mercoledì 15 ottobre 2008

Finalmente qualcuno si fà sentire: la giunta comunale di Bassano chiede rispetto per l’ecosistema e garanzie per i flussi minimi del fiume Brenta

La giunta boccia il piano di Veneto Acque
di Chiara Bonan

Bassano si esprime con toni estremamente critici rispetto al progetto di Veneto Acque per la “riqualificazione morfologica, laminazione delle piene e tutela quantitativa della falda sotterranea del corso medio del fiume Brenta”, e lo fa con un documento ufficiale inviato alla Regione e alla commissione regionale di valutazione ambientale.La giunta comunale ha infatti approvato, in merito al progetto, una serie di osservazioni che ne mettono in dubbio gli stessi fondamenti, criticando i presupposti metodologici e la validità delle analisi condotte sugli impatti degli interventi in programma, denunziando incongruenze tra le situazioni descritte e quelle reali e una grave mancanza di approfondimento degli effetti permanenti che i lavori previsti avranno su habitat naturali e specie autoctone. Il tutto con danni che si profilano talvolta irreversibili per l'ambiente. Alla luce di una lunga serie di considerazioni la Giunta di Bassano si riserva di approvare le rampe S3, S5, S6, S7 ed S9 previste dal progetto solo dopo aver visionato i risultati del monitoraggio iniziale delle prime due rampe, realizzate a Nove e Cartigliano. Non è l'unica condizione: Bassano chiede che si costituisca un tavolo istituzionale con la presenza della Regione, di Ato Brenta e di altri soggetti interessati. «Solo in tale sede - sottoscrive la giunta comunale - gli enti locali possono sentirsi tutelati e compensati per i vincoli e potenziali danni ambientali». Necessaria appare anche l'individuazione di un soggetto che garantisca il controllo e la corrispondenza dei prelievi sostenibili, da un punto di vista qualitativo e quantitativo. Le incoerenze metodologiche segnalate tra le osservazioni riguardano innanzitutto l'analisi degli impatti ambientali del progetto, definita “contraddittoria e poco sviluppata”. Al centro dell'attenzione il deflusso minimo vitale, che non sarebbe stato analizzato alla luce della complessità di condizioni che caratterizza il fiume e i suoi ecosistemi, difficilmente schematizzabili in valori costanti. «Si ritiene di fondamentale importanza - si legge nelle osservazioni - assicurare al fiume Brenta un adeguato deflusso minimo vitale (...) anche per garantire gli adeguati rapporti di diluizione, necessari per dare naturale completezza ai processi depurativi». In pericolo dunque, non solo la continuità degli ecosistemi ma anche la loro integrità, a potenziale rischio di inquinamento a seguito di un'insufficiente portata d'acqua.E proprio sul tema della portata verte la critica più pesante mossa alla relazione degli effetti delle rampe sulla ricarica, che sarebbero stati calcolati su dati di portata tendenzialmente sovrastimati. [\FIRMA]si legge in un estratto di un rapporto datato 2008 dell'Arpav citato nelle osservazioni che conduce a proporre di «effettuare indagini più approfondite sulle portate (…) in modo da fondare un progetto di tale importanza su dati consolidati e più attendibili, anche alla luce delle situazioni ambientali attuali» . Altre osservazioni critiche riguardano la valutazione di incidenza contenuta nel progetto, che sarebbe caratterizzata da molte incongruenze rispetto allo stato del fiume. «La costruzione delle soglie andrà a modificare i 3 principali parametri (profondità dell'acqua, velocità e tipologia di substrato) che modificano gli habitat di specie di tutte le specie ittiche oltre che di alcuni anfibi d interesse comunitario», sottolinea il rapporto, evidenziando come il progetto abbia analizzato gli impatti basandosi su dati faunistici e morfologici superati e fondati su studi ormai obsoleti. Nella relazione presentata da Veneto Acque mancherebbe inoltre l'analisi delle soluzioni alternative esistenti, come il progetto di ricarica della falda proposto dal Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta. Il documento contenente le osservazioni si conclude definendo non giustificabile un intervento così impattante sull'unica risorsa naturalistica attualmente fruibile all'area territoriale del Bassanese. A questo proposito la giunta ha affermato la necessità di inserire nel contesto dei lavori un piano di sistemazione generale che si ponga come obiettivo la realizzazione di un sito che mantenga il valore naturalistico ambientale e divenga allo stesso tempo un polo di attrazione turistica. Al sindaco Bizzotto è stato intanto dato il mandato di individuare i politici che sostengono il progetto; suo sarà poi il compito di renderne pubblici i nominativi e di chiedere un incontro con il presidente della giunta regionale, Giancarlo Galan, per chiarire i termini della problematica.

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