naturale ha solo il suo stato di abbandono. Per non parlare dello stesso parco delle grotte, visitato annualmente da circa 30.000 persone, sul quale incombe la sovrastante montagna, alquanto mal messa.
Ma ancora più emblematico è il caso dei terrazzamenti. Tutti sanno che la stragrande maggioranza delle masiere, frutto di un lavoro immane di costruzione e manutenzione continua svolto nei secoli passati, sono per di più in uno stato di totale abbandono e quindi in condizioni di crollo incipiente o in atto. La minaccia di caduta di massi che hanno questa origine, cresce ogni giorno. Eppure non c’è alcuna cartografia, alcuna relazione o provvedimento, che ne tenga conto.
Una larga fascia dei versanti della valle che dovrebbe essere considerata, per una ragione o per l’altra, a serio rischio ambientale, è così lasciata ai propri dinamismi in cui si accentua lo squilibrio, sia principalmente a causa dell’abbandono di ogni cura da parte dell’uomo, che degli stessi mutamenti climatici che stanno sconvolgendo anche queste zone.
Se si considerasse qualsiasi opera umana ad alto impatto ambientale, facendo in primo luogo riferimento a questa situazione generale, vedremo che il problema non diventa più quello di “due opere in cambio di una cava”, ma bensì quello di un futuro sostenibile, garanzia di reale sicurezza e di vita civile, per le presenti e future generazioni. (Lettera firmata)

mercoledì 19 settembre 2007

I Comuni ai cittadini


E adesso? Dopo il V-day?La parola è ai cittadini. Ogni Meetup, ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali.I cittadini devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli.I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi.Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata. Fare parchi per i bambini o porti per gli speculatori. Costruire parcheggi o asili. Privatizzare l’acqua o mantenerla sotto il loro controllo.Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche.Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno avranno la certificazione di trasparenza “beppegrillo.it”. Tra i requisiti ci saranno, ad esempio, il non essere iscritti a partiti ed essere incensurati.Le liste potranno comunque chiamarsi come gli pare ed essere autonome nella loro azione. Ci potranno anche essere più liste in una stessa città.Le liste certificate saranno pubblicizzate dal blog e messe in condizione di scambiarsi informazioni e esperienze attraverso una piattaforma comune on-line che sarà messa a disposizione, sempre attraverso il blog.Io non parteciperò a nessuna manifestazione nei prossimi mesi. Non sto promuovendo la presentazione di nessuna lista civica, né locale, né nazionale.La loro voce i partecipanti del V-day non la prestano a nessuno. Sono i megafoni di sé stessi. I cittadini che si fanno politica.Per le liste civiche rimanete sintonizzati sul blog. Stay tuned.

Campagna sull'acqua


Ecco un bel esempio di come un Comune può promuovere il consumo dell'acqua del proprio acquedotto.Questa campagna viene promossa dal Comune di Rosà (VI), segno questo che quando le idee sono buone il colore politico non ha alcuna importanza. Potete leggere e scaricare tutto il materiale della campagna al seguente indirizzo:http://www.comune.rosa.vi.it/

giovedì 8 marzo 2007

Osservazioni, critiche e denunce sulle biodiversità ( parco delle Grotte di Oliero, bosco di Cismon, aree SIC, ecc.)

Osservazioni, critiche e denunce sui boschi e pascoli (riconversioni e pulizia dei boschi, malghe, ecc.).

Osservazioni, critiche e denunce sull'uso del suolo (protezione geo-idrologica, terrazzamenti, incentivi agricoli, cave, ecc.).


Giovedì, 30 Agosto 2007

fonte
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Vicenza&Codice=3490627&Data=2007-8-30&Pagina=BASSANO

