venerdì 30 novembre 2007

Qualità della vita in Valbrenta

clicca qui per firmare la petizione


La nostra Vallata vive un momento critico. Il suo futuro dipende da scelte decisive che dovranno essere affrontate a brevissimo termine. La situazione è sotto gli occhi di tutti.

- Il continuo aumento del traffico ha strangolato, ormai, interi centri abitati e pone serie ipoteche alla qualità della vita in tutti i nostri comuni.
- Stanno proliferando, specialmente nella parte più settentrionale, dissennate attività di cava. Alcune in atto, altre in progetto.
- E’ in progetto l’ampliamento della miniera di Carpanè. Un’attività mineraria direttamente a ridosso dei centri abitati!
- Il Brenta, vera matrice paesaggistica della Valle, in certi punti è ridotto a un rigagnolo dall’eccessivo carico delle derivazioni a servizio delle centrali idroelettriche e dell’agricoltura.
E queste sono solo le situazioni più eclatanti.

Eppure la Valbrenta contribuisce in maniera insostituibile nel fornire risorse rinnovabili all’area veneta. Un esempio per tutti: la sorgente carsica dei “Fontanazzi” di Cismon garantisce acqua potabile – di ottima qualità – a tutto il comprensorio bassanese!
E cosa riceve in cambio? Il traffico, il furto dell’acqua del Brenta…………e ora depredano anche i fianchi delle montagne!
E’ il destino di tanti territori marginali che non riescono ad esprimere potere politico ed economico.

Ma noi non ci arrendiamo. Siamo un’associazione nata da poco e vogliamo tentare un cambiamento di rotta.

Se, tu che leggi, pensi che ne valga la pena…… puoi dare un tuo contributo:

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FIRMANDO LA PETIZIONE

venerdì 23 novembre 2007

Senso critico

Ancora una volta, con senso critico e deciso, il sindaco e tutto il consiglio comunale di Valstagna, han saputo anticipare e distinguersi dal resto dei comuni della Valbrenta, stavolta su questioni di primaria importanza e sensibilità.
Finora tutti gli enti locali si sono nascosti, non hanno preso posizione e fatto finta che il fatto non li riguardasse. Ma si ricorda che, anche solo la viabilità, che l’indotto di simili progetti provoca, interessa tutta la Valbrenta e la Valsugana stessa. Non lo si può ne negare, ne tantomeno ignorare. E quale occasione migliore per far presente ancora una volta alla Regione che ciò sarebbe incompatibile con i già enormi flussi che congestionano la ss47, per spingere verso la sua realizzazione?Ma è possibile che nessuno veda oltre il proprio orto? Un camion in più, all’attuale traffico, ogni minuto. Ma da aggiungere ad almeno altre 3-4 nuove cave che saranno presentate a breve, ma che tanti ignorano, sempre sullo stesso territorio. Tutti possono presentare osservazioni su questi progetti.
Le amministrazioni hanno avuto occasioni per esprimersi. Ora pioveranno le critiche, perché è un comune che vive anch’esso dagli introiti delle sue cave. Ma dalle cave ha subito anche cocenti delusioni e vogliamo credere che stia realmente rivalutando le superficialità precedenti nell’affrontare temi così importanti per la qualità della vita e la salvaguardia dei propri territori.
I bilanci sono un’altra storia, che non devono passare sopra la salute e la vivibilità dei propri cittadini.
Un grande passo ottenuto anche con la concertazione. Quello di lunedì e l’incontro a Carpanè di giovedì sera, anche con le maestranze e gli operai, sono piccoli ma positivi passi verso un nuovo modo per intendere la casa comune. Ci si augura che sia solo l’inizio. Lo deve essere.
Ci si augura ancora, visto il clima natalizio, che questi risultati non vengano stravolti per indignare e gridare che Valstagna o il suo sindaco o magari il Gruppo Salvaguardia della Valbrenta sono contrari indiscriminatamente alle cave e insensibili alle decine di posti di lavoro. Sarebbe un’enorme falsità. Non esiste testo, voce, traccia o slogan. Ne contro la proprietà ne contro i posti di lavoro. La miniera interessata è già autorizzata a lavorare fino al 2015.
Punto e basta. Deve rispettare le prescrizioni della Regione Veneto. E la Comunità Montana “dovrebbe” controllare.Ci si è espresso contro un progetto di oltre 40 anni, che alla luce anche di chi magari non l’ha realmente ed interamente letto (sicuramente pochi), o ha subito l’impossibilità a farlo, perché è successo anche questo, ha presentato numerose ed evidenti lacune. Ora sarà la Regione a decidere.
Il progetto Costa Alta è uno dei tanti problemi della Valbrenta.Non l’unico, ne il principale. Ora andiamo oltre, ma controlliamo.

