mercoledì 6 maggio 2009

«È vero, preparavo io le mazzette per Canalia»

L’INCHIESTA. Conferma le accuse anche la segretaria del cavatore Piero Colpo, che ha denunciato di avere pagato bustarelle per centinaia di migliaia di euro dal 2000
Ivano Tolettini
Anche l’ex socio sostiene che la presunta vittima gli parlò a lungo dell’esosità del funzionario della Provincia arrestato dalla Finanza
Sabrina è l’ex segretaria di fiducia dell’imprenditore Piero Colpo. E lei, assieme a Leone, ex socio del cavatore, ad aiutare i finanzieri della polizia tributaria a mettere uno sopra l’altro i mattoni per costruire il presunto castello della concussione che è costato l’arresto al funzionario della Provincia Angelo Canalia di Lusiana, bloccato giovedì dalla Guardia di Finanza a Sarcedo con una mazzetta di 5 mila euro appena incassata.
«È vero quello che dice Colpo - ha raccontato ai finanzieri l’impiegata -, cioè che da tempo versava tangenti al geometra della Provincia responsabile dell’Ufficio cave. Per il passato Colpo emetteva degli assegni intestati a me stesso dell’importo di qualche migliaio di euro, poi io andavo in banca a prelevare il contante e quindi lo riconsegnavo a lui. Poi vedevo arrivare regolarmente Canalia in ditta e so che veniva per quello». Non bastassero queste pesanti affermazioni, ci sono anche quelle di Leone. «Il mio ex socio mi raccontava che doveva dare periodicamente delle somme a Canalia, altrimenti gli avrebbe bloccato l’attività», ha spiegato l’imprenditore ai finanzieri del maggiore Paolo Borrelli.
Sono state queste testimonianze, assieme alle due bustarelle da 5 mila euro intascate da Canalia il 23 marzo e il 30 aprile da Colpo, a convincere gli inquirenti che il cavatore non raccontava fandonie quando spiegava che era da anni che metteva mano al denaro per corrompere il funzionario. Un professionista della mazzetta, a stare dietro al capo d’imputazione, anche se gli avvocati Marco Dal Ben e Renzo Villanova contestano l’impianto accusatorio. A credere alle dichiarazioni è stato il gip Furlani. Quando il pm Marco Peraro ha sentito il racconto di Colpo che ha detto che era risaputo nel settore che bisognava avere «rapporti personali» con funzionari della Provincia per non avere eccessivi ostacoli burocratici, ha predisposto la trappola per prendere con le mani nel sacco Canalia. Per ben due volte, anche se poi il funzionario ha raccontato di essersi pentito dopo la prima volta tanto da avere bruciato i primi 5 mila euro - poi è tornato alla carica segno che non gli dispiaceva -, è passato dagli uffici di Colpo. «Il mio ex principale - ha spiegato la ragioniera Sabrina - temeva che altrimenti Canalia gli potesse creare difficoltà o bloccare l’attività estrattiva anche senza particolari motivi, tenuto conto la complessità burocratica della gestione di una simile attività». Le dichiarazioni del cavatore, dell’ex socio e dell’impiegata, unite alle intercettazioni telefoniche e ambientali, e alle videoregistrazioni eseguite dalla Finanza, per il gip Furlani rappresentano un baluardo investigativo che giustificano l’emissione della custodia cautelare. Agli avv. Dal Ben e Villanova non resta che il Riesame per cercare la libertà del funzionario licenziato l’altro giorno dalla Provincia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perchè non è stato inserito il cognome della Sig.na Sabrina?Questa cosa sta creando un gioco di equivoci con una ragazza di nome Sabrina che lavorava lì vicino!!!!