VALSTAGNA Il sindaco Aldo Negrello spiega i vantaggi dell’apertura del nuovo sito a nord del paese
Due opere in cambio di una cava
«Contropartite per la Valgrande saranno una pista ciclabile e un nuovo ponte, senza costi per noi»
Valstagna
Un nuovo ponte e il completamento della pista ciclabile. Due contropartite in cambio dell'ampliamento della cava Valgrande, al limite settentrionale del comune di Valstagna.Disagi e distruzione, secondo il comitato a salvaguardia della Valbrenta. Ma il sindaco Aldo Negrello spiega che la nuova concessione vale la candela: «Tutta la comunità, a cominciare dai residenti di Collicello, ne trarrà beneficio».
L'ampliamento prevede un fronte di escavazione di un chilometro e mezzo, la rimozione radicale del versante fino alla soglia rocciosa e a una profondità di quattro metri sotto il livello stradale. L'intervento ha già avuto disco verde dal Consiglio comunale e dalla Provincia, ma attende ancora il parere della Regione in particolare del Via, la commissione di valutazione di impatto ambientale, che a quanto riferisce il sindaco si è già riunita tre o quattro volte sulla questione ma non si è ancora espressa.
«Noi comprendiamo le preoccupazioni del comitato - dice il sindaco - ma la verità è che delle cave non si può fare a meno e comunque questa risolve un problema grosso di Collicello, dove hanno chiuso più volte la strada perché cadevano sassi. Le escavazioni servono dunque come salvaguardia, ma non solo. La ditta che eseguirà i lavori ha garantito, in accordo con l'Anas, che verrà risolto il punto nero della viabilità, vale a dire la passerella poco sicura su cui transita la corriera Bassano-Enego: verrà costruito un nuovo ponte più ampio e sarà anche continuata a sud la pista ciclabile. Il tutto senza costi per la collettività».
Al comitato della Valbrenta, che ha inviato una segnalazione alla Sovrintendenza ai beni ambientali e architettonici sull'ampliamento, Negrello manda a dire che «in Valbrenta ci sono cose ben più gravi della cava Valgranda», ad esempio «le messe in sicurezza di tanti Comuni vicini». Cismon, ad esempio: «Lì ne hanno tre o quattro, di escavazioni. Tanto che anche il parroco è insorto».
Le cave, comunque, sono inevitabili: «In Trentino è dieci anni che lavorano con questo sistema e nessuno dice nulla. La Valgrande, in ogni caso, sorge su un terreno privato. Sulle domande che arrivano in Comune, non è che possiamo dire molto».
Per il comitato risponde a stretto giro di posta il presidente Roberto Sessi, che contesta la tesi delle "cave inevitabili": «Ad Arsiè un intero paese è sceso in piazza contro una nuova cava, sindaco in testa. Evidentemente i Comuni, se vogliono, possono muoversi, invece di comportarsi da Pilato».
Quanto al Trentino, secondo Sessi è un esempio poco calzante alla situazione vicentina: «È vero che i trentini scavano, ma dopo sistemano l'ambiente a puntino. Andate a Grigno e paragonatela con Carpané, dove da trent'anni c'è una montagna distrutta e nessun progetto di ripristino».
Il presidente del comitato ha molto da ridire anche sul «ritorno» che il territorio avrebbe dall'ampliamento della cava Valgrande: «Intanto è tutto da dimostrare che la ditta realizzi il nuovo ponte: per ora hanno fatto una passerella cui accedono solo i camion, con disagi per i residenti. E una panzana colossale è anche che la cava eviti il rischio di caduta massi: semmai è il contrario, con l'asportazione c'è il pericolo che i massi cadano come bombe».
Il comitato annuncia di non fermarsi e di essere pronto a inviare altre segnalazioni su ciò che considera un intervento potenzialmente lesivi del patrimonio storico-ambientale: «Un chilometro e mezzo di escavazioni, dal Collicello al Cornale, non è roba da ridere. Per non parlare del buco quattro metri sotto il livello stradale. Vogliamo vedere poi chi controllerà che venga riempito»
Laura Lorenzini

Osservazioni, critiche e denunce sull'uso dell' acqua (sorgenti, fiume, energia, ecc.).