Valstagna boccia il progetto di ridelimitazione

VALSTAGNA. Dal consiglio comunale è arrivato un no unanime alla richiesta di ridelimitazione della concessione Miniera “Costa Alta” Bocciato l’ampliamentoNegrello: «La Regione ci ha sorpreso negativamente. Puntiamo a modelli diversi di sviluppo del territorio»

Renato Pontarollo dal Giornale di Vicenza
Il consiglio comunale di Valstagna, convocato in seduta straordinaria, ha espresso all’unanimità parere negativo sullo studio di impatto ambientale del progetto di ridelimitazione della concessione mineraria “Costa Alta” in comune di San Nazario. Le ragioni del no della giunta comunale valstagnese sono state illustrate dal sindaco Aldo Negrello che, dopo un breve excursus storico sull’attività estrattiva, cominciata nel 1912, ha spiegato come la Giunta abbia ritenuto di avvalersi della consulenza di esperti, un geografo ed un geologo. Analoghe motivazioni negative sono state manifestate anche dai capigruppo consiliari. «Non si comprendono le ragioni per presentare un nuovo progetto di coltivazione – ha detto il sindaco Negrello – quando i lavori di coltivazione concessi nel 2004 sono allo stato iniziale e non ancora realizzati, come dimostrano le fotografie allegate alla presente relazione. L’apertura di un nuovo fronte a nord, in direzione della Valle Sambuco, verrebbe ad incidere profondamente sul territorio con tre distinte aree operative, aumentando i disagi conseguenti ai rumori, alle polveri, alle vibrazioni e non ci convincono le mitigazioni prospettate, come il trasporto del materiale su rotaia piuttosto che su gomma, poiché è stato dismesso il piano caricatore delle Ferrovie dello Stato. Questa amministrazione intende puntare su un diverso sviluppo del proprio territorio attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali, realizzando piste ciclabili e promuovendo attività sportive e ricreative; con la valorizzazione di siti quali le aree terrazzate (progetto Alpter) e un nuovo piano di sviluppo rurale di grandissimo interesse». «Proprio di fronte alla miniera “Costa Alta” - ha proseguito - è in atto un intervento che interessa le località Mattietti e Col Ventidueore- L’eventuale ampliamento della miniera sarebbe in contrasto con questo progetto. Inoltre, l’area di coltivazione è situata nel margine del massiccio del Grappa, che è inserito nel Piano di area dell’Altopiano dei Sette Comuni. L’indagine di Mauro Varotto evidenzia come il nuovo fronte di coltivazione vada ad incidere pesantemente sotto il profilo dell’impatto ambientale sull’area terrazzata di località Mattietti e di San Gaetano, oltre che sulla linea di sbarramento Carpané - Col Moschin ricca di manufatti della grande guerra». «Lo studio di impatto ambientale – ha proseguito il sindaco Negrello – non ha tenuto nel debito conto l’aspetto geologico e idrogeologico di un’area ad alto rischio, come sostiene l’Autorità di bacino, per la presenza di sorgenti copiose aperte in diversi fronti dello scavo». Negrello ha quindi lamentato “diverse carenze progettuali a livello urbanistico” in relazione al Pati in corso di attuazione. Da qui la necessità di limitare l’ampliamento della coltivazione della miniera. «È strano – ha detto – che la Regione Veneto, dopo aver individuato quali aree di tutela le grotte di Oliero, il Ponte Subiolo e la Val Gàdena, pregiudichi poi il successo di tale operazione con una nuova concessione di ampliamento della miniera. Non ci sentiamo di condividere questa decisione, anzi ci meraviglia che in occasione della presentazione del progetto i tecnici abbiano spiegato che non ci sarà alcuna incidenza sul paesaggio. Riteniamo al contrario che con la concomitanza di due fronti aperti in quota oltre al piano di lavorazione, l’aumento delle operazioni di trasporto e di frantumazione portino come conseguenza un forte pregiudizio sulla qualità della vita nella valle. Noi, al contrario, proponiamo un diverso modello di sviluppo». Il sindaco ha quindi proposto al consiglio di esprimere parere negativo sullo studio di impatto ambientale del progetto.

