mercoledì 6 maggio 2009

Autorizzazioni al setaccio

INDAGINI. Gli investigatori stanno controllando in Provincia e sul campo il comportamento degli altri cavatori
Il pm Peraro ha ordinato verifiche negli Uffici pubblici e privati per delineare il quadro
Cavatori sentiti come testimoni dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria e autorizzazioni in Provincia (e Regione?) analizzate per stabilire i contorni dello scandalo esploso con l’arresto di Canalia.
Sono alcuni fronti del complesso lavoro investigativo coordinato dal procuratore Ivano Nelson Salvarani e dal sostituto Marco Peraro per comprendere se Colpo fosse l’unico a pagare o la stessa strada fosse stata seguita anche da altri colleghi.
Attualmente le indagini sono a carico del solo Canalia, indagato per concussione continuata, visto che le dazioni di denaro sarebbero iniziate nel 2000 e sarebbero proseguite fino al 2006, per riprendere nella primavera di quest’anno. Ma non c’è dubbio che i magistrati vogliono capire se il geometra di Lusiana facesse tutto da solo o avesse dei complici.
Il bassanese Piero Colpo ha denunciato di avere versato alcune centinaia di migliaia di euro, a suon di periodiche bustarelle di 5 mila euro l’una. Tangenti che l’ex responsabile provinciale dell’Ufficio cave, difeso dagli avv. Dal Ben e Villanova, ha tenuto per sé o a diviso con qualcuno? Questa è la domanda, superata la prima fase investigativa che ha portato alla cattura del dipendente pubblico infedele in flagranza, che si pongono gli investigatori del colonnello Antonio Morelli.
Per rispondere sono iniziate le attività capillari ed estese che si svolgono sul piano burocratico, con l’acquisizioni delle domande rivolte a Regione e Provincia per l’attività estrattiva, e su quello testimoniale con l’interrogatorio dei cavatori dell’Altopiano. Del resto, le parole dello stesso Colpo all’indomani della cattura di Canalia sono state chiarificatrici. «Mi auguro che l’indagine non sia finita qui - ha detto - Anzi, che l’arresto del geometra sia solo l’inizio. Ci saranno sviluppi, io spero più grossi, perché sono convinto che anche altri parleranno, ora che io per primo mi sono deciso. Il mio augurio è che sull’Altopiano per la gestione delle cave scoppi una bomba in grado di scoperchiare un intero sistema che dura da tanti, troppi anni».
Fin qui le esplosive affermazione del cavatore, il quale ha sostenuto che un sistema marcio lo stava rovinando.
Altri si accoderanno a Colpo o la sua speranza è vana? C’era una sorta di “dazione settoriale”, come farebbe capire l’imprenditore, oppure sono le sue dichiarazioni sono quelle di un imprenditore deluso sull’orlo della crisi? Ammesso che le sue parole siano il vangelo, il che è tutto da dimostrare, che interesse avrebbero altri a parlare considerando che stanno lavorando? Sono interrogativi che a ogni inchiesta contro la Pubblica Amministrazione tornano di attualità. Per adesso, c’è che la polizia tributaria con i maggiori Borrelli e Caliandro stanno stanno setacciando l’universo dei cavatori alla ricerca di altre testimonianze che nel caso di Canalia, ha fatto scrivere al gip Furlani, si era trasformata in «prassi, antica e ripristinata, di versamenti periodici che può ben integrare il reato di concussione». Insomma, chi sa parli, è l’auspicio della procura.I.T.

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