giovedì 11 dicembre 2008

Premio Fotografico - Il verde e l’acqua

…patrimoni da salvaguardare

Domenica 14 dicembre, ore 18, presso il Salone degli Affreschi della Libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa si terra l’inaugurazione della mostra che vedrà esposte le migliori foto selezionate della seconda edizione del Concorso Fotografico [Salva]guarda Bassano - quest’anno dedicato al tema “Il verde e l’acqua” - Patrimoni da salvaguardare. Oltre 230 le foto pervenute. Durante la cerimonia verranno premiate le foto prime classificate e verrà presentata la pubblicazione del catalogo delle foto selezionate.
Una sezione speciale della mostra, allestita da Gruppo Salvaguardia Valbrenta, riguarderà la Valbrenta e le sue cave.
Invitiamo la cittadinanza tutta ad essere presente. Un grazie a tutti i partecipanti.
La mostra rimarrà aperta fino al 3 gennaio 2009
dal Giornale di Vicenza: “La città di verde e acqua attraverso 60 fotografie”

mercoledì 10 dicembre 2008

L'eterna promessa

STASERA SU TVA
Valsugana una strada incompleta

Nuova puntata questa sera de “Sul Ponte di Bassano” in onda a partire dalle 20,45 su TVA.
Tema della puntata l’infinita vicenda della Valsugana. Un’odissea che si trascina irrisolta da quaranta anni. Così ad ogni week end le code di auto non si contano.Saranno ospiti di Fabio Carraro, conduttore della trasmissione, il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Ciambetti, il consigliere regionale del Pd Claudio Rizzato, il presidente della Comunità Montana del Brenta Pierluigi Peruzzo, oltre naturalmente all’opinionista Gianni Celi.

venerdì 5 dicembre 2008

E adesso come la mettiamo?

da il Gazzettino 5/12/2008
SAN NAZARIO Presa di posizione dell’intero consiglio comunale sui lavori previsti alla parete rocciosa di Lora Bassa a Valstagna
«No al trasporto di detriti a casa nostra»
«Non possiamo accollarci per cinque anni i disagi e 600 mila metri cubi di materiali scavati»
Il consiglio comunale di San Nazario, all'unanimità, respinge l'ipotesi di attraversamento del fiume dei circa 600.000 metri cubi di materiale e terreno, che saranno sbancati in località Lora Bassa, dalla parete rocciosa incombente sul centro abitato di Valstagna. Sull'argomento consiglieri di maggioranza e minoranzatutti concordi: bisogna ripensare il progetto, almeno nella parte che coinvolge il comune di San Nazario, gravemente penalizzante per la comunità sannazarese.
Il sindaco Ottorino Bombieri ha illustrato al consiglio la cronistoria del progetto di messa in sicurezza di località Lora Bassa, presentato la scorsa primavera alle due giunte congiunte in municipio a Valstagna e successivamente in una pubblica assemblea.«Un progetto - ha spiegato il sindaco - dai numeri allarmanti: due anni per le opere preliminari e tre per gli scavi; circa 600.000 metri cubi di materiale da scavare, ma soprattutto da trasportare sull'altra sponda del fiume, coinvolgendo il nostro comune. Al di là degli aspetti tecnici, siamo chiamati ad intervenire quando il nostro territorio, la salute degli abitanti, le proprietà di privati possono venire danneggiate». L'area che verrebbe interessata dal trasporto del materiale riguarda l'ex Centrale Enel di Carpanè, recentemente acquistata da una ditta danese e tutta la zona presa in considerazione dal progetto Piruea, tra il ponte sul Brenta e l'area Guarnieri, sede della Comunità Montana, con la realizzazione di nuovi uffici, negozi e abitazioni.
Una prospettiva che sta già facendo tentennare possibili investitori, per i gravi danni che l'intervento potrebbe causare. Dopo un'ampia discussione trasversale, all'unanimità è stato deciso di approvare il seguente ordine del giorno: «Lavori tanto estesi e devastanti, sia per il paesaggio, che per la vivibilità della Valle possono essere giustificati soltanto da ragioni di sicurezza gravi, improrogabili e non risolvibili in modo diverso. Caratteristiche che non paiono sussistere, dato che le autorità competenti non hanno finora assunto alcun provvedimento di sgombero di abitazione o chiusura di strade. La soluzione prospettata implica un cantiere della durata di 5 anni, salvo complicazioni geologiche ora non pronosticabili. Si prevedono lo sbancamento di circa 600.000 metri cubi di ghiaia e terreno, la costruzione di un nastro trasportatore sopra la strada provinciale e sopra il fiume, ad una quota di alcune decine di metri, l'impiego e la circolazione di circa 50 mila autocarri sulla già intasata statale 47, l'utilizzo della nuova bretella stradale che conduce all'ex centrale di Carpanè, rendendone praticamente impossibile il riutilizzo da parte dei proprietari stranieri cui è stata recentemente ceduta.
Le conseguenze per la nostra comunità sarebbero assai pesanti, ma nessun coinvolgimento formale del comune di San Nazario è stato richiesto finora. Il consiglio comunale di San Nazario dà mandato al sindaco affinché chieda all'amministrazione di Valstagna di ripensare il progetto, o almeno la parte che coinvolgeil comune di San Nazario, tenendo conto degli interessi e delle aspettative della nostra comunità»
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Alea iacta est. Come il Rubicone, ai tempi di Cesare, anche il Brenta potrebbe diventare confine invalicabile: per i detriti della Lora Bassa.
Roberto Lazzarato

domenica 30 novembre 2008

Ci mancava solo dover credere in babbo Natale per la ss47...

da il Gazzettino 29/11/2008

Un'inaspettata strenna natalizia per gli abitanti della Valbrenta e del Bassanese, per quanto riguarda il sempre annunciato e mai realizzato completamento della superstrada della Valsugana?
Così sembrerebbe, scorrendo una notizia Ansa di ieri. Ma, meglio andare cauti con gli entusiasmi, perchè a leggere tra le righe, la strenna presenta diversi aspetti tuttora da chiarire, anche se nessuno nega che il passo compiuto non possa essere seguito da altri per raggiungere l'obiettivo da tutti auspicato.
Il consiglio di amministrazione dell'Anas, presieduto da Pietro Ciucci ha approvato il progetto preliminare della variante alla «Strada statale 47 della Valsugana», nel tratto compreso tra la zona industriale di Campese e Pian dei Zocchi, in comune di S. Nazario, per un impegno complessivo di circa 600 milioni di euro.
«L'Anas ha mantenuto l'impegno preso la scorsa settimana, in occasione dell'inaugurazione della variante di Portogruaro - ha affermato il presidente Ciucci - L'approvazione di questo ulteriore progetto nella Regione Veneto, conferma l'impegno costante dell'Anas verso questo territorio».
Il tracciato, con una sezione a doppia carreggiata, ha un'estensione complessiva di circa 13 km e si sviluppa con la successione di due gallerie: quella di San Nazario, di circa 5,1 km. e quella di Solagna, di circa 5,3 km.
Il completamento dell'opera consentirebbe di potenziare il collegamento tra il Veneto centro-settentrionale ed il Brennero, oggi costituito dalla statale della Valsugana, lungo la quale si sono sviluppati importanti distretti produttivi. L'intervento è inserito nel Piano degli Investimenti Anas, fra le opere infrastrutturali di nuova realizzazione. Al finanziamento - secondo l'Ansa - concorrerà l'Anas con una quota pari al 57%, mentre la parte restante sarà suddivisa in parti uguali tra Regione Veneto e Provincia di Vicenza.
Proprio questo è uno dei nodi del problema, perchè di fatto si ritorna al fatidico incontro con l'allora ministro Di Pietro, quando aveva annunciato il finanziamento di metà dell'opera, ma non c'era la controparte per finanziare l'altra metà.
«La variante alla ss 47 - ha concluso Ciucci - è un nodo strategico viario del Veneto, alla cui realizzazione stiamo lavorando insieme agli enti locali per individuare uno o più stralci funzionali successivi, procedendo senza indugio verso il completamento della fase progettuale e la realizzazione dell'opera».
Il progetto approvato tiene infatti conto degli accordi intercorsi con gli enti locali interessati ed è predisposto - sempre secondo l'Ansa - per essere realizzato per lotti funzionali longitudinali, il primo dei quali potrebbe prevedere la costruzione, per tutta l'estensione, di una carreggiata, in grado di entrare in esercizio con una corsia per ogni senso di marcia, qualora fosse necessario rinviare a tempi successivi la costruzione della seconda carreggiata.
Roberto Lazzarato

Scettici i sindaci Bellò e Bombieri non si sbilanciano
Nessuno in Valbrenta ha fatto salti di gioia alla notizia diffusa dall'Ansa. Certo, tutti felici e contenti, ma con moderazione, come si addice a chi è reduce da quarant'anni di promesse seguite da cocenti delusioni. In pratica è stato dato corso operativo a quanto da diversi mesi sta chiedendo l'assessore provinciale alla viabilità, Costantino Toniolo, dopo che l'Anas aveva girato l'incombenza alla Provincia, «che le fasi di progettazione dell'opera, come ribadito dal direttore generale del Ministero delle Infrastutture e dei Trasporti, dovevano ritenersi a carico dell'Anas». Con l'approvazione del progetto preliminare, «ora l'Anas potrà saldare il debito con la Provincia (che ha anticipato per il progetto precedente, circa 1.682.000 euro) - ha ricordato il presidente della Comunità Montana Pierluigi Peruzzo - e prendere in mano concretamente, si spera, la situazione».
«Visti i precedenti, non mi sbilancio - afferma il sindaco di Solagna, Gianandrea Bellò. - L'anticipazione presuppone l'intervento di Regione e Provincia, quindi per realizzare quanto auspicato, bisognerebbe sentire la loro disponibilità». Sulla stessa lunghezza d'onda il collega di San Nazario, Ottorino Bombieri. «Promesse ne sono state fatte anche troppe. Quindi finchè non vedrò una ruspa in azione sul cantiere della variante sono scettico. Sarei stato più contento se qualche parlamentare avesse alzato la mano durante l'approvazione della finanziaria per chiedere d'inserire dei finanziamenti per l'opera, ma questo non si è verificato».
In vista delle nuove campagne elettorali, questo potrebbe essere un bel biglietto da visita...
da il Giornale di VI Silvano Ferraro
VIABILITÀ. Il consiglio di amministrazione dell’ente ha approvato il progetto per l’attesa Variante della statale 47 Valsugana, c’è la svolta Dall’Anas via al progetto
Sono previsti due tratti in galleria per una lunghezza di 13 chilometri e una spesa di 600 milioni

