A causa dei tagli imposti dalla Finanziaria l’ente di Carpanè non è in grado di fissare il bilancio 2009 e rischia il commissariamento
I sindaci della Valbrenta chiedono un intervento per scongiurare la sparizione di servizi essenziali
Domenica 10 Maggio 2009,
I sindaci si rivolgono al presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, per sbloccare la situazione che potrebbe portare, entro pochi giorni, al commissariamento della Comunità montana del Brenta, come di altre comunità venete. Con l'applicazione della legge finanziaria, le Comunità montane venete sono ridotte da 19 a 11; quella del Brenta è stata confermata, seppur privata di Bassano, ma con una riduzione del fondo ordinario statale di 33,4 milioni di euro per il 2008 e di 66,8 per l'anno 2009. In questa situazione l'ente non sarà in grado di approvare il bilancio 2009 entro il 31 maggio, rischiando quindi il commissariamento ed incontrando difficoltà insormontabili anche per far fronte alle normali spese e per far funzionare palazzo Guarnieri. «Il vicepresidente della Regione, Manzato - spiega il presidente Pierluigi Peruzzo - aveva dichiarato di voler riconsiderare le Comunità in una nuova funzione del governo del territorio di montagna, ma per il momento nulla si è mosso e siamo agli sgoccioli dei termini per l'approvazione del bilancio».
Nei giorni scorsi, a Carpanè, si sono riuniti la giunta della delegazione veneta dell'Uncem ed i presidenti delle Comunità montane del Veneto, rilevando che «la mancata approvazione del bilancio e del triennale 2009/2011 comporterà il blocco delle attività, tra cui i servizi associati svolti su delega dei comuni, che rivestono fondamentale importanza per il territorio (smaltimento rifiuti, assistenza sociale) e conseguentemente i presidenti si vedranno costretti a restituire ai comuni le deleghe, creando ulteriori difficoltà ai cittadini». I sindaci, convocati a Palazzo Guarnieri, per verificare la possibilità di eventuali aiuti finanziari all'ente in difficoltà, hanno deciso di rivolgersi direttamente a Galan, «allarmati dal grave disagio in cui versano le nostre Comunità, impossibilitate ad esercitare le funzioni proprie e ad esse conferite dalla legge, a causa della precarietà ed incertezza della loro situazione economico-finanziaria». Hanno chiesto «l'immediato intervento al fine di scongiurare la disastrosa prospettiva che le popolazioni si vedano private di un ente sovracomunale di fondamentale supporto per la gestione di un territorio così delicato per la valorizzazione delle zone montane».
Roberto Lazzarato
I sindaci della Valbrenta chiedono un intervento per scongiurare la sparizione di servizi essenziali
Domenica 10 Maggio 2009,
I sindaci si rivolgono al presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, per sbloccare la situazione che potrebbe portare, entro pochi giorni, al commissariamento della Comunità montana del Brenta, come di altre comunità venete. Con l'applicazione della legge finanziaria, le Comunità montane venete sono ridotte da 19 a 11; quella del Brenta è stata confermata, seppur privata di Bassano, ma con una riduzione del fondo ordinario statale di 33,4 milioni di euro per il 2008 e di 66,8 per l'anno 2009. In questa situazione l'ente non sarà in grado di approvare il bilancio 2009 entro il 31 maggio, rischiando quindi il commissariamento ed incontrando difficoltà insormontabili anche per far fronte alle normali spese e per far funzionare palazzo Guarnieri. «Il vicepresidente della Regione, Manzato - spiega il presidente Pierluigi Peruzzo - aveva dichiarato di voler riconsiderare le Comunità in una nuova funzione del governo del territorio di montagna, ma per il momento nulla si è mosso e siamo agli sgoccioli dei termini per l'approvazione del bilancio».
Nei giorni scorsi, a Carpanè, si sono riuniti la giunta della delegazione veneta dell'Uncem ed i presidenti delle Comunità montane del Veneto, rilevando che «la mancata approvazione del bilancio e del triennale 2009/2011 comporterà il blocco delle attività, tra cui i servizi associati svolti su delega dei comuni, che rivestono fondamentale importanza per il territorio (smaltimento rifiuti, assistenza sociale) e conseguentemente i presidenti si vedranno costretti a restituire ai comuni le deleghe, creando ulteriori difficoltà ai cittadini». I sindaci, convocati a Palazzo Guarnieri, per verificare la possibilità di eventuali aiuti finanziari all'ente in difficoltà, hanno deciso di rivolgersi direttamente a Galan, «allarmati dal grave disagio in cui versano le nostre Comunità, impossibilitate ad esercitare le funzioni proprie e ad esse conferite dalla legge, a causa della precarietà ed incertezza della loro situazione economico-finanziaria». Hanno chiesto «l'immediato intervento al fine di scongiurare la disastrosa prospettiva che le popolazioni si vedano private di un ente sovracomunale di fondamentale supporto per la gestione di un territorio così delicato per la valorizzazione delle zone montane».
Roberto Lazzarato
Perchè i sindaci, in scadenza di mandato, fra pochi giorni, non fra mesi o anni, sembrano svegliarsi dall'assopimento solo ora?
Perchè non vogliono ascoltare la voce dei cittadini, che di una Comunità Montana simile, nemmeno ci si accorge se esista e ci si chiede perchè oltrettutto debba continuare ad esistere?
Vogliamo provare con un censimento/sondaggio e vedere quanti apprezzano questa Comunità Montana?
Come organo sovracomunale, non ci potrebbe stare un comune unico o almeno l'unione dei comuni attuali?
Non è forse un inutile e molto dispendioso doppione, questa Comunità Montana?
Anche questa volta, a voi la possibilità di riflettere.
Fatelo però.
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