ETRA spa, di cui si parla molto in questi ultimi tempi (2006/2007), è la multiutility nata dalla fusione di tre aziende specializzate, nell'erogazione di servizi integrati (acquedotto, fognatura e depurazione) che sono Seta, Brenta Servizi e Altopiano Servizi.
Cittadini che si aspettano magari non una riduzione del costo delle bollette, o almeno un blocco all'aumento. Invece si son visti deliberare, tra i primi atti della nuova società, proprio gli stipendi. E nella stessa seduta gli amministratori hanno provveduto a fissare anche quello che, per i normali dipendenti si chiama Tfr, mentre per i componenti di un cda prende il nome di Tfm, ossia trattamento di fine mandato. Magari, qualcuno avrà pensato, visti gli stipendi corposi, si sarà cercato di risparmiare su questo Tfm. Pura illusione. Il trattamento di fine mandato è il 12% dello stipendio complessivo percepito per ciascun anno di mandato.
L'Etra avrà una durata come società fino al 2050......I nostri comuni (Valbrenta circa 10.246 abitanti fonte Istat) hanno un peso del 2% tondo tondo....Quindi nessun peso decisionale.
Si prospetta un altro aumento delle tariffe idriche del 25% nel 2007che dovrà salire ancora nei prossimi anni.Di questo ne siamo certi.Questi aumenti servono solo per coprire il 100% della spesa, come enunciava la legge Galli e sono graduali perchè altrimenti il saldo sarebbe improponibile.
I cittadini come potranno in futuro intervenire, visto che non saranno certo i Comuni a prendere le decisioni?
La legge Galli è stata approvata nel 1998 con un governo non certo di centrodestra ed obbliga i Comuni a fare questo tipo di società. Questo è il dato di fatto ed era il Governo D’Alema, vicino ai bisogni della gente comune.In alternativa potevamo rimanere fuori da questa famosa ETRA, ma significava essere isolati ed invece per il bene dei cittadini c’è stata questa fusione. Non ci sono alternative rispetto alla legge del 1998.
E' stata anche siglata l'intesa fra Etra e Unione Nazionale Consumatori.
Come vedete tutte le leggi e gli accordi vengono rispettati.Peccato che i cittadini di questo non ne sappiano niente.O lo ignorano (che è più bello da pensare).
La legge dello Stato impone la copertura dei costi al 100% con gli introiti del servizio, senza l’intervento dei Comuni con altre risorse come in passato.
Non è tardi per intervenire.
E' GIA' TROPPO TARDI !!!

Quello che indigna è che ci lamentiamo degli aumenti ma pochi sanno che gran parte di questi sono dovuti per pagare gli amministratori. Si, in realtà, i compensi per i responsabili della società ETRA sono stati gli stessi soci a determinarli, ed i soci sono i sindaci dei comuni.Consiglieri, presidenti e amministratori guadagnano 354 mila euro all’anno nel 2006.e noi cosa facciamo?Raddoppiano, tra le proteste, le tariffe dopo i passaggi fra Brenta servizi ad Etra spa.Si prospetta per l’acqua, 1.300 euro ( 2.500.000 del vecchio conio ) per le spese per un allacciamento "con scavo"; per un allacciamento senza scavo i costi scenderebbero invece a 700 euro, escludendo però le spese per il contatore. .... mi sembra il minimo
Già a Marzo 2006 c’era stata un’interrogazione nel comune di Camposampiero (PD) che svelava quando spendono i cittadini per la gestione del colosso dell’acqua, con poltrone d'oro: Etra spa costa oltre 300mila euro l'anno.Per chi ignorasse ancora la faccenda «Per gli amministratori c’è anche un trattamento di fine mandato, scandaloso». Ecco tutti i compensi di Svegliado & C.A puntare il dito contro Etra Spa (80 comuni, 220 mila utenze) e contro le poltrone dorate, per primo (e credo l’unico) un consigliere di opposizione in consiglio comunale a Camposampiero, Domenico Zanon.«Capisco i parlamentari - afferma Zanon - capiamo i lavoratori dipendenti che hanno diritto al Tfr, ma del trattamento di fine mandato per un amministratore, a questi livelli, sono francamente scandalizzato».
Facciamo quattro conti: Il presidente Stefano Svegliado ( pagato 36.000 euro all'anno, assegno mensile di 3.000€) cittadellese, candidato a sindaco e ... trombato ( se non si fidano i suoi concittadini, perchè dovremmo fidarci noi ? ) ha capacità di agganci politici"...Roberto Trotto ( 18.000 euro all'anno perchè è vice presidente, quindi 1.500€ mensili)ai dieci consiglieri della società,Gianni Alfine, Filippo Antonello, Amelio Barco, Alessandro Bergamin, Giovanni Battista Bertollo, Leonildo Bettio, Roberto Daniele, Mario Polato, Francesco Schiavon, Lino Streliotto ( 12.000 euro all'anno ciascuno)Il compenso più alto spetta, ovviamente, all'amministratore delegato, Mirko Patron che, per le sue funzioni, si porta a casa la bellezza di 120 mila euro l'anno. All’altro amministratore, Luigi Angelo Valsecchi altri 60 mila euro, come responsabile della pianificazione dello sviluppo e dell’audit aziendale.Da notare, due amministratori.Non ne bastava uno.
Anche a Rosà, in consiglio comunale relativamente alla "Legge Galli" che indica che i gestori dei servizi di acquedotto e fognature devono confluire in un organismo superiore, non si era daccordo.
La legge dice anche che il gestore non può essere il titolare del patrimonio e non può partecipare agli appalti. Nelle varie riunioni dei Comuni si è convenuto di andare a creare dal punto di vista istituzionale questa società che diventa gestore unico pur lasciando le tre società operative territoriali. Questa società potrà partecipare agli appalti pubblici con capitale pubblico. Si è voluto mantenere il capitale pubblico e, quindi, i soci saranno i Comuni. Una volta approvata questa delibera, si andrà a definire questo gestore unico che comprenderà per la S.E.T.A. di Padova circa 52 comuni, per la BRENTA SERVIZI circa venti Comuni e per la SOCIETÀ ALTOPIANO SERVIZI circa otto Comuni. Ogni Comune verrà rappresentato in base alle quote che possiede presso il proprio gestore e questo perché si tratta di conseguire sinergie gestionali in modo di arrivare ad una razionalizzazione dei costi. Premetto che tutti comunque abbiamo delle riserve nella creazione di questa nuova società anche perché non c’è alternativa.
Il rischio potrebbe essere quello che a questi appalti potrebbero partecipare delle società a capitale privato e quindi il guadagno sarà più verso il privato che verso il pubblico. Avremo questa società multi servizi che parteciperà agli appalti , saranno determinati i servizi e la tariffa unica e le famose S.O.T., cioè le società territoriali che andranno a gestire gli interventi.
Tutto il patrimonio rimarrà proprietà dei vari Comuni.