Buone notizie da Roma per la viabilità del Bassanese. Il consiglio di amministrazione dell’Anas ha infatti approvato il progetto preliminare della Variante alla strada statale 47 della Valsugana, nel tratto compreso tra la zona industriale di Campese e Pian dei Zocchi in Comune di S. Nazario. L’impegno di spesa per portare a compimento l’importante e attesa opera pubblica e di circa 600 milioni di euro. Per il Bassanese e per la Valbrenta, dopo anni di chiacchiere e di promesse, si tratta di una notizia di portata storica, attesa però ora alla prova dei fatti. «Manteniamo l’impegno preso la scorsa settimana in occasione dell’inaugurazione della variante di Portogruaro – ha affermato il presidente dell’Anas Pietro Ciucci – L’approvazione di questo ulteriore progetto in Veneto conferma il nostro costante impegno nei confronti di tale territorio». Il progetto ricalca quello presentato nel vertice che si è tenuto nel febbraio scorso a Carpanè con l’allora ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro e i vertici dell’Anas. Il collegamento stradale è progettato con una sezione a doppia carreggiata. Il tracciato è lungo circa 13 chilometri e si sviluppa in due gallerie: la "San Nazario" di circa 5,1 km e la "Solagna" di circa 5,3 km. Il completamento della Valsugana, lungo la quale negli ultimi anni si sono sviluppati importanti distretti produttivi, rappresenta per il Veneto un punto nodale dei collegamenti con il Brennero e l’Europa. L’intervento è inserito nel Piano degli investimenti dell’Anas e al suo finanziamento concorreranno l’ente stesso con una quota pari al 57% e, per la parte restante, in parti uguali la Regione Veneto e la Provincia di Vicenza. «La variante della Valsugana - conclude Pietro Ciucci - è un nodo strategico viario del Veneto, alla cui realizzazione stiamo lavorando insieme agli enti locali per individuare uno o più stralci funzionali successivi, procedendo senza indugio verso il completamento della fase progettuale e la realizzazione dell’opera». Il progetto approvato tiene infatti conto degli accordi intercorsi con gli enti locali interessati ed è predisposto per essere realizzato per lotti funzionali, il primo dei quali dovrebbe prevedere la costruzione di una sola carreggiata a doppio senso di marcia, in attesa della futura realizzazione della seconda corsia. Già così, comunque, troverebbe soluzione gran parte dei problemi che da sempre affliggono la viabilità in Valbrenta. Code, incidenti e morti fanno parte della storia stessa dei questa strada, una delle “eterne incompiute” della viabilità italiana.

venerdì 21 novembre 2008

Quando si tratta di coerenza.....

venerdì 21 novembre 2008 cronaca pag. 18 GdV

Galan: sì alla Valsugana e no alla Valdastico nord


Per la viabilità verso nord Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, punta tutto sulla Valsugana, e boccia quindi ancora i piani dell’Autostrada Serenissima. Lo ha confermato ieri a Venezia durante la firma della convenzione tra Anas e Concessioni autostradali venete (Cav) per la gestione del Passante di Mestre. «La priorità della Regione Veneto - ha detto Galan - è la Valsugana, mentre la Valdastico nord in questo momento non è tra i nostri progetti».
I commenti aggiungeteli voi!

giovedì 23 ottobre 2008

GALAN APPROVA IL PIANO CAVE E I CAVATORI BRINDANO !

VENETO: OK DA GIUNTA GALAN A PIANO CAVE, SODDISFATTI IMPRENDITORI(ASCA) - e ci mancherebbe fosse il contrario! ci và a braccetto coi cavatori!!!
Venezia, 21 ott - E' stata approvata oggi dalla Giunta del Veneto la proposta di Piano Regionale per le Attivita' di Cava (P.R.A.C.) che verra'oratrasmessa al Consiglio per l'approvazione definitiva. ''Non posso che esprimere il mio apprezzamento per la decisione della Giunta di prendere finalmente atto dell'importanza che questo strumento di pianificazione del settore potra' assumere per il nostro territorio e per le imprese venete'', commenta Amedeo Zanardo, Presidente del Raggruppamento regionale delle Attivita' Estrattive di Confindustria Veneto.''Il Piano rappresenta una prima importante tappa per attuare un processo,da sempre difficile e complesso, di razionalizzazione del mercato. Da tempo Confindustria Veneto - prosegue Zanardo - ne ha sollecitato l'approvazione, ribadendo l'esigenza di realizzare un giusto equilibrio tra le imprescindibili esigenze di una gestione del territorio ambientalmente compatibile e quelle altrettanto importanti della realta' produttiva della nostra Regione. Mi auguro -prosegue Zanardo- che il Consiglio Regionale, tenendo conto delle istanze delle Parti sociali coinvolte, giunga rapidamente all'approvazione definitiva del Piano per consentire a tutti noi operatori del settore di poter razionalmente programmare e gestire nel massimo rispetto dell'ambiente le nostre attivita'''.fdm/cam/rob(Asca)
La Tribuna di Treviso - Il Mattino di Padova - La Nuova Venezia
MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2008 › REGIONE Pagina 9 -
Il Prac definisce gli ambiti territoriali estrattivi. Sarebbe prevista una riduzione del 40% rispetto ai 17 milioni di metri cubi autorizzati nel 2003
Approvato in Regione il piano cave Chisso: abbiamo disciplinato l’attività, non sarà più possibile scavare ovunque
Unanimità della giunta
Ma ora dovrà passare in Consiglio regionale
VENEZIA. Se ne parla dagli anni ottanta senza che accada nulla. La Regione, nata nel 1970, non è mai riuscita a darsi un piano cave. La materia è così scottante che negli anni novanta è bastato che un cavatore dimenticasse l’agenda con su scritto il nome di un assessore regionale, perché quest’ultimo fosse arrestato. Si chiamava Giampietro Favaro, si fece 15 giorni di carcere per niente. Per niente glielo dissero 5 anni dopo, nel 1997, i giudici di Treviso. Ieri la giunta regionale ha finalmente approvato il primo piano cave nella storia del Veneto. «Votato all’unanimità», dice l’assessore Renato Chisso. Ma è presto per i complimenti.Bisogna sapere che il piano approvato ieri dalla terza giunta Galan è quello adottato nel 2003 dalla seconda giunta Galan, obbligata da un’ordinanza del Tar (disattesa) e dal successivo commissariamento. La fine della legislatura interruppe l’iter. Da allora, di riffe o di raffe, le osservazioni e le controdeduzioni hanno occupato 5 anni. «E’ un faldone alto mezzo metro -dice Renato Chisso -. Sono 1400 osservazioni circa, ci ha scritto il mondo».Questo spiega il problema: bisogna mettere d’accordo i contrari.Quanto tempo ci vorrà per l’approvazione? «Io spero che avvenga la primavera prossima», risponde l’assessore. Forse pensa che, diversamente dalla giunta, in Consiglio abbia innestato il turbo. Mah. Nell’attesa ecco i particolari. «La filosofia del piano è la stessa del momento dell’adozione - dice Chisso -. Basta nuovi buchi, utilizziamo quelli che ci sono. Organizzandoli, lavorando non tanto sull’escavazione ma sulla destinazione finale della cava».Sarebbe a dire? «Una volta approvato il piano, non daremo più autorizzazioni singole ai cavatori; ma più operatori, riuniti in Ate, potranno presentare un progetto di Via, di valutazione d’impatto ambientale, dove prevedono l’utilizzo finale di tutti i siti scavati. Poniamo a laghetto o ad altra destinazione pubblica. E la Regione autorizza».Chisso nega che la destinazione finale possa essere anche a discarica di rifiuti: «Assolutamente vietato». Secondo lui si metterà la parola fine alle speculazioni di chi comprava aree a destra e a sinistra, nei Comuni con disponibilità del 3% di territorio a cava riconosciuta dalla vecchia legge 44.E poi presentava domanda di cava. In questo modo, molte aree del Veneto si sono trasformate in formaggio gruviera. «Una possibilità troppo larga -ammette Chisso - che non ha consentito programmazione, col risultato che oggi abbiamo il territorio pieno di buchi. Per questo diciamo basta a nuovi buchi.Organizziamo il territorio lavorando sui buchi già esistenti, accorpandoli e andando non al ripristino di territorio agricolo ma allo scavo finalizzato ad un riuso pubblico dell’area».Il fabbisogno complessivo nel 2003 era indicato in 17 milioni di metri cubi l’anno. E adesso? «A seguito delle osservazioni - risponde l’assessore -abbiamo ridotto notevolmente questa cifra. Abbiamo dato una bella sforbiciata».Secondo le prime indicazioni la riduzione dovrebbe essere nell’ordine del 40%. Nel 2003 i 17 milioni di metri cubi erano così articolati: 60% destinati ad Ate, ambiti territoriali estrattivi, ovvero l’accorpamento di più cave; 20% destinato a cave singole; altro 20% riservato a nuovi siti estrattivi.«Questi ultimi non verranno attivati ma restano congelati - informa Chisso -. Alla data odierna non ce n’è bisogno. Fra 3 anni, quando andremo in revisione del piano, se il mercato avrà bisogno di materiali, la giunta autorizzerà».Resta da capire come si possano cambiare le cose senza cambiare la vecchia legge 44, da tutti considerata inadeguata. Forse lo spiegherà la terza commissione, presieduta da Giuliana Fontanella, alla quale il piano passa per competenza.(Renzo Mazzaro)

L'italiano è scemo? - di Jacopo Fo

L'incapacità tutta italica di comprendere l'emergenza ambientale e di affrontarla come un'opportunità di risparmio e di rilancio economico.

Perché il politico italiano medio non riesce a capire i pannelli solari?

Link di approfondimento:ecologia subito e il libro "Olio di colza e altri 30 modi per risparmiare" edizioni "L'unità", disponibile su http://www.commercioetico.it/.
Il filmato è disponibile da una collaborazione con Arcoiris Tv.

