martedì 27 gennaio 2009

La Regione deve ancora esprimersi sul VIA relativo a Costa Alta e....

...gli assessori della Comunità Montana del Brenta approvano una prebenda di 500.000€

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L' 8 ottobre 2007 a San Nazario, è stato presentato al pubblico lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) per la “ridelimitazione” della concessione mineraria Costa Alta ed un nuovo Progetto di coltivazione in località Carpanè per la durata di 40 anni.




Come da delibera riportata, pochi mesi dopo, invece di controllare le prescrizioni disattese dalla precedente autorizzazione regionale del 2004, che andavano attuate entro il 2006, il giorno 13 febbraio 2008 i signori Peruzzo Pierluigi (Presidente della Comunità Montana del Brenta) con voto unanime, anche dei sigg. Bonato Gilberto, Celestino Rodolfo, Cusinato Natale, Lazzarotto Franco, Pellizzon Giuseppe (assente Sasso Benito) approvano la convenzione con la società Granulati Dolomitici Peroglio srl per l'attuazione di interventi a valenza compensativa nell'ambito della futura e forse probabile nuova concessione mineraria.

25.000€ per ogni ettaro interessato dal progetto che, prevedendone 20 ettari, porta l'importo a 500.000€ in 15 rate annuali di 33.330€ dall'anno di approvazione del nuovo progetto!

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Ma se la Regione Veneto ancor oggi, nel 2009, deve ancora esprimersi su quel progetto, avendo raccolto le osservazioni di gruppi, cittadini ed istituzioni locali, come la Comunità Montana del Brenta stessa, titolata (solo sulla carta) a tutelare e a valorizzare le qualità ambientali e le risorse presenti nel territorio montano, con una miniera a cielo aperto appunto, con che pro, lor signori si fregiano questo potere?

Avvallano, anzi approvano, una convenzione, ancor prima il progetto venga discusso in Regione Veneto?

Qualcosa non quadra.Anzi, è al contempo allarmante e disarmante.

A voi, come sempre, un giudizio in merito.

lunedì 26 gennaio 2009

Assemblea di sabato 24 gennaio 2009

Lo scorso sabato 24 gennaio, presso la saletta della Comunità Montana di Carpanè di San Nazario, si è svolta l’assemblea generale pubblica del Gruppo Salvaguardia Valbrenta.
Una numerosa e qualificata presenza di residenti ed amministratori locali ha animato l’incontro, dimostrando ancora una volta l’interesse, troppo spesso disatteso, per le tematiche ambientali e la pressante richiesta di partecipazione e confronto sulle scelte che ipotecano il futuro della Valbrenta.
La relazione del presidente, nel sottolineare lo stato di degrado del territorio e la debole quanto contraddittoria azione di coordinamento e controllo delle amministrazioni locali, ha sollecitato l’assemblea a prendere coscienza della necessità di scendere in campo, di diventare soggetti attivi e consapevoli del destino del proprio territorio.
L’unica vera risorsa della valle, il suo patrimonio più prezioso, il suo territorio, il suo ambiente e la conseguente qualità di vita che può offrire: scelte scellerate e poco lungimiranti lo stanno distruggendo con interventi senza ritorno che ne condizioneranno lo sviluppo per decenni, alterando in modo irreversibile la geografia dei luoghi.
Si è parlato della situazione della SS47 dei suoi 30.000 passaggi veicolari al giorno, medie autostradali per una via poco più larga di una carrareccia. Un arteria per la quale, nel corso degli ultimi 40 anni, si sono spesi fiumi di parole, di promesse e di denaro pubblico, senza giungere nemmeno ad una solidale e condivisa omogeneità di vedute tra i comuni interessati.
Anas, Provincia e Regione decidono (o meglio, non decidono) strategie e programmi con l’assoluta inerme presenza di un’agonizzante Comunità Montana; non una voce di doverosa e determinata rivendicazione si è alzata dagli amministratori locali, non un’iniziativa che offrisse visibilità e desse voce agli insostenibili disagi dei residenti.
L’illustrazione delle tematiche relative alla gestione della risorsa idrica ed allo stato del fiume Brenta ha evidenziato come dal ’66 non sia cambiato molto, come anzi la situazione sia peggiorata, per la mancata pulizia degli affluenti, la progressiva riduzione dell’alveo e l’incombente cementificazione degli argini; analogamente l’eccessivo prelievo idrico rischia di far morire il Brenta per il quale non è ancora stato definito il Minimo Deflusso Vitale, parametro indispensabile per mantenere i prelievi entro livelli compatibili con la vita del fiume.
Non si ha evidenza di efficaci azioni intraprese dalle amministrazioni locali per garantire, preservare e gestire in sicurezza questo inalienabile bene comune: da un lato si rischia l’alluvione, dall’altro la morte del fiume e delle attività sportive (canoa, rafting ..) che nel fiume si svolgono.
Si è poi affrontato lo scottante problema delle attività estrattive, il cui impatto è sotto gli occhi di tutti ed è strettamente legato sia alla viabilità che alla risorsa idrica ed al fiume. Questo tema ha caratterizzato buona parte delle relazioni e la maggior parte degli interventi del pubblico. Cave, miniere e messe in sicurezza stanno asportando milioni di metri cubi, lasciando un paesaggio per sempre compromesso ed un pesante disagio per i residenti. A volte con la giustificazione strumentale della messa in sicurezza e la complice assenza di controllo degli enti locali si sono radicate in valle


