giovedì 23 ottobre 2008

GALAN APPROVA IL PIANO CAVE E I CAVATORI BRINDANO !

VENETO: OK DA GIUNTA GALAN A PIANO CAVE, SODDISFATTI IMPRENDITORI(ASCA) - e ci mancherebbe fosse il contrario! ci và a braccetto coi cavatori!!!
Venezia, 21 ott - E' stata approvata oggi dalla Giunta del Veneto la proposta di Piano Regionale per le Attivita' di Cava (P.R.A.C.) che verra'oratrasmessa al Consiglio per l'approvazione definitiva. ''Non posso che esprimere il mio apprezzamento per la decisione della Giunta di prendere finalmente atto dell'importanza che questo strumento di pianificazione del settore potra' assumere per il nostro territorio e per le imprese venete'', commenta Amedeo Zanardo, Presidente del Raggruppamento regionale delle Attivita' Estrattive di Confindustria Veneto.''Il Piano rappresenta una prima importante tappa per attuare un processo,da sempre difficile e complesso, di razionalizzazione del mercato. Da tempo Confindustria Veneto - prosegue Zanardo - ne ha sollecitato l'approvazione, ribadendo l'esigenza di realizzare un giusto equilibrio tra le imprescindibili esigenze di una gestione del territorio ambientalmente compatibile e quelle altrettanto importanti della realta' produttiva della nostra Regione. Mi auguro -prosegue Zanardo- che il Consiglio Regionale, tenendo conto delle istanze delle Parti sociali coinvolte, giunga rapidamente all'approvazione definitiva del Piano per consentire a tutti noi operatori del settore di poter razionalmente programmare e gestire nel massimo rispetto dell'ambiente le nostre attivita'''.fdm/cam/rob(Asca)
La Tribuna di Treviso - Il Mattino di Padova - La Nuova Venezia
MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2008 › REGIONE Pagina 9 -
Il Prac definisce gli ambiti territoriali estrattivi. Sarebbe prevista una riduzione del 40% rispetto ai 17 milioni di metri cubi autorizzati nel 2003
Approvato in Regione il piano cave Chisso: abbiamo disciplinato l’attività, non sarà più possibile scavare ovunque
Unanimità della giunta
Ma ora dovrà passare in Consiglio regionale
VENEZIA. Se ne parla dagli anni ottanta senza che accada nulla. La Regione, nata nel 1970, non è mai riuscita a darsi un piano cave. La materia è così scottante che negli anni novanta è bastato che un cavatore dimenticasse l’agenda con su scritto il nome di un assessore regionale, perché quest’ultimo fosse arrestato. Si chiamava Giampietro Favaro, si fece 15 giorni di carcere per niente. Per niente glielo dissero 5 anni dopo, nel 1997, i giudici di Treviso. Ieri la giunta regionale ha finalmente approvato il primo piano cave nella storia del Veneto. «Votato all’unanimità», dice l’assessore Renato Chisso. Ma è presto per i complimenti.Bisogna sapere che il piano approvato ieri dalla terza giunta Galan è quello adottato nel 2003 dalla seconda giunta Galan, obbligata da un’ordinanza del Tar (disattesa) e dal successivo commissariamento. La fine della legislatura interruppe l’iter. Da allora, di riffe o di raffe, le osservazioni e le controdeduzioni hanno occupato 5 anni. «E’ un faldone alto mezzo metro -dice Renato Chisso -. Sono 1400 osservazioni circa, ci ha scritto il mondo».Questo spiega il problema: bisogna mettere d’accordo i contrari.Quanto tempo ci vorrà per l’approvazione? «Io spero che avvenga la primavera prossima», risponde l’assessore. Forse pensa che, diversamente dalla giunta, in Consiglio abbia innestato il turbo. Mah. Nell’attesa ecco i particolari. «La filosofia del piano è la stessa del momento dell’adozione - dice Chisso -. Basta nuovi buchi, utilizziamo quelli che ci sono. Organizzandoli, lavorando non tanto sull’escavazione ma sulla destinazione finale della cava».Sarebbe a dire? «Una volta approvato il piano, non daremo più autorizzazioni singole ai cavatori; ma più operatori, riuniti in Ate, potranno presentare un progetto di Via, di valutazione d’impatto ambientale, dove prevedono l’utilizzo finale di tutti i siti scavati. Poniamo a laghetto o ad altra destinazione pubblica. E la Regione autorizza».Chisso nega che la destinazione finale possa essere anche a discarica di rifiuti: «Assolutamente vietato». Secondo lui si metterà la parola fine alle speculazioni di chi comprava aree a destra e a sinistra, nei Comuni con disponibilità del 3% di territorio a cava riconosciuta dalla vecchia legge 44.E poi presentava domanda di cava. In questo modo, molte aree del Veneto si sono trasformate in formaggio gruviera. «Una possibilità troppo larga -ammette Chisso - che non ha consentito programmazione, col risultato che oggi abbiamo il territorio pieno di buchi. Per questo diciamo basta a nuovi buchi.Organizziamo il territorio lavorando sui buchi già esistenti, accorpandoli e andando non al ripristino di territorio agricolo ma allo scavo finalizzato ad un riuso pubblico dell’area».Il fabbisogno complessivo nel 2003 era indicato in 17 milioni di metri cubi l’anno. E adesso? «A seguito delle osservazioni - risponde l’assessore -abbiamo ridotto notevolmente questa cifra. Abbiamo dato una bella sforbiciata».Secondo le prime indicazioni la riduzione dovrebbe essere nell’ordine del 40%. Nel 2003 i 17 milioni di metri cubi erano così articolati: 60% destinati ad Ate, ambiti territoriali estrattivi, ovvero l’accorpamento di più cave; 20% destinato a cave singole; altro 20% riservato a nuovi siti estrattivi.«Questi ultimi non verranno attivati ma restano congelati - informa Chisso -. Alla data odierna non ce n’è bisogno. Fra 3 anni, quando andremo in revisione del piano, se il mercato avrà bisogno di materiali, la giunta autorizzerà».Resta da capire come si possano cambiare le cose senza cambiare la vecchia legge 44, da tutti considerata inadeguata. Forse lo spiegherà la terza commissione, presieduta da Giuliana Fontanella, alla quale il piano passa per competenza.(Renzo Mazzaro)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

lasciate lavorare le persone e ricordate" l'uomo vive come se non dovesse morire mai e muore come se non avesse mai vissuto le energie vanno messe da un'altra parte

Anonimo ha detto...

Ma che commento è questo:
"Lasciate lavorare le persone"?
Lasciatele sopravvivere dignitosamente dove sono nate, allora!!!
Le energie vanno messe dove le persone "credono".
Credere nel proprio territorio, nella salvaguardia del proprio ambiente, nei valori morali e negli ideali, che alimentano le persone per bene...
Scusa, ma dove vivi?
Da un'altra parte .....del globo, forse!

Antonio C.