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Per vedere il filmato con Windows Media Player 56k clicca qui
Per ascoltare il file Mp3 clicca quiCategoria Video di Jacopo Fo

Temi: ecologia, politica, pannelli solari, risparmio energetico, risparmio economico

Vi ricordiamo, se ce ne fosse ancora bisogno:
a prescindere da ogni coloritura politica. Visto che questo non è certo nel il luogo, ne il nostro scopo.
Sola libera informazione! Le scelte le dovete fare voi.

martedì 21 ottobre 2008

ECOSISTEMA URBANO 2009: VINCE BELLUNO, CROLLA ROMA

(ANSA) - ROMA - L'improvviso tracollo di Roma, lo scatto di reni di Milano, la bella conferma di Belluno, il Sud costantemente in panne, il protrarsi dell'emergenza mobilita', smog, trasporto pubblico. Queste le cinque immagini nitide che emergono dall'esame dei 125 indicatori di Ecosistema Urbano 2009, l'indagine annuale sulla sostenibilita' urbana di Legambiente, Sole 24 Ore e Ambiente Italia, pubblicato sul Sole 24 Ore e presentato a Belluno. In particolare Belluno mantiene lo scettro di citta' regina d'Italia, guidando un pacchetto di testa che tra le prime cinque vede anche Siena, Trento, Verbania e Parma. Frosinone, ultima nella graduatoria, occupa la zona retrocessione insieme a Ragusa, Catania e Benevento. Ecco nel dettaglio lo stato di salute delle 103 citta' capoluogo di provincia: -
CITTA' VINCITRICE: Belluno ancora prima su 103. La citta' veneta ha una
discreta qualita dell'aria (la media annuale delle polveri sottili scende da 26 a 23 microgrammi per metro cubo, ampiamente entro i limiti di legge);
ha un'ottima raccolta differenziata (il 57,4%),
una bassissima produzione di rifiuti,
bassi consumi di acqua (136 litri pro-capite) ma perdite eccessive dalla rete idrica (il 36%),
un trasporto pubblico sufficiente (76 viaggi a testa ogni anno),
una buona dotazione di spazio per le bici (4,6 metri per abitante) e
una crescita costante degli spazi interdetti alle auto;
- CITTA' IN TESTA: SIENA (2/o posto) migliora l'inquinamento atmosferico, la percentuale di acque reflue depurate che arriva al 95%, aumenta i metri quadrati per abitante di superficie dedicati alle bici (dai 3,51 ai 4,51) e quelli limitati alle auto (da 30,79 mq pro capite a 30,94) e in questo caso valgono al capoluogo toscano il primo posto nella classifica di settore; TRENTO (3/o posto) progredisce nella raccolta differenziata (dal 47% al 50,3%); VERBANIA conquista il 4/o posto (era 16/a) anche grazie a significativi passi avanti nell'intero settore della mobilita' urbana; PARMA (5/o posto) abbatte notevolmente lo smog: le medie del PM10 calano da 40 microgrammi/mc a 36,5; l' ozono scende dai 58 giorni di superamento delle soglie dello scorso anno agli attuali 48;
- MILANO E ROMA: enormi passi indietro di Roma (dal 55/o posto scivola al 70/o) e quelli in avanti di Milano (guadagna circa 10 posizioni ed e' 49/a). Le due aree metropolitane italiane erano fino allo scorso anno appaiate. Ora la netta separazione. E' vero che Roma ha un inquinamento atmosferico leggermente piu' basso rispetto a quello del capoluogo lombardo, ma per il resto la Capitale mette in fila una serie di risultati negativi: Milano ad esempio batte Roma in raccolta differenziata (31% a 17%), per le isole pedonali, le piste ciclabili. Roma anche tra le peggiori per consumo di acqua: 238 litri per abitante al giorno;
- CITTA' A FONDO CLASSIFICA: Frosinone, ultima in classifica, ha lo stesso prodotto interno lordo procapite di Verbania che e' invece tra le prime cinque, Catania (la terzultima) ha un pil procapite superiore a Campobasso (che e' 63 posizioni sopra nella classifica), Catanzaro ha un reddito procapite superiore a Cagliari ma piu' di 15 punti in meno nella classifica. Nelle citta' con le piu' basse performance sono depurate il 70% delle acque contro una media dell'85%, la capacita' di trasporto pubblico e' meno della meta' della media nazionale, la disponibilita' di verde urbano e' addirittura inferiore del 60%; la raccolta differenziata e' a un terzo della media nazionale, le zone a traffico limitato e piste ciclabili sono quasi inesistenti;
- IL SUD: netto il divario con il Nord. E' Cagliari la prima citta' del sud e delle isole che si incontra in classifica generale conquistando il 35/o posto (era al 52/o la scorsa edizione) ma e' al 5/o posto tra le grandi citta'. Al Sud migliora anche Caserta che si piazza al 37°posto, era al 41° lo scorso anno. Napoli e' all'88/o posto e guadagna tre posizioni mentre Palermo dall'89/o posto scende alla 98/a posizione. (ANSA). 13/10/2008 10:02
Possiamo imparare niente da questi dati? I nostri amministratori sono convinti di aver fatto qualcosa per migliorare?
A Pove e soprattutto Solagna sicuramente si. A Valstagna hanno chiuso addirittura il centro, sbattendo fuori gli Alpini che lo gestivano.Magari lo riaprono una settimana prima delle elezioni e ti dicono che prima non c'erano le autorizzazioni.Valli a capire.....tanto noi (loro) col 5% di sconto abbiamo un contratto con l’ETRA…..per 15 anni!

sabato 18 ottobre 2008

Non si farà mai la ss47? E allora noi ci facciamo un giorno due rotonde, l'altro un paio di sottopassi, l'altro giorno spostiamo

il semaforo, poi ci aggiungiamo qualche svincolo, magari agganciati al luna park di Lora Bassa ci mettiamo una bella ruota panoramica, inseriamo qualche area per nuovi distributori, un'area camper ben servita dai nuovi svincoli....così alla fine qualche milione di euro sarà speso per rattoppare la situazione ss47 a dare sfogo alla prossima campagna elettorale!

Nel frattempo 30.000 veicoli al giorno continueranno a transitare per l'inadeguta strettoia di Carpanè, alla faccia dei progetti, impegni, promesse noiosamente reiterati da più di 40 anni!!?

Ma non erano solo i soldi quelli che mancavano? Ma non è la Provincia che aspetta pure i soldi del progetto, già pronto?

Ma a DiPietro non si poteva dire proprio proprio niente invece che lecc..... il .....?

Fatevi un'idea di come si stanno muovendo questi amministratori.

Ad aprile si vota, sssiori e sssiore.....

SAN NAZARIO. Avrà presto un sottopasso sulla ss47
dal Giornale di Vicenza

È in arrivo a San Nazario il nuovo sottopasso sulla statale 47. Un corridoio interrato che collegherà il capoluogo del comune valligiano con la contrada Benacchi e che permetterà di mettere in sicurezza almeno uno degli attraversamenti pedonali di quella trafficatissima arteria. Una strada che di fatto taglia in due il paese e che, nel tratto di Carpanè, è attraversata, secondo i sensori installati dalla Provincia nella frazione, da circa 14.900 veicoli al giorno per corsia, per un totale di 30 mila vetture, tra tir e auto.Presto tuttavia, come annuncia il sindaco Ottorino Bombieri, in una zona non lontana dal fiume si provvederà a realizzare un passaggio sotterraneo per i pedoni. Opera già inserita nel bilancio 2008 dall’ente municipale che, per questo intervento, sborserà 150 mila euro.L’operazione sarà inoltre collegata a un altro piano, molto più complesso, che coinvolgerà anche il vicino comune di Campolongo.«Si tratta della creazione di un "parco acquatico del Brenta". - sottolinea l’amministratore - Una struttura per la quale sono stati chiesti finanziamenti alla Regione».Sembra sia invece tecnicamente impossibile progettare un sottopasso nella strettoia di Carpanè, uno dei punti più critici della viabilità della Valsugana, dove la circolazione attualmente è regolamentata da un semaforo che da un lato è spesso causa di code e rallentamenti e dall’altro non è posizionato in maniera tale da garantire l’attraversamento in sicurezza. Il prossimo anno l’impianto sarà spostato di qualche metro ma il trasloco risolverà solo in parte il problema. «Purtroppo - conferma Bombieri - costruire in quel sito un passaggio interrato non è pensabile. In quel punto corrono le condutture dell’acquedotto e poi proprio lì la strada si restringe e per consentire lo svolgimento dei lavori bisognerebbe chiuderla completamente alle auto. La Campesana però non sarebbe in grado di sopportare un simile volume di traffico». C.Z.

venerdì 17 ottobre 2008

VALBRENTA. Dai Fontanazzi alla Lupa. Per i residenti questo tracciato deve essere ritenuto “prioritario”

Variante della statale 47«Sì a una sola galleria»
GdVI 16/10/2008

Centinaia di residenti delle contrade San Gaetano, Sasso Stefani, Giara Modon, Valgadena, Cavalli, Costa e Pieretti del Comune di Valstagna, e delle contrade Pian dei Zocchi, Rivalta e San Marino di San Nazario, hanno sottoscritto un documento presentato in questi giorni sulle osservazioni proposte al Piano di assetto territoriale intercomunale (Pati), adottato con delibere consiliari nel luglio scorso. Le osservazioni “nascono dalla considerazione per niente incentrata sull'utilità o meno della variante della Ss 47 Valsugana”, è scritto nel documento, “ma sulle modalità con cui si inserirà nel territorio della Valbrenta, particolarmente ricco paesaggisticamente e ambientalmente”. Lo stesso documento è stato sottoscritto e consegnato al Comune di San Nazario. Nel documento si chiede all'Amministrazione comunale di recepire la proposta e di farsi promotrice, nei confronti delle altre Amministrazioni coinvolte, dell'accoglimento della soluzione prospettata che riguarda in particolare il nuovo sistema stradale della Ss 47 Valsugana con il quale è prevista la realizzazione di tre gallerie. In pratica si propone di sostituire le ipotesi della seconda galleria, tra le località Fontanazzi-Pian dei Zocchi, e della terza galleria by-pass della frazione di San Marino con un'unica galleria tra le località Fontanazzi e Lupa, e di considerare questo tracciato proposto come intervento prioritario nel processo di ammodernamento della Ss 47 Valsugana.«La galleria di circa 5,1 chilometri, capace di bypassare alcuni nuclei all'interno del territorio comunale di San Nazario, con uscita in località Pian dei Zocchi, - è scritto nel documento -, risolverebbe il problema dell'attraversamento di Carpané con ripercussioni positive sulla qualità della vita, ma renderebbe insostenibile la vita dei residenti di Pian dei Zocchi (l'uscita della galleria è prevista a poche decine di metri dalle abitazioni) e aggraverebbe i problemi di isolamento di Rivalta con una galleria d'ingresso di circa 700 metri. Creerebbe danni rilevanti e assoluti anche alla contrada San Gaetano, in Comune di Valstagna, in termini di salute pubblica per le emissioni di polveri sottili, rumorosità, danno ambientale, inquinamento visivo, perdita cospicua del valore del patrimonio immobiliare con un conseguente deterioramento della qualità della vita». Quanto alla terza galleria, alle spalle dell'abitato di San Marino, in Comune di San Nazario, risolverebbe il pesante e drammatico disagio sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza di San Marino, con ripercussioni positive anche per Costa di Valstagna. «Ma le opere di scavalco della ferrovia Trento-Venezia, all'ingresso e all'uscita di questa galleria, indicate di fronte alle contrade Cavalli e Pieretti di Valstagna, - osservano i firmatari - ci preoccupano per le conseguenze negative sull'aspetto paesaggistico di quel tratto di valle già fortemente martoriato dalla Ss 47 per le ripercussioni sulla salute, con seguenti ai due ingressi in galleria».Alla luce di questi dati, i firmatari propongono un'unica galleria di circa 7,5 chilometri, in alternativa alla seconda e terza del Pati, con ingresso in località Fontanazzi, tra San Nazario e Solagna, e uscita in località “Lupa”, nel territorio del comune di Cismon, zona non abitata su entrambi i versanti della Valbrenta. La lunghezza di questa galleria è di 1 km in più della somma delle due gallerie del Pati. La differenza si riduce a 0,3 chilometri se si considera l'ipotetica galleria di accesso a Rivalta (lunga 0,7 chilometri). Questa soluzione, a parere dei firmatari del documento, soddisfa tutti i cinque obiettivi individuati dal Pati: quelli a carattere fisico, ambientale, paesaggistico, territoriale e sociale. Il documento elenca, quindi, i benefici progettuali verificati da tale ipotesi, ritiene in parte superato e che debba essere riscritto il Protocollo d'Intesa sottoscritto nel 1999 tra Anas e Amministrazioni della Valle e sottolinea non indifferente anche il risparmio sotto l'aspetto economico. R.P.