“ La vivibilità a Carpanè”

Giovedì 22 novembre alle ore 20,30 presso la sede della Comunità Montana del Brenta a Carpanè di San Nazario, il GSV ha organizzato un incontro con la popolazione sul Tema: “ La vivibilità a Carpanè”.
La sala era gremita, forse più di quella di San Nazario, dove l’8 ottobre era stato presentato il SIA Costa Alta.

Il dibattito era incentrato sul problema della ss47 e di conseguenza anche sul problema della richiesta di ridelimitazione della cava-miniera Costa Alta. Tema molto sentito proprio dagli abitanti di Carpanè, che con la miniera sopra la testa, ci convivono ormai dal 1912.
Erano presenti in sala un nutrito gruppo di rappresentanti della ditta Peroglio, dal direttore della miniera, alla proprietà, agli operai.
E’ stato un incontro impostato sulla chiarezza degli obiettivi, dove tra scambi di propositi, si è pacatamente discusso sui temi che incombono sulla salvaguardia del territorio locale, ma soprattutto, sottolineiamo sulla qualità della vita e della salute dei cittadini.
Importanti e dovute sono state le preoccupazioni espresse da alcuni operai che cercano chiarezza sul loro futuro.E’ stato più volte ripetuto che, in questa fase, il Gruppo Salvaguardia Valbrenta, almeno, non ha MAI messo in discussione l’operatività della cava stessa, anche perché regolarmente autorizzata fino al 2015. Ha espresso invece parecchie perplessità, documentate e presentate con varie e diverse osservazioni alla Regione, come illustrate ai presenti in questa serata, circa lo studio della ditta che chiede una ridelimitazione per altri 40 anni di coltivazione.
Questo viene subito in contrasto col fatto che la ditta, per stessa ammissione, non è stata in grado neppure di eseguire le prescrizioni minime della regione Veneto del 2004, che chiedevano di essere rispettate e ultimate entro il 2006.
Il direttore della miniera ha ammesso che in effetti sono oltre i termini prescritti, ma per problemi tecnici. Per fare un singolo minimo esempio, non è stata fatta la vasca di decantazione richiesta. Si sono accorti ora, solo dopo 3 anni, che dovevano scavarla nella roccia.
Sono state ulteriormente espresse varie perplessità sul tipo di piano e sulle contraddizioni che le linee guida impongono.
Spesso, durante il dibattito, si è concordato tra le parti, che quello che appare nel SIA non corrisponde a realtà, oltre che scontrarsi con altri interventi di recupero finanziati da Regione Veneto e Comunità Europea.
La popolazione presente si è comunque dimostrata alquanto indignata dalla mancata presenza di qualsiasi rappresentante politico alla serata, anche se non espressamente invitati, che rimangono gli avvallatori di questi progetti. E questi, che non sono singoli episodi, non lasciano solo molto perplessi.
Tutto questo durante un incontro corretto e pacato. Forse come mai nessuno avrebbe immaginato.
Ora si spera si apra la possibilità di una vera concertazione, magari con la ditta stessa, con cui non abbiamo nessun pregiudizio, tra il Gruppo Salvaguardia Valbrenta sicuramente e forse con gli amministratori, che finora, tranne qualche rarissimo caso, vedi Valstagna e forse Solagna, hanno evitato ogni invito alla minima concertazione, anche a livello sovraccomunale.
Di questo, in futuro, dovranno renderne conto. Siamo appena all’inizio.

sabato 17 novembre 2007

Che bel scenario....



