lunedì 23 febbraio 2009

La Comunità montana e il prezzo della salvezza

VALBRENTA. Ridotti i trasferimenti da Stato e Regione: 130 mila euro in meno rispetto al 2008 solo nelle spese correnti.
Tra le novità, l’esclusione del Comune di Bassano. Il presidente ha sei mesi per la nomina dei nuovi organi.
Renato Pontarollo
Come sarà la nuova Comunità montana del Brenta? La scure del governo è caduta inesorabile su molti enti montani, cancellandoli, ma i tagli sugli stanziamenti statali e regionali, sul personale e sulla rappresentanza dei Comuni hanno riguardato anche gli Enti rimasti. Se prima i trasferimenti erano misurati col contagocce, ora, senza o con limitate risorse, il futuro delle Comunità montane, già incerto, è diventato assai problematico. I tagli riguardano in particolare le spese correnti: nel 2009 sono previsti per palazzo Guarnieri 130 mila euro in meno rispetto al 2008. I trasferimenti dallo Stato e dalla Regione, venuti meno o ridotti, rappresentano perciò l'handicap strutturale più rilevante.Il rinnovo degli organi, poi, presenta notevoli problematiche applicative: ciascun Comune non potrà indicare più di un membro e la base elettiva sarà costituita dall'assemblea di tutti i consiglieri. Il disegno di legge prevede infatti che il Consiglio delle comunità sia composto al massimo da un rappresentante per ciascun Comune, che il presidente e gli assessori vengano scelti all'interno del Consiglio e le indennità di carica sono ridotte del 30 per cento.Nel consiglio della Comunità montana del Brenta, convocato l'altra sera a palazzo Guarnieri di Carpané, il presidente Pierluigi Peruzzo ha aggiornato l'assemblea in merito al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e alla delibera della Giunta veneta.Con deliberazione del 25 novembre 2008, la Giunta regionale ha confermato le Comunità montane che avevano i requisiti di legge, per le quali gli organi restano in carica nella loro attuale composizione, intesa come presenza dei rappresentanti dei Comuni ricompresi nella Comunità montana, con esclusione di Bassano. Ai Comuni stessi sono assegnati sei mesi di tempo per la nomina dei nuovi rappresentanti, mentre gli attuali presidenti sono stati nominati commissari "ad acta" con il compito di sovrintendere alle operazioni necessarie per il passaggio al nuovo regime normativo.Peruzzo è stato piuttosto stringato e anche gli interventi seguiti hanno dato la misura dell'aria che tira sugli enti montani istituiti nel 1971, voluti in funzione dello sviluppo della montagna: a distanza di poco più di trent'anni, si recepisce quanto poco conti la montagna.Peruzzo ha ricordato come la legge finanziaria 2008 avesse confermato alle Regioni la competenza nel disporre il loro riordino mediante legge da approvarsi entro il 30 settembre 2008. Provvedimento di riordino non approvato dalla Regione Veneto, con i conseguenti effetti: la soppressione di 8 comunità sulle 19 originarie. Sono infatti scattati i tagli previsti dalla Finanziaria 2007 e nel Vicentino le comunità montana sono state dimezzate. Ha meritato alcune riflessioni da parte dei consiglieri bassanesi presenti in aula l'uscita di Bassano, in quanto supera i 40 mila abitanti. Sono intervenuti Fabio Mocellin e Mauro Beraldin, rispettivamente per la maggioranza e la minoranza consiliare, rammaricati per l'esclusione di una realtà così importante. Mocellin ha ricordato il territorio montano bassanese, da Valrovina e San Michele a Rubbio, che ha connotazioni simili se non identiche a quelle dei Comuni montani e che richiede interventi per il ripristino di edifici, per la manutenzione della viabilità, per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio.Rivendicando il ruolo importante delle Comunità montane, Beraldin ha definito sbagliate le scelte operate perché, colpendole, si sono penalizzati i più deboli, mentre il territorio montano ha bisogno di essere sostenuto. Ha auspicato un cambio di tali scelte sperando che la Regione vi destini i proventi della risorsa acqua.Il capogruppo di maggioranza, Galdino Zanchetta, ha definito la situazione difficile perché lo Stato sta di fatto scaricando sulle Regioni l'impegno dei finanziamenti. «Stiamo tentando di fare dei ragionamenti con la Regione, che tuttavia intende impegnarsi ma in prospettiva, in funzione delle prerogative regionali che le saranno assegnate. Circa la Comunità montana, occorre individuare una risorsa nella sua capacità di rendere i servizi economici e funzionali. Un segnale significativo è rappresentato dalla predisposizione e approvazione del Pati della Valbrenta». Critico il consigliere Alessandro Rossi. «Sembra che si voglia mantenere le Comunità montane facendole però morire lentamente, privandole di risorse e finanziamenti». Infine sono state date alcune indicazioni di massima per il programma annuale operativo del 2009. La Regione Veneto ha previsto gli stessi finanziamenti erogati nel 2008 a favore delle malghe, della viabilità silvo-pastorale e per finanziare mutui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Peruzzo e Zanchetta sperano che Galan tiri fuori dal cilindro l'espediente per salvare l'ente inutile e costoso. Ma la cosa aberrante è che Mocellin e Beraldin piangano la poltrona e il gettone presenza frignando che la montagna senza questa comunità è finita. Vuoi veder che è la volta che rinasce alla faccia dei preistorici burocrati? W il comune Valbrenta, via gli enti inutili mangia soldi!