giovedì 16 ottobre 2008

Il Gruppo Salvaguardia Valbrenta fa le pulci al Piano d'Assetto Territoriale

VALBRENTA. Le osservazioni puntano al rispetto dell’ambiente
dal Giornale di Vicenza C.O.Il Gruppo Salvaguardia Valbrenta ha presentato le osservazioni al Piano di assetto territoriale appena approvato dai consigli comunali dei sei Comuni della Valbrenta. A Cismon si chiede di non consentire le attività di cava in località Camoi, dalla Valnassa alla Lupa, in quanto zona disabitata e quindi priva di rischio per le persone e nemmeno nella zona tra Collicello ed il confine con il comune di Enego, sede di terrazzamenti naturali e resti di gallerie e trincee della Grande Guerra. Al Comune di Valstagna, che ha approvato il progetto per la messa in sicurezza della località Lora Bassa (che sconvolgerà il paesaggio e probabilmente anche la vivibilità di un piccolo paese invaso da centinaia di camion per almeno tre anni), si chiede di consentire solo la movimentazione del materiale, proibendone l'asporto e la vendita, proteggendo così i cittadini da eventuali interventi più speculativi che necessari. Nelle osservazioni, il Gruppo Salvaguardia Valbrenta fa inoltre notare che senza un adeguato sistema viario non è pensabile alcuno sviluppo né industriale né residenziale. Le ipotesi di sviluppo inserite nel PATI (Cismon e Pove puntano ad esempio sull'industrializzazione delle aree) dovrebbero quindi essere subordinate alla realizzazione della nuova statale 47. Il PATI invece sull'argomento si limita ad auspicare modifiche migliorative, ma non basta per una strada da sempre al centro di polemiche per inquinamento, traffico e gravi incidenti. Un altro aspetto contestato nelle osservazioni è che il PATI non promuova progetti di sviluppo ed incentivazione del turismo, già oggi voce di fatto trainante per l'economia della valle. C.O.

mercoledì 15 ottobre 2008

Finalmente qualcuno si fà sentire: la giunta comunale di Bassano chiede rispetto per l’ecosistema e garanzie per i flussi minimi del fiume Brenta

La giunta boccia il piano di Veneto Acque
di Chiara Bonan

Bassano si esprime con toni estremamente critici rispetto al progetto di Veneto Acque per la “riqualificazione morfologica, laminazione delle piene e tutela quantitativa della falda sotterranea del corso medio del fiume Brenta”, e lo fa con un documento ufficiale inviato alla Regione e alla commissione regionale di valutazione ambientale.La giunta comunale ha infatti approvato, in merito al progetto, una serie di osservazioni che ne mettono in dubbio gli stessi fondamenti, criticando i presupposti metodologici e la validità delle analisi condotte sugli impatti degli interventi in programma, denunziando incongruenze tra le situazioni descritte e quelle reali e una grave mancanza di approfondimento degli effetti permanenti che i lavori previsti avranno su habitat naturali e specie autoctone. Il tutto con danni che si profilano talvolta irreversibili per l'ambiente. Alla luce di una lunga serie di considerazioni la Giunta di Bassano si riserva di approvare le rampe S3, S5, S6, S7 ed S9 previste dal progetto solo dopo aver visionato i risultati del monitoraggio iniziale delle prime due rampe, realizzate a Nove e Cartigliano. Non è l'unica condizione: Bassano chiede che si costituisca un tavolo istituzionale con la presenza della Regione, di Ato Brenta e di altri soggetti interessati. «Solo in tale sede - sottoscrive la giunta comunale - gli enti locali possono sentirsi tutelati e compensati per i vincoli e potenziali danni ambientali». Necessaria appare anche l'individuazione di un soggetto che garantisca il controllo e la corrispondenza dei prelievi sostenibili, da un punto di vista qualitativo e quantitativo. Le incoerenze metodologiche segnalate tra le osservazioni riguardano innanzitutto l'analisi degli impatti ambientali del progetto, definita “contraddittoria e poco sviluppata”. Al centro dell'attenzione il deflusso minimo vitale, che non sarebbe stato analizzato alla luce della complessità di condizioni che caratterizza il fiume e i suoi ecosistemi, difficilmente schematizzabili in valori costanti. «Si ritiene di fondamentale importanza - si legge nelle osservazioni - assicurare al fiume Brenta un adeguato deflusso minimo vitale (...) anche per garantire gli adeguati rapporti di diluizione, necessari per dare naturale completezza ai processi depurativi». In pericolo dunque, non solo la continuità degli ecosistemi ma anche la loro integrità, a potenziale rischio di inquinamento a seguito di un'insufficiente portata d'acqua.E proprio sul tema della portata verte la critica più pesante mossa alla relazione degli effetti delle rampe sulla ricarica, che sarebbero stati calcolati su dati di portata tendenzialmente sovrastimati. [\FIRMA]si legge in un estratto di un rapporto datato 2008 dell'Arpav citato nelle osservazioni che conduce a proporre di «effettuare indagini più approfondite sulle portate (…) in modo da fondare un progetto di tale importanza su dati consolidati e più attendibili, anche alla luce delle situazioni ambientali attuali» . Altre osservazioni critiche riguardano la valutazione di incidenza contenuta nel progetto, che sarebbe caratterizzata da molte incongruenze rispetto allo stato del fiume. «La costruzione delle soglie andrà a modificare i 3 principali parametri (profondità dell'acqua, velocità e tipologia di substrato) che modificano gli habitat di specie di tutte le specie ittiche oltre che di alcuni anfibi d interesse comunitario», sottolinea il rapporto, evidenziando come il progetto abbia analizzato gli impatti basandosi su dati faunistici e morfologici superati e fondati su studi ormai obsoleti. Nella relazione presentata da Veneto Acque mancherebbe inoltre l'analisi delle soluzioni alternative esistenti, come il progetto di ricarica della falda proposto dal Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta. Il documento contenente le osservazioni si conclude definendo non giustificabile un intervento così impattante sull'unica risorsa naturalistica attualmente fruibile all'area territoriale del Bassanese. A questo proposito la giunta ha affermato la necessità di inserire nel contesto dei lavori un piano di sistemazione generale che si ponga come obiettivo la realizzazione di un sito che mantenga il valore naturalistico ambientale e divenga allo stesso tempo un polo di attrazione turistica. Al sindaco Bizzotto è stato intanto dato il mandato di individuare i politici che sostengono il progetto; suo sarà poi il compito di renderne pubblici i nominativi e di chiedere un incontro con il presidente della giunta regionale, Giancarlo Galan, per chiarire i termini della problematica.

Due rotatorie a Carpanè????????????????

Giornale di Vicenza: Domenica 12 Ottobre 2008

VIABILITÀ. La proposta è stata presentata al Comune di San Nazario dall’Anas.

Non mancano però le perplessità

Due rotatorie a Carpanè contro le code sulla SS 47

Nuova ipotesi per eliminare il semaforo e consentire alle auto di svoltare a Valstagna senza bloccare la viabilità.
Due rotonde, a nord e a sud dell’incrocio di Carpanè, per sciogliere il nodo della viabilità sulla strada della Valsugana. In attesa, e nella speranza, che da Roma giungano i fondi per il completamento del tratto della superstrada compreso tra Pove e Pian dei Zocchi (poveri illusi!ma il sindaco di San Nazario non era quello che diceva che se non si decide di fare la ss47 entro gennaio 2008 se ne và a casa??? son passati 10 mesi....e questo è ancora quà, anzi continua a progettare modifiche), spunta dal cassetto una nuova possibile soluzione per i rallentamenti causati dal semaforo posizionato nella frazione di San Nazario, in un’intersezione che da sempre è all’origine di code e intasamenti del traffico. Su quel tratto d’arteria si stima infatti passino circa 30 mila veicoli al giorno.
Il piano proposto qualche tempo fa all’amministrazione del comune valligiano dall’allora dirigente dell’Anas, l’ing. Salvatore Venuto, consiste nella realizzazione di due rotatorie: una più piccola 400 metri prima (dove a 400m prima ?????in Brenta???) dell’incrocio e un’altra centro metri a nord del semaforo, (davanti alla stazione FS???) poco prima dell’ingresso della cava. I due rondò consentirebbero alle vetture e ai camion provenienti sia da nord che da sud di svoltare rispettivamente a sinistra oppure a destra, verso Valstagna, senza bloccare il traffico quando la lanterna dell’impianto semaforico è accesa sul verde. Gli automobilisti o i camionisti in arrivo da Bassano e diretti nell’altro paese della vallata in questo modo non si posizionerebbero più in mezzo alla carreggiata per tentare di attraversare la strada ma potrebbero proseguire fino alla rotonda e passare agevolmente sull’altra corsia per tornare indietro. Analogamente, chi scende da nord e intende girare a sinistra potrebbe procedere sino alla rotatoria posta più a valle e ritornare poi sui suoi passi.
Per il momento, tuttavia, non esistono accordi formali o convenzioni per la concretizzazione dell’opera e l’idea dell’ing.Venuto per ora sembra destinata a rimanere tale, da un lato perché si è assistito ad un cambio della guardia ai vertici dell’Anas e alla sostituzione dei responsabili dell’ente, dall’altro perché l’ipotesi del rondò a sud non convince del tutto gli amministratori di San Nazario, che si sono invece impegnati ad occuparsi delle spese di progettazione della struttura da realizzare a monte. Per quest’ultima opera, che secondo le stime del sindaco Ottorino Bombieri potrebbe venire a costare in totale sui 2 o 300 mila euro, si era anzi già convenuto di affidare l’eventuale incarico all’architetto Abruzzese.
«L’altra rotatoria però ci lascia perplessi - aggiunge il primo cittadino -.
Prima di tutto verrebbe realizzata proprio a ridosso di un tempietto storico e poi risulterebbe in ogni caso troppo piccola per i tir. Il sito prescelto si trova inoltre ad una ragguardevole distanza dal semaforo, che comunque non verrebbe eliminato». C.Z.

lunedì 6 ottobre 2008

Siamo soli?

Nella Valbrenta il PATI riporta le escavazioni
6 ottobre sul Giornale di Vicenza a firma C.O.