Ultimamente, soprattutto con il SIA Costa Alta di Carpanè-San Nazario, visto che ai normali cittadini è piovuto addosso inaspettato, sorgono spontanee tante domande sul comportamento dei nostri amministratori locali, sul palleggiamento delle responsabilità, sulla latitanza della comunità Montana del Brenta, sulle mancate prese di posizione dei comuni e degli amministratori, soprattutto Valstagna, San Nazario o Cismon, sul tipo di osservazioni e sui caratteri lievi e pacati, degli interventi da presentare in Regione o Provincia.Qualcuno ci sta perdendo il sonno e qualcun altro forse anche la salute.Altri subiscono velate minacce, addirittura.Per cosa poi?


Approfondendo i temi si può venire a conoscenza che esistono 5 interventi per un importo di 95.000€ finanziati dalla ditta MOSOLE (sarebbe corretto dire dal Gruppo Mosole) alla nostra beneamata Comunità Montana del Brenta secondo il PIANO DI SVILUPPO 2006-2010 (che potete trovate anche nel sito GSV) del Consiglio della Comunità Montana del Brenta (le osservazioni della popolazione, dovevano presentarsi entro il 27 febbraio 2006) per:



  • Recupero e valorizzazione turistica delle trincee di Carpanè e della mulattiera militare del Merlo 20.000€


  • Recupero e valorizzazione turistica del parco delle grotte di Oliero 20.000€


  • Recupero del Bosco ripariale di Carpanè, attrezzatura della zona con sentieri per passeggiate e allestimento di un’area per assistere alle manifestazioni organizzate sul fiume (gare di canoa, Palio delle zattere) 30.000€


  • Completamento sistemazione Alta via del tabacco a Valstagna 15.000€


  • Recupero e valorizzazione del Bosco delle Fontane, a Cismon nella zona a sud della ex SS47, per una fruizione di tipo didattico-ricreativo 10.000€

