lunedì 31 marzo 2008

La centrale idroelettrica di San Gaetano in Valstagna (VI)

giovedì 27 marzo 2008 alle ore 20, 30 presso la sala Brotto, in Valstagna, la società proprietaria della centrale di San Gaetano, Idroelettriche Riunite S.p.A. di Longare (VI) ha presentato il progetto di ampliamento con l'aggiunta della terza turbina.Il progetto, a detta dei responsabili, è un completamento per il rinnovo della concessione di derivazione, a quanto iniziato nello sbarramento di Collicello nel 2001.Si è provveduto a costruire una scala di rimonta per i pesci, quindi sfruttando anche l'acqua della centrale di Cavilla (dall'invaso del Corlo a Cismon), si vuole aumentare il prelievo di 5 mc/sec per un periodo attorno ai 182 (?!?boh) giorni annui e sfruttare appunto una nuova piccola turbina da affiancare alle due presenti.
L'opera di per sè comporta un minimo impercettibile impatto in quanto prevede l'automazione delle paratoie, l'aumento fino a 32 mc/sec della portata della galleria, la realizzazione a San Gaetano della terza luce di presa sul bacino, la posa completamente INTERRATA della terza condotta forzata in acciaio di un diametro di 1,10 metri per 45 m di lunghezza passante sotto la strada Valgadena, appena ampliata, sistemata e riasfaltata, proprio in quel tratto (sic!), l'ampliamento della centrale (ma solo sotto il livello del suolo per posizionare il terzo gruppo, a fianco e a sud dell'attuale edificio).
In momenti di crisi energetica come l'attuale e con l'italia al primo posto al mondo come paese importatore di energia elettrica, l'opera non può che trovare il benestare di chiunque, anche se aumentando la produzione di un +5% (cioè 2.000.000 kWh/anno) oltre agli attuali 40 milioni.
Tutte belle cose, presentate però con un progetto disegnato nel 1999 e presentato nel 2001.L'attuale portata di concessione di 25 mc/sec e massima di 27 mc/sec, diventerebbe di 26,05 mc/sec e massima quindi di 32 mc/sec.
Dove stà quindi il problema?
Il rilascio del MINIMO DEFLUSSO VITALE di 2,65 mc/sec!
Facciamo subito una premessa.Per il fiume Brenta (l'unico in Italia crediamo, per quanto riguarda la parte veneta) non esiste un minimo vitale.
Nel dibattito quella sera, con gli interventi del sindaco e dell'assessore in Comunità Sasso, come nel consiglio comunale del sabato, appunto sono emerse, anche grazie ai notevoli interventi dell'ing. Gusmaroli, incaricato dalle società dei pescatori, i dati che un progetto tale dovrebbe rispettare.
Attualmente il piano regionale acque n°2267 del 24/7/2007 prevede delle norme tecniche(art.12,13,25,31,40,41,42,43,44,45) di salvaguardia almeno fino al 31/12/2008 entro le quali predisporre il piano e i valori che pure la Comunità Europea promulga.
In base alla superficie di bacino del Brenta (che supera ben i 1.000 kmq) la portata minima dovrebbe già essere almeno di 3 lt/sec x kmq (il geom. comunale ha già calcolato 3,93 mc/sec, il piano tutela del trentino del 2005 ne prevede 5).
Attualmente le derivazioni non hanno l'obbligo di garantire il minimo vitale, quindi potrebbero portare in secca il fiume. Le portate del Brenta
La normativa art. 44 concede deroghe DMV con delibera 4453 del 29/12/2004 e delibera 401 del 11/2/2005.La Giunta regionale ha adottato il Piano tutela Acque ai sensi D.Lgs n.152/1999 approvando le aree sensibili sino al 29/12/2007.
Quindi sono seguite art.121 D.Lgs 3/4/2006 n.152, la citata delibera 2267 del 24/7/2007, il BUR n.73 del 21/8/2007 p.131 e 132 con gli allegati A1: p.341 Punto 7.5.2 e norme tecniche di attuazione p.62 -art.42, punto 8.
Accertato questo, anche la società si è resa conto ammettendolo apertamente, che il progetto non rispetta le nuove norme, quindi già questa ammissione comporterebbe il decadimento della richiesta di VIA.
Il sindaco, la giunta, i consiglieri comunali si sono dimostrati attenti, aperti e critici appunto sulle norme per il minimo vitale da garantire "nel tratto compreso tra lo sbarramento di Collicello e lo scarico di San Gaetano" per le più variegate ragioni (igiene pubblica, salvaguardia idrogeologica, attività che sfruttano le acque, ecc ecc).
Ci sorprende però la facilità di esprimersi avvallandolo favorevolmente in consiglio comunale.E ci sorprende che in questo progetto non sia stato coinvolto il sindaco di Cismon, il sindaco di san nazario e la Comunità Montana stessa.Forse il Brenta, in questo tratto, nemmeno li sfiora?
Nessuno credo voglia contrastare il progetto, ma se questo già in partenza non rispetta le norme, non deve neanche esser preso in considerazione, se non dopo aver garanzie certe sui controlli.
Infatti nessuno sà chi deve e dovrà controllare.Questo è semplicemente disarmante.
C'è chi parla di servizio forestale, chi di Arpav, chi di Genio Civile.Ma dove viviamo?
Siamo alle solite.Nessun responsabile.Avvallano un progetto, chiedendo una portata minima x, non ancora decisa, calcolata e prescritta, e non sapendo chi dovrà controllare.
Lo farà il sindaco di notte, con la pila ed il metro in mano allo sbarramento di Collicello o alla spiaggia di Giara?
Questo preoccupa.
Le nuove norme, per carità prevedono, alla terza verifica del superamento dei limiti, la sospensione della concessione.Ma noi vogliamo vivere in questa valle, sereni e tranquilli, non dover preoccuparci di controllare, immaginare, scoprire che poi nessuno rispetta le norme.Non abbiamo già troppe faccende che non trovano responsabilità?Abbiamo bisogno di aggiungerne delle altre?
Non ci basta non veder realizzata la ss47 per mille sorprese e problematiche? non ci bastano la mancanza di rispetto di almeno 12 prescrizioni accertate alla miniera Costa Alta, di cui nessun amministratore tiene conto (vedi Comunità Montana e sindaco di San Nazario) nonostante insistenti richieste di chiarezza.
Ben venga quindi questo progetto, magari se vogliono riaprire anche la centrale di Carpanè, così almeno elimineranno quella bomba ecologica del tetto in amianto di cui nessuno si preoccupa, e fa finta di non vedere, ma NEL RISPETTO si delle norme, ma soprattutto della vivibilità e della salvaguardia del territorio, ma soprattutto dei cittadini che qui vogliono continuare a sopravvivere.

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