Mancano pochi giorni alla scadenza dell’8 ottobre, data entro cui i cittadini possono presentare in Comune eventuali osservazioni in merito al “Pati”, il Piano di assetto territoriale intercomunale che definisce le linee guida di sviluppo di Solagna e dei Comuni della Valle in materia di edificazione, sia residenziale che industriale, e salvaguardia dell’ambiente. Al Consiglio comunale di Solagna del primo agosto Giuseppe Pellizzon ha presentato una relazione nella quale esprime disappunto per le ingerenze che Provincia e Regione avrebbero apportato al progetto iniziale, mettendo in pericolo la tutela del paesaggio e della vita nella Valbrenta.Quali sono le perplessità riguardo al Pati? «Il Pati è nato con l’intento di ricreare un rapporto tra valle e fiume, rispettando il territorio e creando un’armonia nel restauro e nella costruzione di nuovi edifici. Nella fase concertativa tutti i partecipanti alla stesura del progetto hanno auspicato che fosse ritenuta prioritaria la salvaguardia dell’ambiente, al fine di migliorare la qualità di vita dei residenti, limitando ogni intervento distruttivo, come ad esempio le cave. Nella fase finale, però, Provincia e Regione sono intervenute introducendo due articoli che danno via libera alle escavazioni, quando richieste per motivi di sicurezza».Vuol dire che basterà la caduta di un masso per autorizzare una cava. «Invece di utilizzare le reti paramassi, si asporterà materiale dai conoidi, riducendo di fatto le nostre montagne a uno scolapasta, a beneficio esclusivo dei cavatori».Perché proprio la Valbrenta? «Perché dopo la barbarie nelle pianure, nel Brenta e nel Piave, rimane la montagna. I singoli Comuni possono opporsi, ma gli interessi economici prevalgono. Inoltre, spesso i terreni sono di proprietà di privati che alle offerte dei cavatori non dicono no, come invece hanno fatto alcuni solagnesi di recente». Ma come si può monetizzare la montagna? «Ai proprietari del terreno i cavatori pagano dai 3 ai 5 euro per metro cubo di ghiaia, mentre circa 0,7 euro vanno ai Comuni come risarcimento per il danno ambientale. E non sto dando cifre aggiornate. Mediamente la montagna può essere svuotata fino a un milione di metri cubi a conoide. A Valstagna ad esempio, in località Lora Bassa, è prevista l’asportazione di più di 500mila metri cubi con un’attività che durerà dai tre ai cinque anni».Che, oltre al danno ambientale, significheranno decine di camion in paese, polvere e rumore. E la cittadinanza? «C’è il Gruppo Salvaguardia Valbrenta che cerca di sensibilizzare la popolazione e le Amministrazioni. Io confido che siano queste ultime a valutare la gravità del problema prima che sia troppo tardi».In tal senso a Solagna si è in buone mani? «Direi di sì. Ma io amo tutta la valle, per questo mi rammarico». C.O.

venerdì 26 settembre 2008

Valsugana: i "punti neri"

di Giuseppe Pietrobelli - puntata 4
Code interminabili, strozzature della viabilità, attraversamenti di centri abitati, mancanza di margini di sicurezza tra le case e la strada, semafori che sono degli autentici (anche se necessari) tappi, tratti tortuosi con curve pericolose. Il campionario dei "punti neri" della Valsugana è alquanto variegato..
Emblematica e ormai classica la coda che si forma al km 37.000 in Comune di Rosà a causa dell'incrocio semaforico di fronte alla chiesa parrocchiale. I rallentamenti dovuti all'imbuto si verificano sia a nord che a sud del paese, con conseguente inquinamento acustico ed atmosferico.Rosà è tagliata letteralmente in due dalla Ss 47 e dal fiume di veicoli. A sinistra, la famigerata strettoia dove i Tir sfiorano gli angoli delle case; in alcuni punti non ci sono marciapiedi, con grave pericolo per i pedoni che rischiano di essere schiacciati.
Dopo la tangenziale di Bassano (dove è pericoloso al km 39.000 l'innesto di chi proviene da Padova a causa di una corsia di immissione corta e ripida, a causa del dislivello, che induce i camion a tirare diritto senza dare la precedenza) si entra nella parte tortuosa alternata a lunghi tratti a quattro corsie, spesso con due carreggiate divise.
Qui a destra la strettoia Cavallini al km 49 dove la strada si insinua tra le case di Solagna. Poco più a nord ecco San Nazario e la doppia curva del Merlo che si colloca al km 53, spesso luogo di incidenti.
Un altro famoso punto critico si trova a Carpanè, poco prima di Valstagna. Perchè crea spesso una fila di mezzi fermi diretti verso il paese. L'incrocio semaforico è causa non solo di interminabili attese, sia nei giorni feriali che in quelli festivi, ma anche di incidenti e di avventurosi attraversamenti, visto che non c'è spazio per rassicuranti marciapiedi per i pedoni.

Ogni provincia del Nord Est ha la sua strada più pericolosa. La classifica stilata dall'Automobile Club d'Italia e dall'Istat conferma alcune linee di tendenza, ma le precisa nelle diverse realtà locali. Ad esempio, la Pontebbana è al primo posto nelle province di Venezia (0,375 morti per chilometro), di Treviso (0,193 morti per km) e di Pordenone, con un impressionante numero di incidenti e di morti, ma non in quella di Udine. La Romea ha il triste primato a Rovigo (dove raggiunge un indice di 0,455 morti per chilometro), ma non a Venezia. A Vicenza troviamo in cima alla classifica la Valsugana, a Belluno la Feltrina e a Padova la Padana Inferiore.

lunedì 22 settembre 2008

Valsugana da brivido!

Da Padova fino a Trento 131 km e tre competenze
di Giuseppe Pietrobelli - puntata 3

La Strada Statale 47 "della Valsugana" trae il nome dalla famosissima vallata compresa tra Bassano e Trento, anche se il primo tratto dei suoi 131,900 metri si snoda in pianura. Nasce alla periferia di Padova e impiega 39 chilometri per raggiungere la tangenziale a nord di Rosà, per poi insinuarsi tra l'Altipiano di Asiago e il Grappa, risalendo il corso del Brenta. La Ss 47 collega due regioni, attraversa tre province ed è di tre diverse competenze. Da Padova a Cittadella la gestione è della Provincia, fino al confine del Veneto è dell'Anas, nel terzo tratto è gestita dalla Provincia Autonoma di Trento. La strada è mutata profondamente negli ultimi decenni, subendo interventi di ammodernamento che l'hanno resa più veloce, in parte anche più sicura. Ma rimangono gravi strozzature della viabilità nei punti dove non è ancora stato possibile evitare l'attraversamento di paesi e non sono state realizzate due carreggiate separate. A nord di Bassano, in territorio veneto, i centri più importanti sono Valstagna, Cismon del Grappa e Primolano. In Trentino troviamo Borgo Valsugana, Levico Terme e Pergine Valsugana. La SS 47 si innesta a nord di Trento nella statale 12 dell'Abetone e del Brennero.

venerdì 19 settembre 2008

Brivido Valsugana, slalom fra tir e curve della morte

Il ministro Antonio Di Pietro aveva promesso una galleria lunga tredici chilometri. L’Anas ha scaricato l’onere del progetto sulla Provincia di Vicenza, che non ci sta.
di Giuseppe Pietrobelli - puntata 2
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Anche la Statale 47 è una strada pericolosa, non a caso sta al sesto posto della classifica nera in Italia, con 68,97 morti ogni mille incidenti e un indice di gravità pari a 48,78 decessi ogni mille infortunati. Negli ultimi 15 anni 2.131 incidenti, almeno per un terzo nei centri abitati. I morti sono stati 195, i feriti 3.419. Ma la strada ha un andamento difforme, a seconda dei tratti, nei 131 chilometri che dividono Padova da Trento, che riflettono competenze e problemi tragicamente irrisolti da mezzo secolo. Non è solo una questione i numeri. Basta mettere in fila i flash della cronaca degli ultimi mesi, per capire che il dramma della Valsugana, fatto di persone in carne e ossa, oltre che di disagi collettivi.
Ecco la ragazza di 25 anni che a Pove del Grappa si schianta in Y10 contro un Tir, morendo dopo otto giorni di agonia. O l'ex macellaio di 81 anni che a San Nazario viene travolto mentre attraversa sulle strisce per andare in chiesa. E ancora il quarantenne che si schianta con la Bmw contro un muro a San Giorgio in Bosco, restando ucciso sul colpo. O la donna di 65 anni che a Vaccarino di Piazzola sul Brenta finisce con la Cinquecento dentro un fosso. Ecco il bellunese che carambola contro un camion sulle curve del Merlo o il motociclista padovano che ci resta secco a Borgo Valsugana schiantandosi contro un autoarticolato. È la casistica della Ss 47, che nel 2006 ha contato 12 morti, due nel Padovano, 6 nel Vicentino e 4 in provincia di Trento. Numero quasi equivalente ai frontali che non lasciano quasi mai scampo.
La Valsugana sembra aver smarrito la propria identità fin dal luogo dove nasce, la periferia nord di Padova. Trovare il cippo del chilometro 0,000 è una specie di caccia al tesoro nella viabilità di via Po, subito dopo i cantieri dell'Arco di Giano, in direzione dello stadio e di Padova Ovest. Per fortuna c'è un negozio di "Autoricambi Valsugana" a ricordare che lì inizia una strada ormai irriconoscibile.
D'improvviso appare il cartello con l'indicazione del "km 4", ma siamo già all'imbocco della recente tangenziale di Limena, cinque chilometri come un'autostrada, da percorrere in un lampo. Ma già al km 11 ecco che si torna all'unica carreggiata con due corsie. Platani (senza riparo). Una serie senza fine di innesti a raso, i più pericolosi, anche perché in barba ai divieti si può correre e serve capire quando e che cosa uscirà da un passo carraio, un cortile, un'azienda, una stradina. Al km. 13,900 ecco la prima curva pericolosa, sulla sinistra per chi va a nord. Poi via con i sorpassi, ma solo per 500 metri.
Il fondo è discreto, cominciano i bar, gli spacci, i risto-bar con la scritta "SS47". C'è un viadotto a Curtarolo senza spazio per le eventuali bici. Basta un semaforo, come a Campo San Martino (km 18) per le prime code. Ma il problema in questo lembo dalle mille aziendine è la connotazione che la Valsugana assume di strada di attraversamento di una ininterrotta zona industriale fino a Bassano.
Che il semaforo dia sicurezza, ma sia poco conciliabile con una via di lunga percorrenza lo si capisce a Cittadella, al termine della tangenziale che ha portato via il traffico dalla cinta medievale. Basta avvicinarsi alla Postumia è si è completamente fermi. Per entrare in Postumia, raggiungere la corsia di sinistra in direzione di Bassano e superare il semaforo al km 29,900, ci si impiega quasi lo stesso tempo per arrivare fin qui da Padova.
Il primo tratto della SS47 è ormai alle spalle. Chicane tra auto che svoltano a destra e sinistra, camion che si immettono, pedoni che escono dalle case. Belvedere di Tezze e Cusinati sono stazioni permanenti di una via crucis della morte su strada. Ma è a Rosà che si percepisce il conflitto stridente tra una comunità di poco meno di 14 mila abitanti, che chiede di vivere in tranquillità, e la devastante potenza quotidiana di una strada che taglia in due il paese. Come una rasoiata. L'imbuto di Rosa è qui, al km 37, sfiora le vetrine dei negozi,che finisce nella strettoia senza marciapiede (un pedone morì stritolato tra camion e muro), passa davanti alla chiesa.
Due chilometri dopo, la Tangenziale Sud di Bassano sembra una liberazione. Ma gli automobilisti affezionati al sito "blackpoint.smaniadisicurezza" segnalano l'innesto troppo breve, in discesa, al km. 39,262, dove i camion non si fermano per dare la precedenza. In effetti è così. Poi però si corre, anche con tratti a carreggiate divise. Ma quando si torna a due sole corsie, tornano i guai. A cominciare da Solagna, un primo viadotto, le curve. Un tempo qui ci passavano i carri, oggi gli autotreni.
Al km. 47 il primo (e unico) cantiere dell'Anas nel tratto veneto, la sistemazione dell'incrocio con via Fietto a Campese. Costo complessivo 3 milioni 146 mila euro, consegna nel 2006, ultimazione prevista il prossimo mese, in realtà lo stato di avanzamento è appena al 24 per cento. Tanti soldi per eliminare un solo innesto a raso. Poi Solagna, la strettoia Cavallini, San Nazario, le curve della morte in località Merlo, le case sfiorate, il semaforo di Carpanè , un'autentica trappola.Le code ci sono sempre, nei giorni feriali per il traffico pesante, in quelli festivi per il flusso dei turisti, d'estate per i vacanzieri, d'inverno per chi va a sciare.
E intanto gli abitanti stanno ad aspettare lavori promessi da 40 anni. L'ultimo è stato il ministro Antonio Di Pietro. È venuto a gennaio con il presidente dell'Anas Pietro Ciucci. Ha annunciato che si sarebbe fatta una galleria (a canna unica, con più tratti) lunga 13 chilometri, che si sarebbero spesi 400 milioni di euro, per la metà a carico dello Stato. Si parlava già di cantieri aperti nel 2010. Poi il governo è caduto, l'Anas non si è nemmeno messa a tracciare il nuovo progetto (quasi-definitivo) annunciato per settembre. Anzi, ha scaricato la patata bollente sulla Provincia di Vicenza, che però avanza ancora un milione e mezzo di euro per un progetto redatto cinque anni fa, e quindi ha risposto picche.
Nel piano triennale Anas, l'adeguamento a standard della ss 47 da Bassano a Primolano è iscritto per una spesa di 40 milioni di euro. Ma nella tabella aggiuntiva, per il primo stralcio della "Variante Bassano-Pian dei Zocchi-Rivalta" è indicato un costo di 150 milioni di euro. E tra le richieste della Provincia di Vicenza all'Anas compare il secondo stralcio, per altri 250 milioni di euro. Cartaccia. Sogni. Promesse.
In Trentino, non più una mezza montagna dimenticata da tutti, sembra essere un'altra storia, anche se alla doppia carreggiata (veloce e abbastanza sicura) si alternano ancora i cantieri e lunghi rettilinei con due sole corsie. I paesi sono come in disparte, in perfetto stile alpino. Protetti dal serpentone rumoroso che fila veloce verso la pianura Padana.
............continua