Per carità, tutti interventi a valenza compensativa, come documentato.Ndr
Per farla breve, anche le ultime osservazioni presentate contro il SIA Costa Alta, con tanto di richiesta preventiva per tavolo concertazione, richiesta di sollecito, incontro con il presidente della comunità Montana……..sono state presentate tra l’altro, come si leggono, per far illustrare che le ruspe della ditta concessionaria della Miniera Peroglio, probabilmente hanno irreparabilmente danneggiato le trincee e le mulattiere risalenti alla guerra; mentre scopriamo che la stessa ditta ne finanzia la valorizzazione!?!???????;
la stessa ditta privata, elargisce, finanzia e valorizza una zona turistica comunale, gestita da un’altra ditta privata (ndr la IVAN VALBRENTA TEAM), le grotte di Oliero in quel del comune di Valstagna, che già aveva presentato osservazioni contro il SIA;
il comune di San Nazario si vanta di programmare la realizzazione della nuova piazzola camper in zona fiume e aver completato la piazza del paese stesso, coi soldi ottenuti col finanziamento privato della stessa ditta (Costa Alta al comune di San Nazario garantisce 130.000€ annui più altri 45.000€ in conto lavori per questi scopi, ….mentre ci accorgiamo solo ora che il CCK Valstagna desidera, giustamente, far presente che il fiume Brenta c’è…non come NON appare nel SIA;
viene interpellato ancora il comune di Valstagna per delle osservazioni al SIA Costa Alta o magari per il VIA alla Val Grande, e troviamo che il completamento del sentiero Alta via del Tabacco è finanziato non dalla Comunità Montana o dalla Regione o dalla Comunità Europea, ma sempre dalla solita benefattrice ditta privata;
si chiede lumi sulle cave al comune di Cismon, e la solita ditta privata finanzia il recupero del Bosco delle Fontane……ed intanto lavora nella messa in sicurezza di via Vanini.
I normali cittadini sono oramai convinti che quella scatola vuota della Comunità Montana non avesse volontà per intervenire sui temi pesanti della salvaguardia del nostro territorio.
Osservano convinti dell’esistenza o possibilità di interventi locali finanziati dalla Comunità Montana per sistemare sentieri e creare zone ricreative.
Eravamo convinti che…..
Ci accorgiamo che quel poco che progetta la Comunità Montana in Valbrenta, non è sempre finanziato con soldi della Comunità, dei comuni, della provincia, della Regione o della Comunità Europea, ma da una società privata: la Comunità Montana di ........Mosole, si potrebbe dire.
Ma contro la società privata nulla si può eccepire.Per carità.Ottimo e florido gruppo.Fà il proprio lavoro imprenditoriale, si muove molto bene, rispetta le regole imposte dalle autorizzazioni ottenute, occupa posti di lavoro, crea un enorme indotto, dovrebbe rispettare i termini e finanzia a pioggia i comuni e la comunità della valle.Benefattori.ndr
Ma quale sviluppo garantisce una ditta privata che spoglia inesorabilmente le verdi pendici della nostra Valbrenta votata al turismo itinerante e al territorio? Una trentina di dipendenti saldamente occupati, un grande indotto, un prodotto richiestissimo ed una pioggia di finanziamenti ai locali.Con l'occhio al mercato, senza ombra di dubbio.Decidessero, casomai, di partire con la Valdastico o con la Pedemontana, dove pensate arrivino a prelevarne il materiale necessario?
Bisognerebbe capire invece cosa intendono gli amministratori quando dicono di puntare sulla Valbrenta sotto il profilo della salvaguardia del paesaggio e dello sviluppo attrattivo e turistico, visto che le storiche attività produttive sono letteralmente scomparse, lasciando solo residui di archeologia industriale, piena d'amianto, oltrettutto.Ma di questo si parla molto poco o ci si interessa.La salute in questi casi viene sempre dopo.Alcuni propongono che bisognerebbe almeno che lavorassero in galleria, per ridurre i palesi disagi, visto che la loro è un'attività autorizzata come miniera.Questo però non stà al cittadino deciderlo o concordarlo.Alcuni continuano a correggere più volte bozze di testi per lettere, articoli, comunicazioni, osservazioni a tutti gli enti preposti e alla cittadinanza, che non conosce ne gli atti ne i fatti.
A tutti questi controsensi NOI, comuni mortali, non possiamo niente?Alcuni fanno presente che i toni di quel che si scrive o si cerca di denunciare siano meno catastrofistici, sobri, meno retorici, evitando polemiche frontali. Scoprendo ancora una volta, questo degrado politico, alla luce del sole comunque, mentre tanti continuano a porsi domande sulle virgole.


Bello tutto questo scenario..........

sabato 10 novembre 2007

Osservazioni GGG - sentiero CAI

Nella relazione paesaggistica integrante lo Studio Impatto Ambientale si sottolinea che “nell’area del nuovo progetto non sono segnalati sentieri e mulattiere”. Cogliamo l’occasione per segnalare, al contrario, l’esistenza di un importante sentiero. Si tratta del sentiero “CAI Castelfranco” che percorre tutta la mezzacosta di sinistra Brenta da San Giorgio di Solagna a San Marino. Non è riportato nelle carte topografiche escursionistiche comportando, in certi tratti, difficoltà di tipo quasi – alpinistico. Il suo percorso è, comunque, ben indicato con segnavia bianco e giallo. E’ descritto minuziosamente nel numero di primavera – estate di “Le Alpi Venete” del 1990, rivista del CAI regionale, a pagina 104. Il suo tratto compreso fra Prà Ventor e Costa Alta, direttamente a sud della Val Sambuco, è stato oggetto nel 2006 di un intervento di manutenzione da parte di squadre di volontari.
Si teme che il tratto di Val Sambuco venga compromesso dal nuovo progetto di coltivazione mineraria e venga, così, interrotta la continuità del magnifico percorso di mezzacosta. Si chiede, in tal caso, che si provveda a ricostruire e segnare il percorso a una quota di sicurezza più elevata.

