lunedì 23 giugno 2008

Ma la Pro Loco la vogliono le associazioni?

Riportiamo da un altro blog, Murmur medoaci, visto che si parla di Valbrenta......
"domenica 22 giugno 2008
Non c’è molto da stare contenti del bilancio partecipativo alle vicende della Pro Loco di Valstagna e vorrei provare a dare qualche risposta all’ennesima miopia della macchina burocratica.
Siamo passati negli anni da un’egemonia unilaterale di un presidente che ha condotto rigidamente e sempre con la stessa cadenza un programma che non poteva subire cambiamenti perché oramai gli equilibri di potere erano fatti, vuoi i diritti dell’asilo e della Parrocchia, vuoi gli omaggi ai cavatori dell’altopiano, vuoi la regola che le contrade dovevano sorbirsi, vendere e comprarsi se stessi montagne di biglietti della lotteria per finanziarsi la manifestazione più importante dell’anno. Ultimamente il testimone è stato raccolto letteralmente con la forza da un’individuo che ha visto la cosa come la conquista di uno scettro e ha detto:- Da oggi decido io!- Risultato: denuncia dall’amministrazione e commissariamento della Pro Loco. Fase finale: Il tentativo di tenere in piedi un’associazione senza risorse senza idee e senza sostegno effettivo nemmeno dal Comune. Non sono entrato nei ma e ne i se, per non dilungarmi e perché voglio arrivare all’articolo del Giornale di Vicenza di oggi. “Ma la Pro Loco la vogliono le Associazioni?”. Verissimo che la Pro Loco, in caso di sovrapposizione dovrebbe mediare per consentire che lo svolgimento delle manifestazioni promosse dalle diverse Associazioni non si danneggino l’un l’altra, ma prima forse sarebbe necessario che la Pro Loco sia dotata di un’importante strumento: LA CREDIBILITA’!
Non ritengo possibile arrivare ad una soluzione facendo riunioni dove si da per scontato che la Pro Loco dovrebbe tirare le fila di un tessuto associazionistico i cui elementi alle volte sono molto più datati, ma soprattutto molto più strutturati.
Né è da ritenersi valida la possibilità che esista una Pro Loco quando di fatto il Comune pensa a depauperare e devastare il territorio, rendendo così vana la promozione dello stesso. In pratica è bellissimo ristrutturare una malga, ma non ha senso sventrare la montagna a 200 metri da questa, per ottenere più rogne che guadagni dalla presunta attività di coltivazione del verdello.
Non mi risulta che nessun comune della vallata creda in se stesso sotto il profilo turistico e di conseguenza non abbondano certo i contributi comunali per le PL che sono nient’altro che le APT, le IAT, gli Uffici turistici. Qui non ci crede nemmeno l’opposizione che nella persona di uno dei più anziani combattenti del potere non vede nel recupero degli usi e costumi una matrice turistica.
Io mi chiedo, durante la bella stagione, se c’è qualcuno che vede le migliaia di bici, le migliaia di auto con canoe, attrezzature alpinistiche, kit per pic nic etc. che passano per le nostre strade.
Ma noi niente! Siamo troppo occupati nelle messe in sicurezza (non solo i sassi, ma anche i boschi, il paesaggio, la scenografia, l’ossigenazione, l’aria pulita etc verranno eliminati) e figuriamoci se qualcuno avrà il coraggio di parlare nei palazzi del potere di tutela del territorio. Non è remunerativo, forse è meglio fare il circolo ricreativo dei cavatori o la stazione climatica per i bimbi di Cernobyl che tanto non temono il confronto.
Noi non abbiamo cartelli indicatori delle attrattive paesaggistiche (ma presto nel centro storico l’unica attrattiva resterà il nastro trasportatore kilometrico), non abbiamo aree di sosta per i ciclisti e i gitanti (però abbiamo un bellissimo nuovo campo da calcetto a scapito del parco giochi dei nostri bambini), abbiamo sulla carta un’area camper (affidata ad un’associazione sulla carta) con vista sulla cava miniera di Carpanè, e abbiamo la famosa pista ciclabile che nel tratto in cui si identifica nella provinciale Valgadena, la strada non c’è più non si sa bene perché.
Finchè nessuna amministrazione potrà pensare che economia è anche turismo, economia sana, ambientalista, vivace, non servirà una Pro Loco che proprio per questo in 30 anni non ha realizzato un cartello, una cartolina o un depliant che parla della Valbrenta.
E’ un “De Profundis” ma spero che serva a svegliare qualcuno!
Pubblicato da themistocles a 21.26 1 commenti "

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