La maggiore perplessità dipende dal fatto che, quando si creano nuovi enti, ciò che è sicuro è che aumentano le spese. Dalle informazioni, il servizio fornito dalla Brenta Servizi per quanto riguarda l’acqua non è certamente al livello di come eravamo abituati. Nei comuni i cittadini erano abituati ad un servizio eccellente in quanto addirittura dopo poche ore dalla chiamata avevano una risposta. Adesso, invece, c’è scarsità di mezzi per cui la risposta ai cittadini viene data con molto ritardo. A tempo debito bisogna vedere se abbiamo fatto le giuste considerazioni su quelle che erano le alternative a questo progetto, in quanto erano previste tre diverse tipologie ed è stata scelta questa. Alla fine i Comuni approvano e tutti si accodano e tutti andiamo a finire nel sacco. Per quanto riguarda l’ E.T.R.A. in certi documenti è una società solo a capitale pubblico, e poi nell’accordo quadro c'è scritto che è possibile che le azioni vengano cedute a privati purché abbiano sottoscritto il documento. Non si capisce questa contraddizione e determinati servizi come l’acquedotto vanno gestiti da Enti Pubblici.
Queste rinunce di gestione si vedono come delle incapacità. Bisogna esser d’accordo, quindi, che queste società non vadano in mano ai privati.
Non si capisce quindi se l’E.T.R.A. sarà sempre a capitale pubblico o se le azioni possono essere cedute a privati.
Per quanto riguarda le S.O.T. bisognerebbe sapere se subiranno delle modifiche e se il Consiglio di Amministrazione sarà lo stesso. Leggendo i documenti si capisce che venivano create queste tre società e che l’amministrazione poteva essere fatta o da un unico amministratore o da un Consiglio d’amministrazione.
Purtroppo la cosa è stata gestita anche in Conferenza dei Sindaci in modo superficiale e con poca competenza. Dell’E.T.R.A. stiamo parlando dal 2003, ma solo qualche mese fa ci siamo interessati.
Il problema è molto serio, in quanto andiamo a consegnare una risorsa, che fino a poco tempo fa è stata gestita dai vari Comuni, ad un’impresa che ha capitale pubblico ma che potrà essere estesa a gestori privati.Noi pensiamo di passare all’Etra la gestione delle risorse idriche e del territorio ed invece potrà gestire tante altre risorse, potrà gestire, ad esempio, anche l’imbottigliamento dell’acqua. I Comuni vengono espropriati di un’utilità che è quella dell’acqua, che si dice sia il petrolio del domani. Bisogna chiedersi in quale modo i cittadini potranno in futuro intervenire, visto che non saranno certo i Comuni a prendere le decisioni.
Bisogna ribadire che si continua ad andare avanti con lo stesso stile che non è per niente democratico e, cioè, che le cose le veniamo a sapere dalla stampa come ad esempio il rinnovo del consiglio di amministrazione della Brenta Servizi.
Moralmente è inaccettabile come sono state condotte le cose anche perché ci sono stati alcuni Comuni che non erano d’accordo.Solo il comune di Rossano non ha approvato il bilancio Etra.Ma gli altri sindaci dov'erano? Al bar?
Si è andati a costituire una società che durerà fino al 2050. Impegnamo le prossime generazioni con decisioni prese in maniera superficiale e non con convinzione. I Sindaci non si sono resi conto della portata che questo passaggio comportava. Purtroppo, se pensiamo a come è avvenuto il rinnovo del consiglio di amministrazione della Brenta Servizi, figuriamoci come avverrà quello dell’E.T.R.A. . Nello statuto della società è prevista la possibilità di avere tantissime persone nel Consiglio di Amministrazione quindi, poi, le varie forze politiche si divideranno la torta.
C’è anche la possibilità di avere un direttore esterno, c’è la possibilità di delegare anche parzialmente l’attribuzione dell’amministratore delegato. Come ho già detto, l’E.T.R.A. non gestirà solo le risorse del territorio, ma potrà fare quello che vuole, ad esempio la sede della società potrà essere portata anche all’estero. Non siamo per niente tutelati in quanto potranno entrare nella società private e la società stessa potrà spaziare in qualunque campo, dall’energia al gas. Allora bisogna chiedersi se questa sia una garanzia per il nostro territorio..
Se la conferenza dei sindaci fosse stata più attenta in questa situazione non saremmo arrivati.