Osservazioni al SIA - Costa Alta

osservazioni in merito allo “ studio per le valutazioni di impatto ambientale, di incidenza e sul paesaggio riguardante la ri-delimitazione della concessione mineraria di sali magnesiaci denominata Costa Alta, ed il progetto definitivo del nuovo cantiere” sito in Comune di San Nazario – VI, conformemente al comma2, Art.16 della L.R. 26 marzo 1999 n. 10

Con la presente osservazione si intende richiamare l’attenzione di codesta Commissione sul parere espresso in data 31/05/2004 n. 79 riguardante il progetto di ampliamento della miniera di cui all’oggetto e sul quale poggia la delibera n 2010 del 2 lug 2004 della Regione Veneto.
La delibera richiama il punto 8-Valutazioni Conclusive pag. 11, del suddetto parere, laddove subordina l’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento al rispetto delle prescrizioni e raccomandazioni nello stesso dettagliate.
Trattasi di ben 11 diverse prescrizioni e di 5 raccomandazioni da attuarsi entro l’anno 2006 e delle quali non si ha evidenza dell’avvenuta attuazione.
Le stesse prescrizioni e raccomandazioni vengono altresì citate (punto 6.1-2°capoverso del parere: osservazioni pervenute dal Sindaco e dal Consiglio Comunale di Valstagna) per giustificare una valutazione favorevole di compatibilità ambientale e tacitare così le osservazioni nettamente critiche nei confronti del progetto di ampliamento.
La non ottemperanza, od anche solo la mancata verifica, delle prescrizioni al cui rispetto veniva subordinata l’approvazione del precedente progetto (parte integrante dell’attuale richiesta di ri-delimitazione per esplicita affermazione degli stessi progettisti), impongono un necessario ripensamento dell’intero progetto
Riteniamo non vi siano le condizioni per procedere oltre con l’attività di cava miniera in quanto proprio le prescrizioni sopra richiamate giustificavano la valutazione di “favorevole accoglimento del progetto in rapporto all’impatto ambientale”. Tale favorevole accoglimento, non potendo essere confermato dalle prescrizioni a cui era subordinato, risulta oggi ancor meno possibile e giustificabile.
Chiediamo pertanto venga riesaminata l’intera questione alla luce non solo dell’attuale richiesta di ridemilitazione, ma anche della mancata ottemperanza alle indicazioni prescrittive da questa stessa Commissione formulate.
Nel frattempo chiediamo non venga concessa qualsiasi ulteriore autorizzazione e venga data adeguata informazione sullo stato attuale della coltivazione e delle opere di ripristino e ricomposizione.

Osservazioni storiche dal GGG


Il crinale che scende dal Col Moschin a Carpanè, a partire dal 1916, è interessato da importanti interventi di infrastrutturazione militare. Quando il Canale di Brenta, dal novembre del 1917, diventa direttamente teatro di operazioni, è già una linea poderosamente fortificata. La “linea Mameli”, così è denominata in codice, si raccorda a fondovalle con la linea che risale in destra orografica il costone del Col d’Astiago, configurando la terza cortina di sbarramento del Canale.
Le quote di Costa Alta costituiscono il nucleo operativo del sistema, dominando sia lo sbocco della Val Frenzela che tutta la parte settentrionale del Canale. Vi trovano collocazione, fra l’altro, varie sedi di comando, l’osservatorio reggimentale, le stazioni di collegamento ottico. Una linea avanzata si stacca in direzione nord fin oltre le Case Niccolini (più note come Case Rossetti).
Gli archivi dell’AUSSME di Roma conservano documenti significativi, ne alleghiamo qualcuno a titolo esemplificativo.
I progressivi ampliamenti dell’area di coltivazione mineraria, negli ultimi anni, hanno cancellato una buona parte di questi Beni Culturali tutelati, ora, dalla legge 78 del 2001. La linea avanzata di Case Niccolini è stata interamente cancellata già da tempo. Nella primavera scorsa la stessa sorte è toccata alle strutture di collegamento ottico e al pregevole e ben conservato osservatorio.
Questi ultimi interventi distruttivi sono legati allo stralcio di coltivazione approvato nel 2004. Ci sembra strano che, allora, il progetto non abbia tenuto in debito conto le esigenze di tutela, come ci sembra strana la tempestività degli interventi distruttivi, in un momento di crescita dell’interesse delle comunità locali per le vestigia della Grande Guerra, concretizzatosi in numerosi interventi di recupero. Tempestività che, fra l’altro, ha anticipato il censimento delle strutture distrutte, la cui esecuzione era stata preannunciata all’amministrazione comunale competente Di fronte a tutto ciò manifestiamo preoccupazione per i nuovi interventi di coltivazione nell’area ridelimitata. Anche se non investiranno direttamente strutture ancora leggibili, interferiranno gravemente con ciò che rimane. La mulattiera di arroccamento che sale al Col Moschin e i resti delle postazioni a monte di Costa Alta si apriranno direttamente sul versante della Val Sambuco interessato dalle escavazioni, con grave compromissione sia dal punto di vista del valore storico - paesaggistico che della possibilità di una lettura integrata delle funzionalità del sistema fortificato in questione.
In conclusione riteniamo che, viste le gravi e irrimediabili distruzioni che l’attività mineraria ha comportato relativamente al patrimonio dei Beni Culturali della Grande Guerra e vista la necessità di una massima salvaguardia di quanto rimane, esista incompatibilità fra l’attività mineraria e i valori storico – ambientali espressi dal territorio.

