venerdì 25 gennaio 2008

Purchè intervenga Remo Mosole.....


E si! Cosa sia in grado di inventarsi quest'uomo è qualcosa di eccezzionale e straordinario.Perchè allora non sperare nel suo intervento per la valorizzazione del nostro territorio o addirittura per crearci l'opportunità della variante ss47, visto anche la mancanza di fondi statali?
Apriamo il dibattito e le discussioni (basta cliccare a fondo pagina sul simbolo commento.Fatelo.Non criticate o appoggiate indistintamente in silenzio.Questo è un blog).

Domenica 27 gennaio si svolgeranno nel giardino di casa sua, alle Bandie, i campionati mondiali di ciclocross.Si prepara dunque a vivere per la terza volta (1985 Montello, 1999 Verona, 2008 Lovadina di Spresiano) un evento iridato sempre da lui organizzato, presentando al mondo intero un impianto straordinario.Quella che oggi appare come una porzione di paradiso terrestre, trent'anni fa altro non era se non una cava per l'estrazione delle materie prime necessarie alla costruzione dell'autostrada A27 Venezia-Treviso-Belluno. Dal 1975 in poi la cava delle Bandie è stata oggetto di un'attenta opera di riqualificazione, allargata poi anche all'ampia area adiacente sulla quale sorgono le due seicentesche "Barchesse Ca' Ballarin" (ristrutturate secondo strette direttive della Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Culturali di Venezia). Altre due grandi imprese, un unico denominatore comune, ovvero il Gruppo Mosole (azienda leader nel settore delle materie prime per l'edilizia e qui in Valbrenta con la cava miniera Peroglio, di cui il GSV, e non solo, contesta apertamente il nuovo progetto di ridelimitazione) fondato nel 1959 dai fratelli Remo e Sergio Mosole. L'azienda trevigiana è riuscita a dimostrare come la passione per lo sport, la valorizzazione del territorio, il reinvestimento dei profitti in progetti innovativi a beneficio della comunità e il rispetto totale dell'ambiente possano combinarsi con pieno successo. La nostra sfida a Mosole, oggi è ambiziosa.

Ma chi è quest'uomo?

I suoi occhi chiari hanno sempre guardato lontano, molto oltre il "qui e ora", pur senza smarrire per un solo istante la concretezza del presente. Oggi Remo Mosole è al timone di un impero, un successo meritato perché fondato sull'ingegno e sulla onestà assoluta trasmessagli dall'esempio dei genitori. Classe 1934, Remo Mosole nacque in una famiglia modesta che doveva provvedere a lui, ai tre fratelli e alle due sorelle; il padre Sante (che per quattro anni, durante la guerra d'Eritrea, fu impegnato sul fronte abissino) vendeva piante e trasportava le merci con un carretto trainato da cavalli, la mamma badava alla casa. A 11 anni Remo cominciò a conoscere il sapore della fatica e del duro lavoro imposto dagli invasori tedeschi, che facevano scavare ai ragazzini e agli anziani le trincee anticarro. Tra il 1946 e il '47 il giovanissimo Mosole scoprì le risorse del fiume Piave: cercava mani e piedi immersi nell'acqua in qualsiasi condizione atmosferica materie prime per fabbricare la calce e imparò in fretta a distinguere i sassi di carbonato dal resto delle pietre. Adolescente, e già con il fermo proposito di arrivare a mettersi in proprio, Remo scaricava circa 500 quintali di pietre ogni giorno. Nel 1951 emigrò nella Savoia Francese. Dovette sopportare le umiliazioni di chi è straniero in terra straniera e, in aggiunta, di chi per il semplice fatto di essere italiano veniva ancora bollato come "alleato di Hitler". Il riscatto morale cominciò nel 1942, per merito di Fausto Coppi: "Passò per primo sul Galibier e io ero là a vederlo racconta Mosole -. Per me fu come ricevere la paga di due mesi tutta insieme, finalmente potevamo essere orgogliosi della nostra origine e potevamo dimostrare ai francesi di avere personaggi di grande talento e molto, molto efficienti". L'amore di Mosole per il ciclismo, da quel giorno, fu ancora più tenace. Tornato in Veneto, Remo colse il vento del progresso e divenne il più abile manovratore delle macchine operatrici portate dagli americani e veniva pagato a peso d'oro: quando un operaio normale guadagnava 27.000 lire al mese, lui portava a casa 32.000 lire a settimana. Iniziò ad organizzare gare ciclistiche (allora si mettevano in palio arachidi e mandarini), costruì per i genitori una delle prime case con acqua corrente nei bagni e poi cambiò ancora mestiere: con le 750.000 lire ottenute per aver rimesso in sesto un'azienda di Verona che pareva destinata al fallimento acquistò il primo camion per il trasporto di materie prime da costruzione. La Mosole Spa fu fondata nel 1963 e riuscì in breve a generare nuove aziende. A Remo Mosole è stata conferita una laurea honoris causa in ingegneria.
Proviamo?

2 commenti:

themistocles ha detto...

Alla luce del romanzo che è la vita di questo imprenditore campione di riqualificazione ambientale e impegno sociale, mi viene tristemente da pensare che se le amministrazioni esercitassero la loro funzione di controllo, i contratti verrebbero rispettati e noi forse oggi avremmo la montagna di Carpanè con "lo stagno e le paperelle".
Ora che il guardiano c'è, perchè no? Il Mosele scava e porta via il materiale e noi gli diciamo dove (SS47). Ma non si deve mollare...

Anonimo ha detto...

CHE COMMENTO SI PUO FARE QUANDO LA MOSOLE COMPANY PER VOCE DEL FIGLIO FRANCESCO CERCA DI COMPRARE IL SILENZIO DI UNA DONNA INVESTITA CON LA SUA AUTO DA UN MASSO CADUTO DALLA COSIDDETTA "MESSA IN SICUREZZA" DI VIA VANINI A CISMON .. SAPPIAMO BENE CHE TUTTO HA UN PREZZO, LO SA MOSOLE, LO SANNO I NOSTRI AMMINISTRATORI .. ED ORA LO SA ANCHE UN'ANONIMA SIGNORA DI CISMON !!!!!