martedì 11 dicembre 2007

Fatti e non solo parole per tutelare il territorio

di Renato Pontarollo
A palazzo Guarnieri di Carpané si è svolta l’assemblea generale pubblica del “Gruppo Salvaguardia Valbrenta”. Tra gli amministratori locali sono intervenuti il presidente della Comunità montana del Brenta, Pierluigi Peruzzo, l’assessore Benito Sasso, il capogruppo della minoranza e consigliere provinciale Mauro Beraldin, il direttore minerario della Granulati Dolomitici, una rappresentanza delle maestranze.Numeroso il pubblico in sala proveniente anche dai comuni vicini. A discutere intorno a problemi rilevanti per la Valbrenta, quali fiume, viabilità ed attività estrattive, si è vista dopo tanti anni la partecipazione di tutte le parti interessate. Il Gsv ha manifestato il proprio atteggiamento critico nei confronti di cave, messe in sicurezza e miniera e ha sollecitato una concertazione su queste problematiche.L’incontro, introdotto da Roberto Sessi che ha illustrato le finalità del gruppo e l’attività svolta, è proseguito con le relazioni sui vari temi. Sulla viabilità, sono intervenuti Tullio Todesco e Fabrizio Bassani; Roberto Sessi ha parlato del fiume Brenta, mentre l’argomento più atteso, riguardante sicurezza, cave e miniera, è stato svolto da Carlo Perli. Valerio Costa ha quindi riferito i dati informatici del sito web del gruppo, prima del dibattito finale. Nel corso della serata, a tratti molto accesa, si è percepita l’esistenza di contrasti e posizioni contrapposte, radicali e senza via d’uscita. Alla fine dei lavori, però, il dibattito è rientrato nella normale dialettica di confronto, sotto alcuni aspetti propositiva e costruttiva, con aperture e possibili soluzioni circa le varie problematiche.Su tutte è emersa una domanda: perché su problemi così rilevanti per tutta la Valbrenta non si è mai cercata o trovata una soluzione comune? Sono emersi contrasti tra un Comune e l’altro per posizioni di parte, interessi politici contrapposti, carenza di lungimiranza nelle pubbliche amministrazioni. I temi trattati hanno posto problemi rilevanti e urgenti, da affrontare senza esitazioni, come ad esempio l’aumento esponenziale del traffico pesante.La svolta, è stato osservato dalla platea, può venire solo dal superamento dei campanilismi, concordando uno sviluppo sostenibile, coinvolgendo le attività e le pubbliche amministrazioni per individuare un comune interesse tra azione politico-sociale e attività economiche.«Quanto alla miniera - hanno sottolineato i responsabili del Gsv - non condividiamo il progetto d’ampliamento così come non condividiamo l’attività della cava Valgrande in comune di Valstagna».Perplessità sono state espresse nei confronti di quelle amministrazioni o enti che hanno condiviso in qualche modo progetto e studio di impatto ambientale.«Questa è l’anticamera all’autorizzazione - è stato detto - Significa che per lungo tempo non avremo la possibilità di dire niente. La non condivisione non significa chiusura dell’attività, quanto piuttosto la possibilità di riflettere, per riesaminare il progetto anche da parte dell’azienda».Il presidente della Comunità montana del Brenta, Pierluigi Peruzzo, mediando le posizioni contrapposte, non si è espresso in forma negativa sul nuovo progetto e ha elencato le opere intraprese.«Gli amministratori - gli è stato però ribattuto da più parti - devono trovare una strada comune per affrontare questioni complesse e risolvere i problemi della salute, della sicurezza, della tutela ambientale e della vivibilità».Il Gruppo salvaguardia Valbrenta ha voluto insomma evidenziare l’obiettivo fondamentale dell’incontro, quello di portare allo scoperto il bisogno di regole e di controlli quando si opera in Valbrenta e si va ad intaccare un patrimonio che appartiene indistintamente a tutti. Controlli e regole permettono il rispetto di quella vivibilità che spesso politici e amministratori promettono ma che non sempre sanno difendere.L’incontro ha inteso essere un confronto aperto per aprire un tavolo di dibattito sulle scottanti questioni che riguardano il patrimonio naturale della Valbrenta da un lato e l’idea di uno sviluppo sostenibile dall’altro, che impegni chi trae profitto dalle attività nella valle a tutelare la salute di tutti quale bene primario. Stride in questo contesto la logica di chi vuole esaltare e preservare il patrimonio storico e naturale locale ma non fa per impedire la spoliazione del territorio in termini di acqua, energia, inerti e altre risorse.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi pare che l'articolo sia poco fedele all'andamento della serata: mancano i "distinguo" che pure il GSV ha fatto nella serata ("non siamo a priori contro le cave.."), e l'immagine che ne esce è che il GSV sappia solo dire No. L'estensore dell'articolo, del resto, è da sempre vicino a coloro che tengono le fila della Comunità montana, e questo tipo di visione è esattamente quella che gli hanno chiesto di dare... (stavolta non censurate il messaggio!)