Osservazioni impatto viario



Prot.n. 102A
Oggetto: osservazioni in merito allo “ studio per le valutazioni di impatto ambientale, di incidenza e sul paesaggio riguardante la ri-delimitazione della concessione mineraria di sali magnesiaci denominata Costa Alta, ed il progetto definitivo del nuovo cantiere” sito in Comune di San Nazario – VI, conformemente al comma2, Art.16 della L.R. 26 marzo 1999 n. 10

All’elaborato 2 del SIA, riassunto non tecnico, al capitolo “ stima degli impatti”, pag 103, si prefigurano 3 possibili scenari di mutazione deI volumi di traffico in relazione al quantitativo di materiale da trasportare.
Sia in premessa che in sintesi finale si ipotizza un trascurabile incremento del trasporto su gomma ed un marcato aumento del trasporto ferroviario, che passerebbe dall’attuale e non verificato 2% al 12% del totale; con ciò si argomenta che l’impatto del trasporto di materiale della miniera può essere considerato negativo basso/trascurabile, in relazione alla variazione del flusso veicolare sulla SS47.
Chiunque percorra la Valbrenta conosce bene quanto questo ipotetico trascurabile impatto sia invece pesante e non più tollerabile; la ferrovia inoltre non garantisce nemmeno il trasporto di quel 2% già considerato assodato, e non risultano esserci impegni formalizzati per il prossimo futuro, vedi recente trasloco della ditta Nord-Legno dal sito di Carpanè proprio per difficoltà di accesso e fruizione del trasporto su rotaia.

Al di là quindi delle buone intenzioni o delle promesse che da 40 anni si susseguono sul futuro della SS47, restiamo ai dati oggettivi citati nello stesso SIA:
ü per trasportare i 400.000 mc annui di materiale, pari a 1.120.000 ton, con gli attuali mezzi a disposizione e nell’ipotesi che il 2% viaggi su rotaia, occorrono circa 275 passaggi al giorno (per 10 ore al giorno, per 250 gg lavorativi all’anno, per 40 anni). In definitiva trattasi di 1 automezzo ogni 2 minuti che esce dal cantiere (ogni 4 passaggi uno prende la strada per Trento);
ü già il volume attuale di 350.000 mc comporta un traffico insostenibile, come più volte dichiarato dagli amministratori locali, sia attraverso organi di stampa, sia nella bozza preliminare del PATI;
ü le stime citate nel SIA della cava/miniera Peroglio non considerano che la SS47 è già soggetta al traffico pesante relativo alle varie cave/messe in sicurezza su conoide presenti a monte (comuni di Cismon e Valstagna), per le quali si ipotizza a regime un ulteriore volume superiore ai 400.000 mc/anno: un totale complessivo di oltre 500 passaggi giorno, o per meglio dire 1 automezzo al minuto sulla strettoia di Carpanè.



Tali sintetiche considerazioni evidenziano l’assoluta incompatibilità di un ulteriore aumento di traffico con la permanenza di un minimo di qualità di vita per i residenti, e per coloro che visitano la Valbrenta: tempi di percorrenza aumentati, frequenti intasamenti ed incidenti stradali, polveri ed inquinanti aereodispersi dannosi per la salute, rumore persistente, polveri sottili da combustione di idrocarburi e conseguente aumento di patologie bronco-tumorali.
Risulta difficile comprendere come l’intervento richiesto dalla ditta Peroglio possa essere definito di “pubblica utilità” dagli estensori del SIA.

