di Giuseppe Pietrobelli - puntata 1
Ha un numero di cabalistica eloquenza la strada che corre a ritroso lungo il Brenta e assomiglia a un torrente dove le auto fanno rafting tra le curve, cercando di evitare i tir che scendono verso la pianura, e dove i pedoni si fanno il segno della croce prima di attraversare. Nella smorfia napoletana il 47 sta per "il morto" e chissà quale preveggente classificatore delle vie di comunicazione italiane ha affibbiato alla statale della Valsugana questa sigla, un po' lugubre, ma perfettamente aderente.
Più della Romea, dove si insegue l'illusione della velocità andando verso il mare, la Valsugana racconta il modo di vivere e produrre del Nordest, le sue nevrosi legate a un movimento dai ritmi esasperanti sulla via della montagna, intermittenti, perché convulsi e lenti allo stesso tempo, dentro un territorio fatto di capannoni che si sono ingoiati i paesi e ne hanno snaturato l'identità.
La statale 47 collega Padova a Trento: 131 km di traffico infernale
Ha un numero di cabalistica eloquenza la strada che corre a ritroso lungo il Brenta e assomiglia a un torrente dove le auto fanno rafting tra le curve, cercando di evitare i tir che scendono verso la pianura, e dove i pedoni si fanno il segno della croce prima di attraversare. Nella smorfia napoletana il 47 sta per "il morto" e chissà quale preveggente classificatore delle vie di comunicazione italiane ha affibbiato alla statale della Valsugana questa sigla, un po' lugubre, ma perfettamente aderente.
Più della Romea, dove si insegue l'illusione della velocità andando verso il mare, la Valsugana racconta il modo di vivere e produrre del Nordest, le sue nevrosi legate a un movimento dai ritmi esasperanti sulla via della montagna, intermittenti, perché convulsi e lenti allo stesso tempo, dentro un territorio fatto di capannoni che si sono ingoiati i paesi e ne hanno snaturato l'identità.
La statale 47 collega Padova a Trento: 131 km di traffico infernale
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