giovedì 18 settembre 2008

Valsugana da brivido: negli ultimi 15 anni, 195 vittime e 3419 feriti

di Giuseppe Pietrobelli - puntata 1

Ha un numero di cabalistica eloquenza la strada che corre a ritroso lungo il Brenta e assomiglia a un torrente dove le auto fanno rafting tra le curve, cercando di evitare i tir che scendono verso la pianura, e dove i pedoni si fanno il segno della croce prima di attraversare. Nella smorfia napoletana il 47 sta per "il morto" e chissà quale preveggente classificatore delle vie di comunicazione italiane ha affibbiato alla statale della Valsugana questa sigla, un po' lugubre, ma perfettamente aderente.
Più della Romea, dove si insegue l'illusione della velocità andando verso il mare, la Valsugana racconta il modo di vivere e produrre del Nordest, le sue nevrosi legate a un movimento dai ritmi esasperanti sulla via della montagna, intermittenti, perché convulsi e lenti allo stesso tempo, dentro un territorio fatto di capannoni che si sono ingoiati i paesi e ne hanno snaturato l'identità.

La statale 47 collega Padova a Trento: 131 km di traffico infernale

sabato 13 settembre 2008

PATI martedì 16 settembre 2008 a Pove.....mercoledì 17 settembre 2008 ore 20,30 a Valstagna


Si terrà a Pove martedì 16 settembre alle ore 20,30 presso la sala polivalente di Piazza Europa l'incontro di presentazione delle scelte strategiche per il governo del territorio nel comune di Pove.

Anche questa volta, questo comune si dimostra "avanti" rispetto a tutti gli altri, e pur avendo cercato il massimo coinvolgimento con la cittadinanza (ndr. scrivono loro!), la giunta ritiene ora di offrire ulteriori informazioni ai cittadini e alle varie associazioni di Pove.Per questo è programmato l'incontro al quale, oltre al sindaco, parteciperanno l'assessore all'urbanistica, il responsabile dell'ufficio tecnico comunale e il dott. Finotto, responsabile del gruppo di lavoro che ha elaborato il PATI.

Presso gli uffici tecnici comunali dei comuni della Valbrenta (Cismon del Grappa, Valstagna, San Nazario, Solagna, Campolongo sul Brenta, Pove del Grappa) è depositato il PATI, per le quali possono essere presentate delle osservazioni entro il 6 ottobre.

Peccato non si sappia ancora a chi presentarle!
Al singolo comune, al presidente della Comunità Montana, all'ufficio tecnico, alla segreteria comunale, all'assessore della Comunità Montana, alla provincia, alla regione?oppure non serve proprio presentarle perchè magari non verranno proprio prese in considerazione?

Ci piacerebbe proprio sapere dove possiamo indirizzarle! grazie
P.S.ringraziamo il commento anonimo che ci ricorda la presentazione del PATI a Valstagna mercoledì 17 ore 20,30 Piazzetta Brotto e che:
le osservazioni vanno presentate agli Uffici Protocolli dei sei comuni del PATI entro lunedì 6 ottobre 2008 compreso

sabato 6 settembre 2008

ETRA, se la conosci.....


L'attività di ATO Brenta ed ETRA per ridurre le perdite della rete idrica ha permesso lo scorso anno di risparmiare una quantità d'acqua pari al consumo annuale di un paese di 17 mila abitanti. Questo è stato uno dei primi frutti prodotti dal Piano d'ambito, il quale prevede mirati investimenti, con i proventi della tariffa del Servizio idrico integrato.

ETRA gestisce il Servizio idrico integrato servendo circa 500 mila abitanti attraverso una rete acquedottistica che si sviluppa per ben 5.236 chilometri. Nel 2007 i metri cubi di acqua distribuita sono stati quasi 40 milioni. Buona parte delle tubature sono però piuttosto vecchie e necessitano di continua manutenzione e talvolta di sostituzione.

ETRA per contenere le perdite, agisce su tre fronti: ricerca costante delle perdite con strumentazioni di avanzata tecnologia (?!? prima, ai ns comuni bastava fare una semplice segnalazione) e il supporto di modelli matematici; riparazione tempestiva (lo sappiamo, può sembrare uno scherzo); sostituzione dei tratti vetusti o già più volte riparati.

L'altopiano di Asiago, per la sua conformazione naturale (montuoso e dal terreno molto permeabile), rende più difficoltoso individuare eventuali perdite, dal momento che l'acqua tende a infiltrarsi nella roccia, mentre in pianura più spesso si accumula in superficie rendendo evidenti possibili guasti. Per l'altopiano sono quindi previsti investimenti per sistemi che aumentano la tempestività di individuazione delle perdite e conseguente intervento, riducendo i possibili disagi ai cittadini. Nel corso del 2007 sono stati 3.116 gli interventi di riparazione eseguiti nel territorio servito da Etra, l'87% dei quali entro cinque giorni dalla segnalazione. Tutto questo ha fatto sì che oltre 1 milione e 200 mila metri cubi di acqua non siano andati persi. L'opera di contrasto delle perdite ha consentito il recupero della portata idrica che serve ad alimentare quotidianamente, per un anno, una città (con un consumo medio pro capite di 250 litri al giorno) più grande di Romano d'Ezzellino e popolosa quasi quanto Cittadella.

Nel maggio di quest'anno la Guardia di finanza però suona al campanello della sede dell’ETRA spa di Cittadella e se ne va portando via la documentazione relativa alle delibere sui compensi delle più alte cariche della società a partecipazione pubblica. Le Fiamme gialle hanno visitato gli uffici della holding, affidataria in 72 comuni del Bassanese, del Padovano e dell’Asiaghese, della gestione del servizio idrico integrato e di quello di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, chiedendo di poter acquisire i fascicoli relativi ai compensi riservati ai membri del consiglio di gestione.

Un organo che, come ricordano in via del Telarolo, rispetto al vecchio consiglio d’amministrazione raccoglie un più esiguo numero di persone, per le quali però sono stati fissati degli stipendi più consistenti. Secondo quanto riportato in un’interrogazione presentata da un consigliere d’opposizione di Camposampiero e poi finita sui giornali locali, le retribuzioni sarebbero infatti raddoppiate, passando dai vecchi 12 mila euro all’anno ai 24 mila destinati oggi a ciascuno dei quattro membri del nucleo gestionale. Si parla quindi di 96 mila euro annui, ai quali vanno aggiunti i 36 mila riservati al presidente (una cifra rimasta invariata rispetto al passato) e i 12 mila per il consiglio di sorveglianza, per un totale di 144 mila euro per annualità. È stato lo stesso Stefano Svegliado, responsabile della multiutility, a riferire tali numeri e a dare conferma del blitz operato dal nucleo tributario della corte dei Conti. Il numero uno di Etra si disse tranquillo. «Mi auguro anzi - concluse - che si dimostri come non solo siamo in linea con le norme di legge ma addirittura al di sotto dello standard». A quanto riferisce il presidente l’eliminazione del Cda e la creazione di un consiglio di sorveglianza di pubblici amministratori e di un consiglio di gestione ristretto avrebbe permesso alla società di risparmiare sugli stipendi 254 mila euro.


Il problema dei cittadini comunque rimangono i corposi aumenti delle tariffe a cui sono sottoposti da qualche anno a questa parte.

Se il cittadino risparmia sull'uso dell'acqua, l'ETRA alza le tariffe perchè il bilancio preventivo prevedeva quote di consumo che dovevano coprire almeno le spese ( e gli investimenti.Vi ricordate il buco da 8 milioni di euro?).Non consumate acqua, noi vi aumentiamo le tariffe perchè dobbiamo intascare quei soldi per coprire le spese che abbiamo in preventivo.

Se si riduce il numero dei consiglieri nel consiglio ETRA, quelli che rimangono si raddoppiano lo stipendio, quindi annullando il risparmio e gravando ancora una volta sul bilancio stesso, quindi nessuna possibilità di ridurre le tariffe.

