giovedì 8 marzo 2007

Osservazioni, critiche e denunce sull'uso del suolo (protezione geo-idrologica, terrazzamenti, incentivi agricoli, cave, ecc.).


Giovedì, 30 Agosto 2007

fonte
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Vicenza&Codice=3490627&Data=2007-8-30&Pagina=BASSANO

VALSTAGNA Il sindaco Aldo Negrello spiega i vantaggi dell’apertura del nuovo sito a nord del paese
Due opere in cambio di una cava
«Contropartite per la Valgrande saranno una pista ciclabile e un nuovo ponte, senza costi per noi»
Valstagna
Un nuovo ponte e il completamento della pista ciclabile. Due contropartite in cambio dell'ampliamento della cava Valgrande, al limite settentrionale del comune di Valstagna.Disagi e distruzione, secondo il comitato a salvaguardia della Valbrenta. Ma il sindaco Aldo Negrello spiega che la nuova concessione vale la candela: «Tutta la comunità, a cominciare dai residenti di Collicello, ne trarrà beneficio».
L'ampliamento prevede un fronte di escavazione di un chilometro e mezzo, la rimozione radicale del versante fino alla soglia rocciosa e a una profondità di quattro metri sotto il livello stradale. L'intervento ha già avuto disco verde dal Consiglio comunale e dalla Provincia, ma attende ancora il parere della Regione in particolare del Via, la commissione di valutazione di impatto ambientale, che a quanto riferisce il sindaco si è già riunita tre o quattro volte sulla questione ma non si è ancora espressa.
«Noi comprendiamo le preoccupazioni del comitato - dice il sindaco - ma la verità è che delle cave non si può fare a meno e comunque questa risolve un problema grosso di Collicello, dove hanno chiuso più volte la strada perché cadevano sassi. Le escavazioni servono dunque come salvaguardia, ma non solo. La ditta che eseguirà i lavori ha garantito, in accordo con l'Anas, che verrà risolto il punto nero della viabilità, vale a dire la passerella poco sicura su cui transita la corriera Bassano-Enego: verrà costruito un nuovo ponte più ampio e sarà anche continuata a sud la pista ciclabile. Il tutto senza costi per la collettività».
Al comitato della Valbrenta, che ha inviato una segnalazione alla Sovrintendenza ai beni ambientali e architettonici sull'ampliamento, Negrello manda a dire che «in Valbrenta ci sono cose ben più gravi della cava Valgranda», ad esempio «le messe in sicurezza di tanti Comuni vicini». Cismon, ad esempio: «Lì ne hanno tre o quattro, di escavazioni. Tanto che anche il parroco è insorto».
Le cave, comunque, sono inevitabili: «In Trentino è dieci anni che lavorano con questo sistema e nessuno dice nulla. La Valgrande, in ogni caso, sorge su un terreno privato. Sulle domande che arrivano in Comune, non è che possiamo dire molto».
Per il comitato risponde a stretto giro di posta il presidente Roberto Sessi, che contesta la tesi delle "cave inevitabili": «Ad Arsiè un intero paese è sceso in piazza contro una nuova cava, sindaco in testa. Evidentemente i Comuni, se vogliono, possono muoversi, invece di comportarsi da Pilato».
Quanto al Trentino, secondo Sessi è un esempio poco calzante alla situazione vicentina: «È vero che i trentini scavano, ma dopo sistemano l'ambiente a puntino. Andate a Grigno e paragonatela con Carpané, dove da trent'anni c'è una montagna distrutta e nessun progetto di ripristino».
Il presidente del comitato ha molto da ridire anche sul «ritorno» che il territorio avrebbe dall'ampliamento della cava Valgrande: «Intanto è tutto da dimostrare che la ditta realizzi il nuovo ponte: per ora hanno fatto una passerella cui accedono solo i camion, con disagi per i residenti. E una panzana colossale è anche che la cava eviti il rischio di caduta massi: semmai è il contrario, con l'asportazione c'è il pericolo che i massi cadano come bombe».
Il comitato annuncia di non fermarsi e di essere pronto a inviare altre segnalazioni su ciò che considera un intervento potenzialmente lesivi del patrimonio storico-ambientale: «Un chilometro e mezzo di escavazioni, dal Collicello al Cornale, non è roba da ridere. Per non parlare del buco quattro metri sotto il livello stradale. Vogliamo vedere poi chi controllerà che venga riempito»
Laura Lorenzini

2 commenti:

. ha detto...

