giovedì 12 novembre 2009
La Regione Veneto antepone gli interessi dei cavatori alla tutela delle falde acquifere e il Senato da il via alla rapina dell’acqua a vantaggio delle multinazionali.
Lo scorso 5 novembre, durante una seduta del Consiglio Regionale del Veneto con ben 20 consiglieri assenti su sessanta (ma dov’erano ?), è stato approvato, dopo anni di attesa il cosiddetto “Piano di tutela delle acque”.
Con un blitz dell’ultimo momento, la giunta regionale con l’assessore Conta ha presentato un emendamento approvato dalla maggioranza LEGA – PDL, che stravolgendo l’impianto iniziale del piano, ha concesso l’attività di cava anche in aree con presenza di falde affioranti per le cave attive al momento dell’adozione del piano.
Quello che doveva essere un piano di tutela delle acque è diventato pertanto un piano di tutela dei cavatori; la giunta regionale così facendo, sotto l’evidente pressione della potente lobby dei cavatori, ha tutelato gli interessi privati di una categoria andando contro gli interessi di tutti i cittadini.
Viene messa a rischio la falda acquifera consentendo di metterla a nudo e di scavare ancora in profondità sottofalda, operazione pericolosissima perché potrebbe mettere in comunicazione le falde superficiali, ormai non più potabili per l’elevata concentrazione di inquinanti, con quelle più profonde utilizzate dai privati e soprattutto dai servizi idrici che alimentano le reti degli acquedotti.
Evidentemente non si voleva disturbare il manovratore che nei nostri territori ha mire di forte espansione, ad esempio con progetti che prevedono l’escavazione sottofalda addirittura per 65 metri in profondità (cf. Video su youtube: www.youtube.com/user/AndreaZanoniTV#p/a/u/0/YUeBAeoFKrI ).
Di questi tempi per l’acqua non c’è pace!
Se in Veneto c’è un Consiglio regionale che mette a repentaglio il futuro delle nostre falde a Roma c’è il Senato che da il via libera alla rapina dell’acqua da rubinetto consegnandola di fatto alle multinazionali, in questo caso lo scorso 4 novembre 2009 a votare a favore è intervenuta una maggioranza trasversale composta da PDL, Lega e PD (gli unici ad opporsi sono stati i senatori di Italia dei Valori).
C’è da augurarsi che la Camera, dove lunedì prossimo 16 novembre 2009 approderà il famigerato art.15 del Decreto Legge 135/09 che privatizza l’acqua, cambi rotta riconsegnando alle comunità locali questo bene fondamentale per l’umanità.
Trovo sorprendente che a votare questi provvedimenti antifederalisti ci sia la Lega Nord, paladina a parole del federalismo, dato che i comuni e le regioni vengono derubati della libertà di gestione di questo bene ed i cittadini, anche quelli del nord, vengono espropriati di un “diritto umano universale”.
Mi auguro infine che la legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, sottoscritta da 400.000 cittadini, trovi finalmente l’attenzione di senatori ed onorevoli che a quanto pare, invece di fare gli interessi dei cittadini fanno gli interessi delle lobby di potere.
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