In Valbrenta, NON PRESENTANDO nemmeno una bozza di contratto ai cittadini o ai consiglieri comunali, si è preteso ed ottenuto nei consigli comunali, di votare ed accettare solo una delibera della Comunità Montana, che vincolerebbe i comuni valligiani ad aderire ad un contratto da 700.000€ annui per 15 anni.

Solo per il fatto che il contratto prevede uno sconto di ca. 40.000€ rispetto ai precedenti, (e senza che qualcuno si fosse chiesto il perchè?), non curanti la cultura della raccolta differenziata che sta lentamente avanzando anche nei nostri comuni, questo contratto/ombra si dovrebbe accettare e basta.

Tutti passaggi poco chiari.Ma che i nostri amministratori hanno (non tutti per fortuna, ma non sufficienti, forse perchè bloccati da richieste di chiarimento), accettato all'unanimità senza preoccuparsene minimamente di verificare alcunchè.

Questo è un fatto grave e preoccupante.

Ma quello che è più grave e preoccupante è: ma quanti altri episodi, fatti, contratti, progetti vengono pensati, attuati e realizzati nei nostri comuni, senza una ben che minima informazione, valutazione, confronto?nemmeno coinvolgendo gli stessi consiglieri comunali?

A questo punto, è lecito o no, chiederselo?

mercoledì 3 settembre 2008

Passato il periodo festivo......

riprendono i problemi noti.

Dopo la sbornia di feste patronali e paesane da Cismon sino a Solagna, passata l'ennesima edizione del palio delle Zattere e dell'evento clou in Valbrenta con il BCF, che ha confermato il successo di pubblico e dell'ottima organizzazione per la kermesse celtica, nel parco delle grotte di Oliero, sprofondiamo in temi ben più pesanti.
Ora è il tempo delle osservazioni al PATI (che potrebbe interessare anche ai Celtici....basti pensare ai parchi o al piano cave regionale...), alle attese delle risposte dalla Comunità Montana, dal sindaco di San Nazario, dalle letture delle convenzioni per le compensazioni della miniera Peroglio, dal gruppo di lavoro per Lora Bassa, dall'Assemblea del GSV, dal.....
Le forze sono sempre poche.Anche per questo abbiamo sempre sperato e cercato di coinvolgere altre realtà legate alla cultura e alla divulgazione del nostro territorio.
Attese che sono diventate vere e proprie disattese, se non delusioni.
Non c'è partecipazione.
Poi ci chiediamo come mai certe decisoni ci calino dall'alto e noi cadiamo letteralmente dal cielo.
Accettiamo volentieri di fare informazione e di informarci.
Non abbiate paura dei confronti, ma documentiamoci e studiamo assieme strategie che i nostri amministratori nemmeno prendono in considerazione, perchè si sentono superiori e liberi di decidere, tra loro, le sorti del nostro territorio e della nostra vita, incosciamente per i prossimi decenni.

domenica 24 agosto 2008

Chi controlla e fà rispettare la legge in Valbrenta?

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 7 luglio 2008 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117 recante “Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie e che modifica la direttiva 2004/35/CE”.Il presente decreto – recita l’articolo 1 (“Finalità”) – stabilisce le misure, le procedure e le azioni necessarie per prevenire o per ridurre il più possibile eventuali effetti negativi per l’ambiente in particolare per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio, nonché eventuali rischi per la salute umana, conseguenti alla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive.L’abbandono, lo scarico, il deposito e lo smaltimento incontrollati dei rifiuti di estrazione sul suolo, nel suolo e nelle acque superficiali sono vietati.

VIETATI, VIETATI per LEGGE !!!


I cumuli, le dighe, i bacini di decantazione e le strutture di deposito dei rifiuti di estrazione sono progettati, realizzati, attrezzati, resi operativi, utilizzati, mantenuti in efficienza e gestiti senza pericolo per la salute umana, senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ ambiente ed, in particolare, senza creare rischi per l’acqua, l’aria, per il suolo, per la fauna e per la flora, senza causare inconvenienti da rumori o odori e senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.L’operatore deve pianificare l’attività di gestione dei rifiuti di estrazione al fine di:a) impedire o ridurne, il più possibile, gli effetti negativi per l’ambiente e la salute umana;b) prevenire incidenti rilevanti connessi alla struttura e limitare le conseguenze per l’ambiente e la salute umana;c) gestire qualsiasi struttura di deposito dei rifiuti di estrazione anche dopo la chiusura nel rispetto di quanto riportato alle lettere a) e b) precedenti, fino al rilascio del sito in conformità a quanto previsto dal piano di gestione di cui all’articolo 5, ovvero l’operatore deve elaborare un piano di gestione dei rifiuti di estrazione per la riduzione al minimo, il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti stessi, nel rispetto del principio dello sviluppo sostenibile.Il piano di gestione è volto a:a) prevenire o ridurre la produzione di rifiuti di estrazione e la loro pericolosità, in particolare:1) tenendo conto della gestione dei rifiuti di estrazione nella fase di progettazione e nella scelta del metodo di estrazione e di trattamento dei minerali;2) tenendo conto delle modifiche che i rifiuti di estrazione possono subire a seguito dell’ aumento della superficie e dell’esposizione a particolari condizioni esterne;3) prevenendo la possibilità di ricollocare i rifiuti di estrazione nei vuoti e volumetrie prodotti dall’attività estrattiva dopo l’ estrazione del minerale, se l’operazione è fattibile dal punto di vista tecnico e economico e non presenta rischi per l’ambiente, conformemente alle norme ambientali vigenti e, ove pertinenti, alle prescrizioni del presente decreto il quale sottolinea, anche, l’impiego di sostanze meno pericolose per il trattamento delle risorse minerali e l’incentivazione del recupero dei rifiuti di estrazione attraverso il riciclaggio, il riutilizzo o la bonifica dei rifiuti stessi, se queste operazioni non comportano rischi per l’ambiente.

Questo signore e i suoi scagnozzi assessori o consiglieri comunali che siano, di qualsiasi comune, forse dovrebbero far qualcosa o continuare a far sempre finta di niente?

Dobbiamo noi, cittadini qualunque, presentare delle denunce su situazioni che anche le mosche in Valbrenta conoscono?Poi qualcuno magari viene tacciato di straparlare su commistioni che non esistono.....
Noi pensiamo invece che basterebbe solo far rispettare la legge.Ma si sà, verso certe situazioni, che dovevano essere attuate entro il 31/12/2006, non si vede proprio oltre il proprio naso.
Alla faccia nostra comunque.Rivotateli nella primavera prossima, non si sà mai.
Ancora grazie, ai nostri rispettosi amministratori.

mercoledì 20 agosto 2008

L'ipocrisia e l'ignoranza che imperversa....

col PATI.
Tanto è stato scritto, ma pochi hanno compreso. Sicuramente, primi fra tutti, i promotori e i consiglieri stessi che l'hanno adottato.Non c'è giorno in cui appaiono episodi sul come è stato trattato questo strumento.
Già l'acronimo, per i più è sconosciuto (e già questo lascia allibiti sapendo che i consiglieri comunali l'hanno adottato praticamente all'unanimità).
Tanti di questi hanno manifestato perplessità, forse dubbi, di certo non sono proprio in grado di presentare osservazioni, visto che nemmeno l'hanno letto.
Sorprende poi che essendo un Piano di Assetto Territoriale Intercomunale predisposto dalla Comunità Montana del Brenta, proprio gli stessi assessori, che in sede amministrativa si sono sempre espressi totalmente a favore, a semplici domande di colleghi fuori dalla Valbrenta, sul perchè tanti manifestano perplessità e dubbi, scrivano addirittura articoli sulla stampa locale riportandoli, e poi votino all'unanimità, giustificandosi che lo hanno fatto perchè loro sono favorevoli al "PATI del loro comune".
Se non è paradosso questo e se non vi scappano subito due risate, altro non potete.
Questi sono i rappresentanti in seno alle ns amministrazioni pubblich,
Le minoranze sono dapprima critiche, ma il Piano intercomunale di assetto del territorio passa all’unanimità.
Pati, questo sconosciuto.
Ha sollevato non poche perplessità, l'adozione del Piano di assetto territoriale intercomunale. Cavallin a Valstagna ha lamentato lo scarso coinvolgimento degli stessi consiglieri comunali, oltre che delle forze sociali e della popolazione. «Valstagna è un paese tranquillo - ha detto - che però sta morendo. Se non uniremo le forze per un rilancio della Valle i nostri paesi diventeranno dei dormitori».«Il Pati è un passo avanti significativo per la Valle - ha detto il sindaco Aldo Negrello - e c'è stata la massima apertura perché si è lavorato sinergicamente con la Comunità montana del Brenta, che ha coordinato i sei comuni interessati, per l'utilizzo ottimale del territorio. Siamo stati un po' restii a illustrare ai cittadini quegli aspetti sui quali non eravamo certi. Ora ci sono 60 giorni per eventuali osservazioni».Tra gli assessori e i consiglieri c'è stato chi ha auspicato ulteriori collaborazioni tra i Comuni della Valle, chi ha indicato alcune anomalie cartografiche che riguardano Collicello, una zona di parcheggio a San Gaetano, il recupero edilizio a Carpané e l'ipotesi di galleria sulla superstrada a San Marino.«Nella sua progettualità il Pati coinvolge sei comuni. - ha osservato il capogruppo Benito Sasso - Non è stato facile dare risposte anche su aspetti importanti, ma dobbiamo spiegare le scelte da operare con questo nuovo strumento urbanistico che traccia un nuovo tipo di programmazione per una comunità di oltre 7 mila abitanti e pensare ad una crescita e a uno sviluppo del territorio. La Regione ha dato segnali importanti: ha semplificato le procedure e favorito il dialogo per affrontare insieme alcune problematiche fondamentali, quali la sicurezza e le bellezze peculiari del territorio. Attraverso la commissione tecnica, formata dai tecnici dei sei comuni interessati, sono stati contattati complessivamente oltre un centinaio tra enti, associazioni e gruppi. Quindi sul Piano c'è stata concertazione per una valutazione complessiva. Penso che si debbano ringraziare i sindaci perché siamo arrivati alla fine senza rotture».
Complimenti!

mercoledì 6 agosto 2008

Ci mancava solo la monorotaia.....