Facciamo appello a codesta spettabile Commissione perché non conceda qualsiasi ulteriore autorizzazione, nell’effettivo interesse collettivo; perché pensi alla Valbrenta non come un territorio marginale ed in abbandono, ma come una valle dinamica e vitale, tesa al recupero e rilancio della propria specificità e delle proprie indubbie risorse, innanzitutto attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del proprio inalienabile bene comune: il territorio, il paesaggio e la qualità di vita.

Osservazioni paesaggistiche

Si riportano alcuni punti della relazione paesaggistica, contenuta nel SIA presentato dalla ditta Peroglio, che a nostro avviso risultano incompleti e sottostimati:

· Fiume brenta: “ .. il letto del corso principale spesso riempito dalle acque solo in minima parte”
· Montagna: “ .. i fianchi completamente disabitati ed incolti”
· Economia: “ .. sopravvive per il polo artigianale di Bassano e la miniera di Costa Alta”
· Paesaggio: “.. caratterizzato dal complesso Guarnieri”

Quanto sopra per esemplificare il modo strumentale, usato nella relazione SIA, di far apparire la Valbrenta come una terra desolata, spoglia, abbandonata ed incolta.

Tutto ciò non illustra la vera realtà del Canal di Brenta nel suo complesso, in quanto:
Ø Il fiume Brenta ha costantemente per tutto l’anno una portata ideale per attività quali il rafting e la canoa.(recente svolgimento dei campionati italiani)
Ø La montagna è abitata fino a mezza costa ed è in atto una forte azione di recupero dei terrazzamenti e degli edifici rurali con aiuti delle amministrazioni locali e della Comunità Europea attraverso il progetto Alpter, cofinanziato dalla Regione Veneto
Ø L’economia è caratterizzata da eccellenti attività artigianali ed industriali in settori di nicchia ad alto margine, e sta conoscendo un crescente incremento dell’attività turistica (trekking, rafting, canoa, cicloturismo, pesca sportiva ..) fortemente legata alla qualità ed integrità dell’ambiente
Ø Il paesaggio, di cui il complesso Guarnieri non è che un pessimo esempio (ex centrale all’esterno con tetto in amianto, stato di abbandono, serramenti e tetto fatiscenti ..), è caratterizzato da un ambiente fluviale unico, dal susseguirsi di terrazzamenti di bassa e mezza costa, alternati a zone boscate, ripidi costoni, vallecole e storici borghi di indiscusso valore storico e culturale.

Speriamo di aver fornito elementi utili e non “distorti” per una valutazione ponderata del nuovo progetto di ridelimitazione e della relativa compatibilità ambientale.

Osservazioni Canoa Club Kayak Valstagna

Con la presente si intende integrare la descrizione del fiume Brenta riportata nel SIA presentato a codesta Commissione per la ridelimitazione della cava-miniera Peroglio.
Nella “relazione paesaggistica” non è stata descritta la parte di fiume che scorre da S.Gaetano a Campolongo, più precisamente la parte sottostante l’attività mineraria di Costa Alta.
Questo tratto di fiume è caratterizzato da una buona portata d’acqua per la pratica della canoa sportiva e del rafting per tutti i giorni dell’anno (uno dei pochi fiumi in Italia). Esiste infatti un campo attrezzato per disciplina olimpica della canoa slalom, nel quale si effettuano giornalieri allenamenti e ricorrenti manifestazioni agonistiche a livello nazionale ed internazionale.
Siamo seriamente preoccupati che l’intensa attività mineraria, oltre che offrire un paesaggio degradato a chi frequenta il fiume, possa influire negativamente sulle attività che nel fiume hanno la loro principale risorsa; intendendo con questo non solo le scuole di canoa ma anche l’indotto che tutto ciò genera a beneficio dell’intera comunità.
Quanto sopra per una migliore valutazione ambientale di compatibilità del nuovo progetto con l’ambiente fiume.