Purtroppo è una scelta politica. La creazione di questi Enti porterà a maggiori spese in quanto ci saranno amministratori, controllori e revisori da pagare. Il risultato finale sarà quello che i cittadini avranno un aumento del costo del servizio.
Dal malumore per le bollette cosa è nato? Anche l'intesa fra Etra e Unione Nazionale Consumatori al fine di garantire ai cittadini un servizio sempre migliore.Il progetto è stato adottato per rispondere alle richieste che pervengono in questo periodo alle associazioni dei consumatori circa le bollette dell’acqua emesse da Etra, il soggetto individuato dall’Autorità d’Ambito per la gestione del servizio idrico integrato nei Comuni dell’Ato Brenta.La composizione e l’ammontare della tariffa, approvata dall’ATO, prevedono infatti novità connesse a due fattori: la legge dello Stato che impone la copertura dei costi al 100% con gli introiti del servizio, senza l’intervento dei Comuni con altre risorse come in passato; il Piano d’ambito redatto dall’ATO che pianifica per 30 anni le attività del gestore del ciclo integrato delle acque e prevede investimenti cospicui su reti e impianti acquedottistici per assicurarne la funzionalità e l’efficienza in modo duraturo.Poiché fra i compiti affidati ad Etra Spa, società creata il 1° gennaio 2006 dai soggetti gestori attivi in precedenza sul territorio dell’ATO Brenta (Altopiano Servizi, Brenta Servizi, Seta), rientrano anche la gestione dei rapporti con gli utenti e l’emissione delle bollette, il Protocollo con l’Unione Nazionale Consumatori di Cassola, associazione per la tutela dei consumatori e degli utenti a livello nazionale, intende perseguire la massima trasparenza e chiarezza sul tema.