ciclopiche attività estrattive di pura speculazione e rapina, che rischiano di trasformare il ridente paesaggio terrazzato, tipico di questa valle, in un paesaggio lunare inospitale ed estraneo ai suoi residenti.
E’ stata denunciata la scandalosa delibera della Comunità Montana che anziché esercitare il doveroso controllo sull’attività della cava-miniera di Carpanè, ha ratificato uno specifico accordo con la stessa per incassare una cospicua “prebenda” di 500.000€ destinata alle cosiddette “attività a valenza compensativa”. La delibera è stata votata nel febbraio 2008 con progetto ancora da approvare e che tutt’ora giace, non approvato, presso la commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Ricordiamo che tale progetto prevede lavori per oltre 40 anni e condizionerà per sempre pesantemente la vita di tutta la valle.
I rappresentanti eletti che dovrebbero garantire e tutelare i cittadini da essi espressamente delegati, incassano un cosiddetto “contributo” da chi dovrebbero controllare ancor prima che l’organo regionale ne autorizzi l’attività.

A fine assemblea viene lanciata l’iniziativa di una raccolta firme tra gli abitanti della valle per proporre una moratoria delle attività estrattive, cave o messe in sicurezza che siano; si chiederà se il disagio sopportato, lo scempio perenne al territorio ed il decadimento progressivo della qualità della vita possano essere consapevolmente accettate, o se forse non sia giunto il momento di pretendere un deciso ed inequivocabile cambio di rotta, verso uno sviluppo sostenibile che preservi e valorizzi le peculiarità di questa valle e dei suoi abitanti.
Su questi temi chiederemo poi un confronto con le forze politiche per sottoscrivere un “documento d’intenti” chiaro ed impegnativo che guidi le scelte delle attuali e future amministrazioni locali (le elezioni sono alle porte), in un clima di fattiva collaborazione ed aperto confronto.

giovedì 22 gennaio 2009

Assemblea Generale aperta a tutta la popolazione

Sabato 24 gennaio 2009
alle ore 16,00
presso la sala della
COMUNITA’ MONTANA del BRENTA
a Carpanè di San Nazario

L’ordine del giorno è il seguente:

Ø relazione del presidente sulle attività svolte
Ø modifiche statutarie e bilancio consuntivo
Ø approvazione e ratifica nuova composizione Direttivo
Ø informazioni all’assemblea sulle principali problematiche affrontate nel corso dello scorso anno:
· SS 47: possibili evoluzioni, eventuali iniziative
· cava-miniera, messe in sicurezza e cave (LoraBassa, CostaAlta, Valgrande …)
· fiume e dissesto idrogeologico
· varie ed eventuali
· dibattito e programmi futuri

martedì 13 gennaio 2009

Operazioni di facciata





Galan: «Valdastico nord...

L’opera si metta in gara».
Il tira e molla iniziato con la Dal Lago, ora continua con Schneck (attuale presidente provincia di Vicenza) : «Sulla Valdastico sud siete lenti». Giancarlo Galan, presidente della Regione si rivolge «al presidente della Provincia più amato dai veneti («Ti avrei votato anch’io») e lo trafigge quando lo chiama in causa come presidente dell’Autostrada Brescia-Padova».
«Ti darò un dispiacere, ma penso che metteremo la Valdastico nord in legge obiettivo. Finiamola con l’ipocrisia: non è che l’opera non si realizza più se finisce la concessione. Si metta in gara e poi si vedrà».
Passate le feste......si prepara la campagna elettorale.
All'incontro promosso dalla Provincia sui temi della mobilità e dei trasporti con il commissario Ue Antonio Tajani e l’europarlamentare Lia Sartori si è accennato anche alla valsugana «il cui completamento non è lontano dalla realizzazione».
Di quale completamento si tratti non ne abbiamo la ben che minima idea, visto che abbiamo passato gli ultimi 40 anni su tesi, idee, progetti, proposte, promesse, comitati, controproposte e quant'altro passi all'umana idea.
Spruzzate di modifiche qua e là, ogni paio d'anni circa, l'ultimo con le 3 rotonde a Campese, ma il risultato finale......continuate a sognarvelo!Buon Anno