Valorizzazione turistica, pioggia di progetti in Valbrenta

(R.L.) Una miriade di progetti per la valorizzazione turistica e ambientale del territorio sarà inoltrata dai comuni della Valle del Brenta, tramite la Comunità montana, al Gal Montagna Vicentina, per essere inseriti nel Piano di sviluppo locale, con l'opportunità di accedere ai finanziamenti, tramite la Regione Veneto.
Queste le proposte più interessanti: la ciclopista Rivalta-San Marino; l'area turistica attrezzata tra Campolongo e San Nazario; il materiale divulgativo dell'Ecomuseo della Grande Guerra; il recupero del "Cason di Barbarossa", a Valstagna, come spazio museale e di documentazione sulla civiltà dei terrazzamenti; il recupero dell'ex scuola montana di Col del Brocco, a Cismon, da utilizzare, secondo il progetto, come spazio di accoglienza e documentazione antropologica sull'agricoltura di montagna e la civiltà delle malghe; la sistemazione delle malghe di località Pozzette e Melago (Valstagna) e Cimo (Campolongo); il recupero del sentiero Rivalta-Grottella, dell'antico ponte romano e dei terrazzamenti limitrofi; la valorizzazione dell'area terrazzata adiacente il Cason di Barbarossa, a Valstagna; elettrificazione del Covolo di Butistone, a Cismon; la realizzazione di un magazzino a servizio dei musei del tabacco e del recuperante di Palazzo Guarnieri.
Nel programma per l'anno 2010, figurano progetti per il percorso, strada e monorotaia, di accesso a località Casarette (Valstagna) - questa è veramente fantastica; il centro di assistenza e documentazione e sistemazione del parcheggio delle Grotte di Oliero; il recupero della mulattiera storica di Cismon; gli impianti del museo del Covolo e dei siti fortificati in Valbrenta ; il recupero dei siti di guerra in località Torre, Cornon e Costardara (Solagna), Col del Merlo, Sette Bocche (Carpanè) e dei trinceroni di Campolongo; l'allestimento del museo della carta a Oliero.
Nel programma per il 2011 sono stati inseriti infine: la passerella sul fiume che collegherà la Ciclopista del Brenta al Covolo di Butistone; il centro di accoglienza e documentazione da realizzare a Fastro Bassanese (Cismon) e quello di accoglienza turistica e campi di studio universitari di località Casarette (Valstagna); il recupero della fornace storica, con spazi espositivi e dei terrazzamenti di San Giorgio, a Solagna; il percorso museale del Covolo di Butistone; alcuni itinerari per raggiungere il Covolo di Formiga e il Covoletto veneziano, a Valstagna.


Chissà che almeno uno di questi progetti veda la realizzazione, forse, se pensate che queste siano le prerogative per i cittadini che qui ci vivono.
A noi non ci risulta siano però stati minimamente interpellati.La storia di prendere iniziative senza informare i propri sudditi con progetti simili sembra proprio infinita.Migliaia di euro in progetti e studi.

Ma a chi giova tutto ciò?

martedì 5 agosto 2008

L'insostenibile leggerezza dell'essere......

PATI ? Non se ne può fare a meno, le hanno provate tutte......

Con gli ultimi atti dei consigli comunali in Valbrenta (adesione al PATI, contratto beffa con ETRA) verrebbe proprio voglia di emigrare, andarsene dal posto dove viviamo, dopo però aver preso a calci nel sedere chi si sente il diritto di rappresentarci, perché in pochi hanno deciso le sorti di tutti, senza nemmeno fartele sapere, dimenticando il dovere, visto che sono stati indicati dai propri cittadini.

La popolazione è SEMPRE più considerata non una comunità pensante, ma un fastidioso ammasso ronzante, al quale non è dovuto far sapere come sarà il loro mondo futuro.
Nel giro di una settimana il PATI (dopo averle provate tutte, il PATI che piace ai cavatori, sponsorizzato da Provincia e Regione, che conoscono bene come tira il nostro territorio....eccome se tira...) ha imperversato nelle amministrazioni comunali ed è passato assolutamente inosservato alla gente normale. L’assetto territoriale futuro prossimo è stato votato a Valstagna, San Nazario, Cismon e via dicendo, con grande rapidità, in seduta straordinaria, in piena calura estiva (in perfetto stile craxiano) e adottato con voto unanime o quasi.

Dobbiamo fare i nostri sinceri complimenti a tutti quei consiglieri comunali che sono riusciti a meravigliarci dimostrando una capacità di analisi da navigati ricercatori universitari ed hanno all’ISTANTE recepito tutti gli aspetti di un progetto complesso e ricco di risvolti e conseguenze, dove sviluppo e impatto ambientale sono stati CAPILLARMENTE ANALIZZATI.

Vorremmo inoltre ringraziarli per avere salvaguardato la nostra dignità di cittadini pensanti;

siamo molto orgogliosi di essere stati interpellati e informati in maniera così dettagliata; di avere avuto la possibilità di dare il nostro contributo, anche se ci rendiamo conto che non possiamo competere in acume con chi, con sagacia e lungimiranza sta mantenendo questa valle, un vero paradiso.

Grazie consiglieri, voi che avete aderito al PATI, nemmeno sapendo il significato di questo acronimo.
Grazie per averlo potuto analizzare, quando vi è stata notificata la copia della seduta straordinaria del vs consiglio comunale, al massimo 5 giorni prima.
Grazie per averlo potuto leggere, confrontare, dibattere ed analizzare.In tre giorni.
Grazie.

Cittadini, compaesani il vostro futuro è segnato; non importa quale sia, LASCIATE FARE A LORO!

PATI= Perpetuazione Abusi Territoriali Infiniti

venerdì 1 agosto 2008

PATI ed ETRA, in fretta e furia.....

Sotto mentite spoglie, si è cercato di far passare nei consigli comunali della Valbrenta, i medesimi ordini del giorno, in piena calura estiva, ma in sordina, evitando nel modo più assoluto, di coinvolgere i cittadini su temi così importanti.
Prima PATI e quindi ETRA.
Per il primo argomento parleremo in altri post,visto il comportamento dei singoli.Tutti si dimostrano perplessi, persino i sindaci, alcuni ritengono esagerate le zone P3 e P4, altri sono preoccupati perchè diventerà tutta una grande cava a cielo aperto, tutti sono titubanti, esprimono chiare perplessità durante il consiglio, poi, un minuto dopo, votano favorevoli all'unanimità o quasi.Tanti non sanno neppure il significato della parola PATI (se non ci credete chiedetelo ai vostri consiglieri comunali).Bravi, proprio bravi.Dovremmo proprio esser orgogliosi di avere questi rappresentanti.Non esiste minoranza, siamo tutti come l'amministrazione di Solagna.
A Valstagna, ma lo stesso è avvenuto nei comuni limitrofi di Cismon (minoranza astenuta) e Solagna (rinviato a data da destinarsi), per farne esempio, il tema dell'affidameno del sevizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è stato calato dall'alto dell'ETRA, come contratto capestro ai sindaci della valbrenta, gestiti dalla Comunità Montana del Brenta (sennò che caspita ci stà a fare questa iniquità?!).

Il sindaco aveva presentato però una delibera della giunta della Comunità Montana, sperando nell'ignoranza di tutto il consiglio comunale, che invece vuole vederci chiaro e capire il perchè dovrebbero aderire ad un contratto di 15 anni !!! (a dir la verità almeno vorrebbe vederlo il contratto!)
Si, 15 anni, avete letto bene.Questi personaggi tra pochi mesi, forse, se ne tornano finalmente a casa loro, lasciando Palazzo municipale molti sperano e vorrebbero vincolarci all'ETRA per 15 anni ad occhi chiusi, solo perchè è l'ETRA che ce lo propone.
La nuova finanziaria del Governo, accortasi che nel nostro belpaese esistono solo grossi gruppi multiutlity di gestione dei rifiuti e dei servizi (acqua, gas, elettricità) chiede di evitare monopoli (che già esistono).
Per correre in fretta e furia ai ripari ed incatenare a sè entro il 31/12/2008 i comuni, e pur di abbindolare gli ignorantoni valligiani, ETRA ci concede uno sconto di ca. 40.000€ sui 700.000 di spesa.
Lecito porsi qualche domanda, sul perchè e come mai SOLO ORA ci fanno gli sconti, ma soprattutto, perchè si dovrebbe aderire entro pochissimo tempo visto che scade il 31/12/2008?senza quindi la possibilità di vederlo questo contatto (ore si direbbe, da quello che ci hanno riferito i presenti al consiglio comunale).Di sicuro prima della finanziaria, intendiamo noi.
Certo che pretendere di far votare l'adesione ad un contratto per 15 anni, senza leggerlo o vederlo è di una gravità disarmante.
Il sindaco, che è socio di questo pachiderma in ATO, se la fà sotto solo all'idea di non allinearsi a questa balena istituzionale ed ignorando il peso politico che ha il suo comune, praticamente meno che nullo, e la nostra Valbrenta, nel consiglio di amministrazione (lui lo 0,38%, noi il 2% totale ).

Durante un'accesa assemblea di ATO, pochi giorni orsono http://www.atobrenta.it/pdf/Delibera_14_Ass_11_07_2008_Allegato_1.pdf, per accordi di poltrone di direzione, lo stesso sindaco di Bassano faceva, sbraitando, espressamente riferimento alla disparità di rappresentanza: il 70% al padovano, il 20% all'area bassanese ed il 5% all'altopiano.

Ma il sindaco valstagnese e il consiglio comunale intero, manco conoscono questi numeri.Parlano, accennano, ma non comprendono, e soprattutto non conoscono.Neppure il peso che hanno in ATO http://gsv.altervista.org/acqua/acqua3.html

Si sono accorti troppo tardi che per allinearsi alla legge Galli del governo D'Alema, abbiamo svenduto l'anima al diavolo.
I nostri nipoti avranno motivo di ringraziarli, eccome.Crediamo che forse lo stiano già facendo.Sono molto svegli, i bimbi di oggi, e lungimiranti.

A noi sembra che i sindaci, ora abbiano paura, che non aderendo alla proposta, nessuno porti via l'immondizia?hanno paura di contrattare e magari far inserire altre offerte allo stesso canone? Magari per la deratizzazione o per le zanzare o che ne sappiamo noi, per eliminare l'adeguamento ISTAT e blindare l'importo?Ecco di tutto questo la Comuità Montana manco si pone il problema.Eppure si potrebbe fare.Ma sappiamo da chi siamo rappresentati purtroppo.

Se anche abbandonassimo ETRA, per come è tenuto e gestito il territorio, troveremo altre grosse società (ce ne sono, ce ne sono, pure concorrenti di ETRA e qui vicine anche di sede, che non avendo padrini politici, sono rimaste fuori dal gioco di potere a cui i nostri sindaci ci hanno svenduto, per 4 denari (anzi, forse meno, visto i loro q.i.). Cercando di aprire una breccia nell'ignoranza dei comuni valligiani, nell'aderire al pachiderma ETRA, sbilanciato nettamente a sud, senza nessun vantaggio, neanche minimo, ora ci ritroviamo nell'attuale situazione di m...., con nessun peso politico e decisionale.
Assolutamente nullo.
Non riesce ad averlo Bassano, battendo i pugni, con oltre 40.000 abitanti, senza contare il resto del comprensorio bassanese....... figuratevi cosa contano i morti viventi della Valbrenta.
Noi (grazie ai nostri sindaci) abbiamo abbassato le braghe, ci siamo pronati in avanti ed adesso abbiamo paura del loro divertimento dal retro.
Però, non è sempre detto, che muovendoci, facciamo il loro gioco.
Remember