Nella cartella
documenti con delibera ATO, potete controllare il peso rappresentativo dei singoli comuni.
Nella delibera erano in 58 enti presenti, 57 favorevoli, un astenuto (Nove), mentre per l’adesione del comune di Saonara, erano presenti 43 enti, 40 favorevoli, contrari Cismon (0,20%), astenuti Valstagna (0,38%) e Solagna (0,34%).
Neanche in sede di consiglio si è uniti!
Le quote di rappresentanza sono proporzionali al numero di abitanti.
Comune di CAMPOLONGO SUL BRENTA abitanti 837 0,16%
Comune di CISMON DEL GRAPPA abitanti 1058 0,21%
Comune di POVE DEL GRAPPA abitanti 2846 0,56%
Comune di SAN NAZARIO abitanti 1787 0,35%
Comune di SOLAGNA abitanti 1759 0,34%
Comune di VALSTAGNA abitanti 1959 0,38%
dove volete che andiamo con questo peso?
Ci prelevano l’acqua, ci massacrano il territorio, ci imbottiscono il sottosuolo di tubature, ma visto che siamo quattro gatti, abbiamo una rappresentanza ridicola.
Saremmo in grado già da subito ad essere autosufficineti con approvvigionamneti idrici , anche secondari, ed invece.......
ACCETTIAMO IN SILENZIO COMPROMESSI SOLO PERCHE’ LA LEGGE DELLO STATO IMPONE LA COPERTURA DEI COSTI IDRICI E DEI RIFIUTI, AL 100% CON GLI INTROITI DEL SERVIZIO, SENZA NESSUN INTERVENTO DEI COMUNI CON ALTRE RISORSE, QUINDI A TOTALE CARICO DEGLI UTENTI, IN BASE AL LORO NUMERO DI ABITANTI.

NON SERVE AGGIUNGERE ALTRO, se non .............. ma questo è un altro discorso...

venerdì 23 febbraio 2007

Il bilancio sostenibile delle risorse nella ValBrenta

Il Gruppo si propone di contribuire allo sviluppo sostenibile (°) della Valle del Brenta (o Canale del Brenta) nell’ambito più generale delle gravissime condizioni della montagna veneta, attraverso le seguenti azioni:
a)- Promuovendo la partecipazione democratica di tutti i cittadini e in particolare delle associazioni culturali, del volontariato, ecc., alle decisioni che riguardano l’uso delle risorse locali e il futuro di questo territorio (PATI e altri strumenti urbanistici, delibere varie, finanziamenti e bandi, incentivi, ecc.);
b)- Verificando la qualità delle informazioni e delle conoscenze messe a disposizioni dagli Enti locali e dalle Autorità competenti sullo stato del territorio e sulle decisioni che si vanno a prendere;
c)-Sviluppando la cultura ambientale in tutti gli aspetti, in particolare diffondendo la conoscenza delle leggi e norme di livello Europeo, Nazionale e Regionale che riguardano la tutela ambientale e paesaggistica (SIC e Rete Natura 2000, vincoli, impatti ambientali e paesaggistici, danno ambientale, leggi sulle cave, ecc.).
d)-Raccogliendo e facendo proprie le istanze di singoli cittadini e Associazioni, nel merito dell’emergenza di problemi ambientali, del modo di sfruttamento delle risorse locali, dei dissesti sul territorio, degli abusi e incongruenze progettuali, ecc.
e)- Organizzando assemblee, convegni e iniziative divulgative per dare la più ampia attuazione agli obiettivi sopra esposti.

Si costituiscono gruppi di lavoro sui seguenti temi prioritari:

1. Risorsa suolo e sottosuolo. Cave, in particolare: messa in sicurezza delle scarpate,
ripristino ambientale e paesaggistico dei versanti, ecc..
2. Risorsa acqua. Fiume Brenta e sorgenti (Oliero, Subiolo, Fontanazzi, ecc.), in
particolare: gestione della risorsa idrica ( invasi, derivazioni, acquedotti, ecc) qualità
dell’acqua e tutela della biodiversità, usi turistici e sportivi compatibili, tutela del
paesaggio fluviale, Siti d’Interesse Comunitario (SIC), ecc..
3. Viabilità. In particolare:completamento in galleria della SS 47 Valsugana, chiusura
festiva al traffico generico sulla Strada Campesana, trasporto pubblico in valle, piste
ciclabili, sentieri, ecc..

(°) Sviluppo di attività economiche, sociali e culturali capaci di assicurare la tutela delle
risorse naturali e umane senza compromette la possibilità per le future generazioni di
soddisfare i loro propri bisogni (tratto da WCED,ONU, 1987).