domenica 28 agosto 2011

Ecco il chiarimento


Come promesso abbiamo cercato di andare a fondo in merito alle fotografie segnalate al Gruppo Salvaguardia Valbrenta che ritraevano 2 persone impegnate a versare liquidi non ben identificati in un tombino.
La soluzione è arrivata grazie ad un incontro svoltosi tra i rappresentanti del GSV, i protagonisti della vicenda, il Sindaco del Comune di Campolongo e il Presidente della Pro Loco. Da qualche anno alla conclusione della Festa in Brenta che si svolge sulle riva destra del fiume si procede normalmente alla pulizia del sito. Tra le cose da smaltire c’è una grande quantità di liquidi residui di cucina, in particolar modo l’acqua di cottura dei fagioli. Questi brodi risultano essere maleodoranti anche se non particolarmente inquinanti. A casa nostra li avremmo smaltiti nel lavandino della cucina, ma trattandosi di qualche centinaio di litri che proviene dalla riva del fiume che ovviamente non ha alcun scarico fruibile, l’amministrazione stessa e la polizia locale hanno consentito l’immissione diretta nella rete fognaria tramite l’apertura di un tombino. Sembra inoltre che l’eventuale sversamento di oli nella fognatura in quantitativi significativi provocherebbe il blocco dei filtri con relativa segnalazione di guasto, cosa che non si è verificata.
L’olio della friggitrice è stato stoccato in un magazzino comunale in attesa di essere smaltito presso l’Etra. Ci è stato segnalato inoltre che in quell’occasione viene organizzata una raccolta oli per tutti i privati che abbiano bisogno di disfarsene. Un dipendente comunale si occupa in seguito dello smaltimento
Ovviamente, senza una spiegazione, il gesto in se agli occhi del cittadino risulta un’evidentissima anomalia che non è da imitare in alcun modo. Siamo lieti che la vicenda possa considerarsi conclusa. Riteniamo comunque fondamentale da parte di tutti la segnalazione di qualsiasi atto o situazione che possa suscitare dei dubbi di legittimità . Grazie a tutti

mercoledì 24 agosto 2011

Qualcuno ci può spiegare?

Per evitare che vengano coinvolte persone sbagliate e che l'arena della rete arrivi a conclusioni affrettate e lesive e vista la delicatezza dell'argomento il post "Qualcuno ci può spiegare?" e' stato sospeso. La questione verrà affrontata seguendo altre strade in forma privata nella speranza  che si giunga quanto prima a un chiarimento.

martedì 9 agosto 2011

"La Brenta" e le centrali: vergogna in prima pagina

Poveri rozzi montanari che hanno “l’oro nero” che gli scorre sottocasa e lo
sprecano per scopi ludici !!?
Ci sarebbe da sorridere e non dar peso a tali incredibili affermazioni, se
l’argomento non fosse riportato in prima pagina di un periodico locale che
si definisce “periodico di informazione e cultura del canale del Brenta”.
L’articolo in prima pagina, a firma di un componente del comitato di
redazione, sottintende una chiara presa di posizione di “La Brenta” che,
salvo auspicabili smentite, sembra schierarsi a favore della recente
concessione rilasciata per una derivazione dal fiume Brenta, mentre tutti
gli Enti pubblici, le Associazioni sportive e sociali intendono incontrarsi
e coordinarsi per produrre ricorso avverso questo provvedimento.
L’articolo, del resto ben farcito di dati e citazioni, lascia sconcertati e
avviliti nel constatare come il fiume sia percepito: mera energia
potenziale. Un fiume che percorre e caratterizza un territorio, ne scrive la
storia e l’evoluzione, è semplice “cinesi” , acqua che cade e scorre!
Che sinistra analogia con quanti, amministratori locali compresi, vedono nei
monti e nelle conoidi di valle un ammasso di sterili massi, senza anima ne
storia, utili soltanto se cavati, frantumati ed altrove utilizzati.
 
Cosa si dovrebbe dire di quei “ludici giocherelloni” che hanno rilanciato
l’economia di intere valli con un utilizzo sostenibile, condiviso e
compatibile del fiume che le percorre; quei impenitenti festaioli della Val
di Sole che “giocano” sul Noce, con il beneplacito delle loro
amministrazioni, degli enti per il turismo e di tutti gli albergatori
locali; per non parlare dei loro omologhi della valle slovena dell’Isonzo,
che invece di emigrare come i loro padri, far la fame o svendere la loro
“liquida energia potenziale”, sguazzano e si perdono in ludiche attività sul
loro fiume, ora meta di un turismo di qualità da mezza europa.
 
Quando mai riusciremo a vedere il territorio e le sue risorse come beni
comuni, unici ed indivisibili a disposizione non solo dei residenti, ma
anche delle future generazioni; risorse inalienabili da valorizzare e
preservare, non beni di consumo o mezzi di produzione.
Che triste ottusa politica deve ancora dilapidare queste valli prima che ci
rendiamo conto di quanto perdiamo ed abbiamo perso in ricchezza di ambienti
e risorse, in ultima analisi in  qualità di vita !?!
 
roberto sessi