.
Giovedì, 30 Agosto 2007

VALSTAGNA Il sindaco Aldo Negrello spiega i vantaggi dell’apertura del nuovo sito a nord del paese
Due opere in cambio di una cava
«Contropartite per la Valgrande saranno una pista ciclabile e un nuovo ponte, senza costi per noi»

Valstagna
Un nuovo ponte e il completamento della pista ciclabile. Due contropartite in cambio dell'ampliamento della cava Valgrande, al limite settentrionale del comune di Valstagna.Disagi e distruzione, secondo il comitato a salvaguardia della Valbrenta. Ma il sindaco Aldo Negrello spiega che la nuova concessione vale la candela: «Tutta la comunità, a cominciare dai residenti di Collicello, ne trarrà beneficio».

L'ampliamento prevede un fronte di escavazione di un chilometro e mezzo, la rimozione radicale del versante fino alla soglia rocciosa e a una profondità di quattro metri sotto il livello stradale. L'intervento ha già avuto disco verde dal Consiglio comunale e dalla Provincia, ma attende ancora il parere della Regione in particolare del Via, la commissione di valutazione di impatto ambientale, che a quanto riferisce il sindaco si è già riunita tre o quattro volte sulla questione ma non si è ancora espressa.

«Noi comprendiamo le preoccupazioni del comitato - dice il sindaco - ma la verità è che delle cave non si può fare a meno e comunque questa risolve un problema grosso di Collicello, dove hanno chiuso più volte la strada perché cadevano sassi. Le escavazioni servono dunque come salvaguardia, ma non solo. La ditta che eseguirà i lavori ha garantito, in accordo con l'Anas, che verrà risolto il punto nero della viabilità, vale a dire la passerella poco sicura su cui transita la corriera Bassano-Enego: verrà costruito un nuovo ponte più ampio e sarà anche continuata a sud la pista ciclabile. Il tutto senza costi per la collettività».

Al comitato della Valbrenta, che ha inviato una segnalazione alla Sovrintendenza ai beni ambientali e architettonici sull'ampliamento, Negrello manda a dire che «in Valbrenta ci sono cose ben più gravi della cava Valgranda», ad esempio «le messe in sicurezza di tanti Comuni vicini». Cismon, ad esempio: «Lì ne hanno tre o quattro, di escavazioni. Tanto che anche il parroco è insorto».

Le cave, comunque, sono inevitabili: «In Trentino è dieci anni che lavorano con questo sistema e nessuno dice nulla. La Valgrande, in ogni caso, sorge su un terreno privato. Sulle domande che arrivano in Comune, non è che possiamo dire molto».

Per il comitato risponde a stretto giro di posta il presidente Roberto Sessi, che contesta la tesi delle "cave inevitabili": «Ad Arsiè un intero paese è sceso in piazza contro una nuova cava, sindaco in testa. Evidentemente i Comuni, se vogliono, possono muoversi, invece di comportarsi da Pilato».

Quanto al Trentino, secondo Sessi è un esempio poco calzante alla situazione vicentina: «È vero che i trentini scavano, ma dopo sistemano l'ambiente a puntino. Andate a Grigno e paragonatela con Carpané, dove da trent'anni c'è una montagna distrutta e nessun progetto di ripristino».

Il presidente del comitato ha molto da ridire anche sul «ritorno» che il territorio avrebbe dall'ampliamento della cava Valgrande: «Intanto è tutto da dimostrare che la ditta realizzi il nuovo ponte: per ora hanno fatto una passerella cui accedono solo i camion, con disagi per i residenti. E una panzana colossale è anche che la cava eviti il rischio di caduta massi: semmai è il contrario, con l'asportazione c'è il pericolo che i massi cadano come bombe».

Il comitato annuncia di non fermarsi e di essere pronto a inviare altre segnalazioni su ciò che considera un intervento potenzialmente lesivi del patrimonio storico-ambientale: «Un chilometro e mezzo di escavazioni, dal Collicello al Cornale, non è roba da ridere. Per non parlare del buco quattro metri sotto il livello stradale. Vogliamo vedere poi chi controllerà che venga riempito»

Laura Lorenzini

Unknown ha detto...

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