martedì 5 maggio 2009

«Tangenti per sette anni, poi altre due da marzo»

L’ACCUSA. Il geometra dell’Ufficio cave catturato giovedì a Sarcedo è stato interrogato ieri mattina in carcere dal gip Stefano Furlani e dal pm Marco Peraro
Ivano Tolettini
Giornale di Vicenza
Avrebbe incassato centinaia di migliaia di euro dal 2000 al 2006. Resta in carcere per 45 giorni Canalia, arrestato dalla Finanza per concussione.
Martedì 05 Maggio 2009
CRONACA, pagina 13

Angelo Canalia per quasi otto anni avrebbe incassato tangenti. Secondo un “vecchio sistema” di recente ripreso a suon di 5 mila euro al mese. O giù di lì. La prassi di chiedere mazzette «antica e ripristinata, di versamenti periodici, può ben integrare il reato di concussione». A scriverlo è il gip Stefano Furlani nell’ordinanza di custodia che fa rimanere in carcere per le prossime sei settimane colui che da ieri è l’ex capo dell’Ufficio cave della Provincia. A dire dell’imprenditore Piero Colpo, colui che si è presentato alla Guardia di Finanza aprendo le cataratte dello scandalo, dal 2000 quasi ogni mese avrebbe preparato la mazzetta dell’importo di 5 o anche 10 mila euro da versare al geometra pubblico corrotto. La consuetudine si sarebbe interrotta nel 2006 per riprendere il 23 marzo di quest’anno, quando Canalia ha incassato una prima bustarella di 5 mila euro, alla quale ne è seguita una di pari importo giovedì scorso a Sarcedo, quando è stato catturato dalla polizia tributaria della diretta dal maggiore Marco Borrelli.Il totale dei versamenti illeciti (concussione o corruzione?) ammonterebbe a centinaia di migliaia di euro perché, come dice Colpo, il funzionario era a libro paga. E con che stipendio. Ma gli inquirenti legittimamente si chiedono se Colpo racconta la verità fino in fondo o la amplifica, per gli anni precedenti, per gettare ulteriore discredito sull’indagato.
INTERROGATORIO. Ieri mattina il geometra Canalia, 57 anni, residente a Velo di Lusiana, è stato sentito per quasi un’ora in carcere. L’arresto è stato convalidato. Egli è difeso dagli avv. Marco Dal Ben e Renzo Villanova, ed ha risposto alle domande del gip Furlani e a quelle del pm Marco Peraro, che con il procuratore Ivano Nelson Salvarani coordina l’attività investigativa. L’ex tecnico della Provincia, visto che ieri è stato licenziato, ha confessato - non poteva far altro poiché la doppia dazione è stata videoregistrata dalle Fiamme Gialle - di avere percepito due mazzette per complessivi 10 mila euro. Ma ha negato di averne percepite altre. Durante l’interrogatorio ha avuto solo un momento di commozione, nel complesso ha risposto senza esitazione affermando che non è vero che per anni è stato “oliato”. La procura accusa, e il gip è dello stesso avviso, che ci sono pesanti indizi sul conto del funzionario per sostenere che per anni abbia percepito l’ingente flusso di mazzette che, se effettivo, non ha precedenti nella storia giudiziaria vicentina per un geometra che sebbene ricoprisse un incarico delicato, era pur sempre un tecnico. Ma ha fatto tutto da solo? «Presenteremo istanza al tribunale del riesame per chiedere la scarcerazione», ha detto l’avv. Dal Ben.
GRAVI INDIZI. Il cavatore Colpo a marzo dovendo rinnovare un’autorizzazione ha chiesto di nuovo aiuto a Canalia. Questi gli avrebbe detto: «Non ti preoccupare, incontriamoci che definiamo meglio, comunque col vecchio nostro sistema di una volta possiamo risolvere». L’imprenditore bassanese che un tempo era uno dei principali sull’Altopiano e che poi ha avuto problemi finanziari, si è presentato alla Finanza perché non accettava più di pagare. «Le dazioni del 23 e 30 marzo - scrive Furlani - confermano la ripresa del “vecchio sistema” e che era la dazione di denaro ciò che Canalia voleva per riattivarsi benevolmente col Colpo a conferma dell’intento concussorio».
TANGENTI. Canalia ha parlato di regali ricevuti spontaneamente «in assenza di ogni suo invito come donazione per avergli dato consigli sulla gestione della complessa questione amministrativa» e per avere contattato il funzionario responsabile in Regione. Ma, osserva il giudice, in realtà questo meccanismo è da «ricondurre al ripristino della prassi concussoria». Per questo, osserva il gip, ci sono obiettive esigenze cautelari per evitare che Canalia si attivi per inquinare le prove. Senza considerare il pericolo di reiterazione del reato alla luce dell’«atteggiamento concussorio e dalla ricezione del denaro». Dunque, per i prossimi 45 giorni resterà in cella, poi potrebbe andare ai domiciliari. Dipenderà da lui. Se vorrà collaborare e riferire di eventuali complici.

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